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Ieri a Torino una maxioperazione dei Nas. Nessun pericolo se il pesce è cotto o congelato
Le alici sono ricche di grassi omega-tre, proteine, riboflavina, niacina, calcio, ferro, fosforo e selenio e perciò fanno bene alla salute. Ma quando contengono pure anisakis in abbondanza - un parassita - fanno male: vomito, nausea. E anche di più. Possono persino provocare la perforazione dell’intestino e dello stomaco.
Ieri a Torino di alici «addizionate» con quei pericolosi parassiti ne sono state sequestrate per 1200 chili al mercato ittico all’ingrosso di corso Ferrara. L’intero pescato proveniente nella notte dall’Adriatico.
Di alici con anisakis si era cominciato a parlare il 22 marzo quando si ebbe notizia, dopo la denuncia di un consumatore, che erano state vendute a Eataly. «Le abbiamo comprate in corso Ferrara», si difesero i suoi responsabili con i carabinieri del Nas inviati da Guariniello. Il magistrato ha convocato in procura i servizi di prevenzione e controllo sanitari. Ieri quello veterinario dell’Asl 1 ha rinvenuto grandi quantità di larve di 1-1,5 cm di lunghezza nelle alici «fresche» messe in vendita nel mercato. Le analisi dell’Istituto Zooprofilattico hanno confermato: «Il pesce esaminato contiene numerose larve, vive e vitali, di anisakis».
La prima sorpresa è che dopo la scoperta del parassita nelle alici in vendita a Eataly non si era provveduto a rendere più efficiente la catena dei controlli del pesce: dai porti di imbarco al mercato di corso Ferrara, per quanto riguarda Torino. Dall’Adriatico altre tonnellate di pesce azzurro hanno raggiunto i centri ittici di altre città, grandi e piccole. Ieri mattina e nei giorni precedenti.
Il dubbio che il riscontro di ieri si trascina appresso è che nell’arco di questi 19 giorni ai torinesi siano state puntualmente offerte alici con anisakis. Guariniello ha aperto un’inchiesta per commercializzazione di prodotti alimentari pericolosi per la salute, ed è evidente che il primo bersaglio sarà la catena dei controlli igienico-sanitari: chi li dispone, con quale frequenza ed efficienza.
Ieri il pm l’ha fatto intendere chiaramente: «C’è stata una carenza di controlli, dai porti di sbarco del pesce fino ai centri ittici e poi da parte di chi commercializza le alici. Non vi è dubbio che si è inteso privilegiare l’opportunità di offrire del prodotto fresco ai consumatori, ma intanto i 1200 chilogrammi sequestrati di pesce azzurro dovranno finire in discarica, con un danno anche per le imprese».
Se consumato crudo il pesce è a rischio di numerosi microrganismi che provocano infezioni o tossinfenzioni. L’anisakis, come parassita intestinale, è presente nei mammiferi marini e come ospite intermedio, nello stadio larvale, in gran parte dei pesci, dal tonno alle acciughe. Per difendersi basta rinunciare a mangiare il pesce crudo: il parassita e le sue larve muoiono a 60 gradi di temperatura. Oppure se congelati.