Spinesi cambia idea: "Smetto"
Salta accordo con il Pescina
L'attaccante, ex Primavera Inter e 47 reti in A nel Catania, rifiuta un contratto triennale con un futuro da dirigente nel club abruzzese (Prima Divisione, girone B). "I soldi servono, ma non voglio prendere in giro nessuno"
Gionatha Spinesi ha detto no a tre anni di contratto con il Pescina. Ap CATANIA, 29 ottobre 2009 - . "Piuttosto che diventare un mercenario e rubare lo stipendio, smetto". Non è una frase a effetto, ma la realtà che, da oggi, vive Gionatha Spinesi, centravanti del Catania, un passato a Milano (vivaio dell’Inter), Pisa, Castel di Sangro, Bari, Arezzo, Catania. Spinesi era stato accostato ufficialmente al Pescina, solida realtà di Prima Divisione. Contratto triennale, altri anni da dirigente. Per un trentunenne, il massimo della vita e un gruzzoletto assicurato da collocare in banca o da sfruttare per futuri investimenti finanziari. E invece no. Per Spinesi è più importante la coerenza. Sincero più che mai, il "Gabbiano", stamane ha cambiato rotta: "Smetto di giocare. Non ho più stimoli, non mi va di ingannare la gente. Smetto perché non ho più voglia di sottopormi a diete, ritiri, allenamenti quotidiani. Cambio vita, forse non resto nel mondo del calcio". Spinesi è diventato padre di Raffaele da 23 giorni: "E’ il primo maschietto dopo tre bimbe. Mi godo la famiglia, ho deciso di rimanere a Catania. Che farò? Troppo presto per decidere. Vivrò in una città che mi ha voluto bene da matti. Qualcosa m’inventerò. Certo, i soldi del Pescina mi avrebbero fatto comodo. Avrei completato il pagamento del mutuo di casa, ho famiglia e i soldi servono. Ma mi sono guardato in faccia: perché ingannare brave persone, come i dirigenti che mi avevano agganciato, pur di portare a casa uno stipendio? Per quindici anni ho vissuto i fine settimana o in albergo aspettando la partita in ritiro, oppure in campo a lottare. Farò altro: porterò la famiglia in gita, mi rilasserò lontano dal pallone. Che non rinnego perché mi ha dato molto".
uomo vero — Compagno d’attacco di Cassano nel Bari di Fascetti, protagonista della favola del Castel di Sangro, mattatore ad Arezzo (22 gol in B) re di Catania promosso in A e autore di 47 gol, Spinesi dice basta. Per un calciatore, lasciare sul tavolo un triennale e un futuro assicurato ha dell’incredibile. Spinesi ha agito da uomo vero, da campione di coerenza.
Fonte:
gazzetta.it
Salta accordo con il Pescina
L'attaccante, ex Primavera Inter e 47 reti in A nel Catania, rifiuta un contratto triennale con un futuro da dirigente nel club abruzzese (Prima Divisione, girone B). "I soldi servono, ma non voglio prendere in giro nessuno"
Gionatha Spinesi ha detto no a tre anni di contratto con il Pescina. Ap CATANIA, 29 ottobre 2009 - . "Piuttosto che diventare un mercenario e rubare lo stipendio, smetto". Non è una frase a effetto, ma la realtà che, da oggi, vive Gionatha Spinesi, centravanti del Catania, un passato a Milano (vivaio dell’Inter), Pisa, Castel di Sangro, Bari, Arezzo, Catania. Spinesi era stato accostato ufficialmente al Pescina, solida realtà di Prima Divisione. Contratto triennale, altri anni da dirigente. Per un trentunenne, il massimo della vita e un gruzzoletto assicurato da collocare in banca o da sfruttare per futuri investimenti finanziari. E invece no. Per Spinesi è più importante la coerenza. Sincero più che mai, il "Gabbiano", stamane ha cambiato rotta: "Smetto di giocare. Non ho più stimoli, non mi va di ingannare la gente. Smetto perché non ho più voglia di sottopormi a diete, ritiri, allenamenti quotidiani. Cambio vita, forse non resto nel mondo del calcio". Spinesi è diventato padre di Raffaele da 23 giorni: "E’ il primo maschietto dopo tre bimbe. Mi godo la famiglia, ho deciso di rimanere a Catania. Che farò? Troppo presto per decidere. Vivrò in una città che mi ha voluto bene da matti. Qualcosa m’inventerò. Certo, i soldi del Pescina mi avrebbero fatto comodo. Avrei completato il pagamento del mutuo di casa, ho famiglia e i soldi servono. Ma mi sono guardato in faccia: perché ingannare brave persone, come i dirigenti che mi avevano agganciato, pur di portare a casa uno stipendio? Per quindici anni ho vissuto i fine settimana o in albergo aspettando la partita in ritiro, oppure in campo a lottare. Farò altro: porterò la famiglia in gita, mi rilasserò lontano dal pallone. Che non rinnego perché mi ha dato molto".
uomo vero — Compagno d’attacco di Cassano nel Bari di Fascetti, protagonista della favola del Castel di Sangro, mattatore ad Arezzo (22 gol in B) re di Catania promosso in A e autore di 47 gol, Spinesi dice basta. Per un calciatore, lasciare sul tavolo un triennale e un futuro assicurato ha dell’incredibile. Spinesi ha agito da uomo vero, da campione di coerenza.
Fonte:
gazzetta.it