GP Malesia
Eccoci arrivati al secondo appuntamento del mondiale. In Australia non era stato facile trarre delle conclusioni per via delle qualifiche bagnate che avevano un po' mescolato le carte in tavola; da stasera, sebbene in prova si siano verificate le stesse situazioni di Melbourne, i valori in campo sembrano più chiari e ci dicono che la Mercedes sembra proprio essere la scuderia da battere. Hamilton si riprende dopo la delusione del ritiro della prima gara con un successo rotondo ottenuto senza sbavature, e bravo è stato anche Rosberg a recuperare una posizione alla partenza e a mantenerla sino in fondo, permettendo così alla casa di Stoccarda di ottenere l'en-plein, cosa che mi pare non accadesse da tempo.
La resurrezione della Red Bull sa di miracoloso: una delle scuderie che ha provato di meno durante i test invernali di colpo si è trovata a rivestire il ruolo di anti-Mercedes. Molto bene sia Vettel che lo sfortunato Ricciardo che avrebbe meritato quantomeno di finire alle spalle del compagno di squadra: il sorpasso subito dal campione del mondo non è stato molto chiaro, a voler pensare male si potrebbe anche credere ad un ordine di scuderia, cosa che in verità mi sento di escludere.
Sinceramente deludenti le Ferrari: ci si attendeva molto di più dalle rosse, soprattutto dopo le prime libere, ed invece bisogna erigere ancora una volta un monumento ad Alonso per questo magro quarto posto. Sorpasso da manuale della F1 sulla nemesi Hulkenberg, a sua volta meritevole di essere sempre pronto ad ogni chiamata, tant'è che la quinta piazza gli rende comunque onore. Forse con una strategia un po' più aggressiva avrebbe potuto dare fastidio anche ai piani più alti. Raikkonen sfortunato: una gara che poteva condurre sulla falsariga del compagno di squadra si è trasformata in una vera via crucis per il maldestro tentativo di sorpasso di Kevin Magnussen, uscito un po' ridimensionato dalla trasferta malese. Mi sento di dare la palma di migliore della giornata ancora una volta (dopo l'incredibile rimonta australiana) a quel vecchio volpone di Jenson Button che ha fatto tutto quello che poteva con una McLaren che nei test prestagionali faceva presagire prestazioni migliori. Eccezionale la sua difesa della sesta piazza da un arrembante Felipe Massa: l'inglese ha resistito proprio nel momento migliore della Williams ed è riuscito ad assicurarsi il miglior risultato a cui poteva ambire alla partenza. A proposito di Massa: ci saranno da valutare le eventuali sanzioni che subirà per non aver rispettato un chiaro ordine di scuderia che gli intimava di lasciare la posizione a Bottas, ultimo dei non doppiati.
Menzione d'onore per Kobayashi che dopo l'erroraccio di Melbourne si riscatta con una gara praticamente perfetta (per la Catheram): riesce a rimanere nelle posizioni di metà classifica sino a tre quarti di gara, si difende con caparbieria da una ben più veloce Toro Rosso e, sebbene al traguardo risulti terzultimo, davanti al solo compagno di squadra e alla superstite Marussia di Chilton, ha il merito di chiudere il GP con un solo giro di ritardo, esattamente come i debuttanti Magnussen e l'impronunciabile Kvyat (una bella soddisfazione l'aver agguantato oggi il primo punto in carriera, dopo due sole gare), Grosjean e Raikkonen, gente che aveva ben altro mezzo a disposizione. Appuntamento tra soli sette giorni in Bahrain.
Eccoci arrivati al secondo appuntamento del mondiale. In Australia non era stato facile trarre delle conclusioni per via delle qualifiche bagnate che avevano un po' mescolato le carte in tavola; da stasera, sebbene in prova si siano verificate le stesse situazioni di Melbourne, i valori in campo sembrano più chiari e ci dicono che la Mercedes sembra proprio essere la scuderia da battere. Hamilton si riprende dopo la delusione del ritiro della prima gara con un successo rotondo ottenuto senza sbavature, e bravo è stato anche Rosberg a recuperare una posizione alla partenza e a mantenerla sino in fondo, permettendo così alla casa di Stoccarda di ottenere l'en-plein, cosa che mi pare non accadesse da tempo.
La resurrezione della Red Bull sa di miracoloso: una delle scuderie che ha provato di meno durante i test invernali di colpo si è trovata a rivestire il ruolo di anti-Mercedes. Molto bene sia Vettel che lo sfortunato Ricciardo che avrebbe meritato quantomeno di finire alle spalle del compagno di squadra: il sorpasso subito dal campione del mondo non è stato molto chiaro, a voler pensare male si potrebbe anche credere ad un ordine di scuderia, cosa che in verità mi sento di escludere.
Sinceramente deludenti le Ferrari: ci si attendeva molto di più dalle rosse, soprattutto dopo le prime libere, ed invece bisogna erigere ancora una volta un monumento ad Alonso per questo magro quarto posto. Sorpasso da manuale della F1 sulla nemesi Hulkenberg, a sua volta meritevole di essere sempre pronto ad ogni chiamata, tant'è che la quinta piazza gli rende comunque onore. Forse con una strategia un po' più aggressiva avrebbe potuto dare fastidio anche ai piani più alti. Raikkonen sfortunato: una gara che poteva condurre sulla falsariga del compagno di squadra si è trasformata in una vera via crucis per il maldestro tentativo di sorpasso di Kevin Magnussen, uscito un po' ridimensionato dalla trasferta malese. Mi sento di dare la palma di migliore della giornata ancora una volta (dopo l'incredibile rimonta australiana) a quel vecchio volpone di Jenson Button che ha fatto tutto quello che poteva con una McLaren che nei test prestagionali faceva presagire prestazioni migliori. Eccezionale la sua difesa della sesta piazza da un arrembante Felipe Massa: l'inglese ha resistito proprio nel momento migliore della Williams ed è riuscito ad assicurarsi il miglior risultato a cui poteva ambire alla partenza. A proposito di Massa: ci saranno da valutare le eventuali sanzioni che subirà per non aver rispettato un chiaro ordine di scuderia che gli intimava di lasciare la posizione a Bottas, ultimo dei non doppiati.
Menzione d'onore per Kobayashi che dopo l'erroraccio di Melbourne si riscatta con una gara praticamente perfetta (per la Catheram): riesce a rimanere nelle posizioni di metà classifica sino a tre quarti di gara, si difende con caparbieria da una ben più veloce Toro Rosso e, sebbene al traguardo risulti terzultimo, davanti al solo compagno di squadra e alla superstite Marussia di Chilton, ha il merito di chiudere il GP con un solo giro di ritardo, esattamente come i debuttanti Magnussen e l'impronunciabile Kvyat (una bella soddisfazione l'aver agguantato oggi il primo punto in carriera, dopo due sole gare), Grosjean e Raikkonen, gente che aveva ben altro mezzo a disposizione. Appuntamento tra soli sette giorni in Bahrain.