Dubbio olio

bigno72":l4ea8m60 ha detto:
A PROFONDA DIMOSTRAZIONE CHE UN 5W30 sullo stesso motore senza FAP andrebbe benissimo lo stesso?

Con il Digitech che è uno 0W30 ci ho fatto 136.000 km, e nessun problema.... fidatevi, la gradazione SAE30 a caldo non dà nessun problema ai multijet. Ora che han riformulato i WR per i DPF, hanno scelto (come la maggior parte dei costruttori sui diesel più moderni) la gradazione 5W30. Tra l'altro, la specifica ACEA C2 è di Fuel Economy, quindi non è che un C2 sia inferiore ad un C3, anzi.
 
dallas140cv":2j83tc0q ha detto:
Con il Digitech che è uno 0W30 ci ho fatto 136.000 km, e nessun problema.... fidatevi, la gradazione SAE30 a caldo non dà nessun problema ai multijet.
CVD
Tra l'altro, la specifica ACEA C2 è di Fuel Economy, quindi non è che un C2 sia inferiore ad un C3, anzi.
C? Non era per i mezzi pesanti?
La ACEA per i diesel leggeri e' la B. (magari hai solo sbagliato nel confonderti ;) )
 
Le definizioni delle categorie sono le seguenti:

A1/B1
oli a bassa viscosità e basso HT/HS (>2,6<3,5 mPa.s), con caratteristiche Fuel Economy.Questi oli possono non essere adatti in alcuni motori.Verificare il libretto di uso e manutenzione del veicolo.

A5/B5
oli stabili a bassa viscosità e basso HT/HS (>2,9<3,5 mPa.s), con caratteristiche Fuel Economy.Adatti per un utilizzo severo e lunghi intervalli di cambio.Prevedono prestazioni più elevate rispetto ad A1/B1. Il livello B5 prevede lo stesso livello prestazionale del B4, con in più specifici test per attestare le caratteristiche Fuel Economy.Questi oli possono non essere adatti in alcuni motori.Verificare il libretto di uso e manutenzione del veicolo.

A3/B3
oli stabili adatti per l'utilizzo in mezzi ad elevate prestazioni, impiego severo e prolungati intervalli di cambio.

B4
oli stabili adatti per motori Diesel di autovetture e veicoli commerciali con iniezione diretta.Soddisfa anche i requisiti previsti dalla B3.

C1
oli stabili per motori di recente tecnologia dotati di sistemi di post-trattamento dei gas di scarico.Caratteristiche Extra Fuel Economy, Low Saps (tenore in ceneri < 0,5%).

C2
oli stabili per motori di recente tecnologia dotati di sistemi di post-trattamento dei gas di scarico.Caratteristiche Fuel Economy, Mid Saps (tenore in ceneri < 0,8%).

C3
oli stabili per motori di recente tecnologia dotati di sistemi di post-trattamento dei gas di scarico.Caratteristiche Low Fuel Economy, Mid Saps (tenore in ceneri < 0,8%).
 
I lubrificanti Low SAPs

L'entrata in vigore della severa normativa sulle emissioni Euro 4 ha obbligato i Costruttori automobilistici ad adottare sistemi di post-trattamento dei gas di scarico molto sofisticati. Vista la notevole crescita tecnologica e di vendite che, negli ultimi anni, ha visto protagonista il motore diesel (siamo intorno al 50 % dell'immatricolato totale), uno degli obiettivi a cui i Costruttori si sono interessati maggiormente e che, nel contempo, rappresenta uno dei traguardi più difficili da raggiungere, è la drastica riduzione delle emissioni di particolato (PM) o c.d. "polveri sottili".

Questo elemento inquinante è una caratteristica peculiare dei motori a gasolio: la normativa Euro 4 prevede valori di PM molto prossimi allo zero: 0,025 g/km. Per rientrare in questo limite, la maggioranza delle motorizzazioni diesel Euro 4, ed in particolare quelle di cilindrata medio-elevata, adotteranno un particolare dispositivo chiamato "Filtro del Particolato" ("DPF", acronimo di "Diesel Particulate Filter").

Questo si comporta come una trappola per il PM, essendo in grado di trattenere le particelle solide e di abbattere le emissioni con un'efficienza molto alta. Come noto, però, tutti i filtri tendono ad occludersi col tempo e devono essere quindi "rigenerati".

La fase di rigenerazione avviene innalzando la temperatura all'interno del filtro ad oltre 600 °C, tramite delle post-iniezioni di carburante nella camera di combustione durante la fase di scarico (il 5° tempo, così è stato soprannominato da Peugeot). Alla temperatura di circa 600 °C il particolato brucia completamente liberando i pori. Tale rigenerazione avviene periodicamente ed è comandata dal sistema di diagnostica dell'auto che rileva la differenza di pressione tra ingresso e uscita del filtro. Tuttavia, il DPF intrappola non solo il particolato, ma tutti i solidi emessi allo scarico, tra cui i residui della combustione, incluso anche il lubrificante che trafila in camera di scoppio.

Gli elementi metallici del lubrificante, sottoposti ad alte temperature, formano composti solidi (le cosidette "ceneri") che non possono essere eliminati se non a temperature di migliaia di gradi. Questi rappresentano, pertanto, una parte non rigenerabile e si accumulano nei pori del filtro senza poter essere rimossi durante la rigenerazione: se la loro concentrazione dovesse diventare troppo elevata, si avrebbe una notevole diminuzione della pressione di uscita dei gas di scarico ed un notevole scadimento delle prestazioni dell'auto.

E' dunque in questa fase che l'olio lubrificante è chiamato a fare la sua parte: la formulazione "Low SAPs" rappresenta il futuro nella tecnologia degli oli lubrificanti in quanto è quella a più alta compatibilità con i filtri DPF. I lubrificanti "Low SAPs" (Sulfated Ash, Phosphorus and Sulfur ovvero "basso contenuto di ceneri solfatate,fosforo, zolfo") eviteranno la prematura ostruzione del filtro DPF grazie alle bassissime concentrazioni di questi elementi.

Utilizzando lubrificanti tradizionali, anche se di buona qualità (il classico "semisintetico 10W40", di gran lunga il più richiesto dalle officine generiche), il fenomeno dell'intasamento del filtro potrà avvenire in tempi relativamente brevi (meno di 100.000 km), con la conseguenza di una drastica diminuzione di efficienza del motore, fino al completo arresto del veicolo.

La sostituzione del filtro, potrebbe poi costare anche più di un migliaio di euro. E' evidente che la nuova tecnologia rappresenterà per i formulatori una vera e propria sfida tecnica per gli anni a venire: bisognerà infatti garantire lunghi intervalli di cambio d'olio, fino a 50.000 Km, prerogativa delle vetture moderne, ma si avranno dei veri e propri "limiti" nella formulazione. E' questa l'essenza della sfida "Low SAPs": abbandonare le tecnologie convenzionali a favore di soluzioni completamente nuove.

Nel contempo, si presenterà la necessità di sottoporre i nuovi prodotti ad un numero elevatissimo di test motoristici e di prove su strada. Ma come si farà a distinguere un olio di tecnologia tradizionale da uno "Low SAPs"? Ci aiuteranno le specifiche ACEA e le omologazioni dei vari Costruttori: ACEA, per le sequenze 2004, ha previsto, infatti, l'arrivo, accanto alla categoria "A" per i motori a benzina, e alla "B" motori diesel, della categoria "C", ovvero benzina e diesel "Catalyst Compatible", compatibile con catalizzatori e sistemi di post-trattamento vari. La tabella mostra le caratteristiche chimico-fisiche ed i tests che devono superare i lubrificanti appartenenti alla classe "C".

Diapositiva1.JPG
 
Azz, non si finisce mai di imparare: ho appena scoperto che la ACEA stabilisce nuove regole quasi ogni anno.
Esistono le versioni 2004, 2007, 2008 e 2010

Sequence Issue--First allowable use-----Mandatory for new claims---Oils with this claim may be marketed until
2004--------------1st November 2004----1st November 2005-----------31st December 2009
2007--------------1st February 2007------1st February 2008------------23rd December 2010
2008--------------22nd December 2008---22nd December 2009--------22nd December 2012
2010--------------22nd December 2010---22nd December 2011--------…

(spero che la tabella resti leggibile)
Quindi se compriamo un olio adesso, deve seguire la specifica 2008 o 2010
 
Pero' i test li fanno i produttori stessi di olio, in autocertificazione.
Questo manda a pallino qualsiasi possibile discorso sui paragoni tra olii :splat)
 
dallas140cv":2gai9oh1 ha detto:
Certo... un po' come le normative emissioni/consumi.....
Ah si? Io sapevo che in fase di omologazione di un nuovo motore/veicolo ci fosse un organo preposto...
 
Top