Io in USA ci vado spesso e volentieri e ho potuto acquisire una certa familiarità con la loro visione. Il punto principale, che per un europeo potrebbe essere difficile da immaginare, è che lo stesso concetto di autovettura negli USA è completamente diverso che da noi.
Tanto per cominciare, per gli americani conta l'AFFIDABILITA'. E' un fattore fondamentale innanzitutto per ragioni pratiche: negli USA ci sono distanze medie assai più elevate non solo tra partenza e destinazione, ma anche tra "posizione corrente in un istante qualsiasi e la più vicina area abitata" - il che significa che una vettura NON deve lasciarti a piedi se no è assai probabile ritrovarsi fermi sull'asfalto (o peggio su sterrato) in mezzo al nulla, una condizione inaccettabile per chiunque e ancora di più per coloro che vivono magari in un clima continentale dove le temperature invernali medie sono di -20°C e quelle estive di +30°C.
Quindi negli USA non esiste che una vettura possa fermarsi perché la EGR si è bloccata o il debimetro è sporco o una tra le sette centraline è mestruata o un'altra minchiatella caratteristica delle auto che guidiamo noi. E questo deve essere garantito per un periodo minimo di 160.000 miglia e parecchi anni con un livello di manutenzione minima.
Secondariamente, per gli americani l'autovettura è un mezzo di trasporto; uno strumento; qualcosa che deve svolgere il suo compito senza dare rogne al proprietario, e farlo nel modo più efficiente possibile. Il che significa interni che non cadono a pezzi, aria condizionata a livelli polari senza problemi, resistenza a strade tutt'altro che lisce, accessori e sistemi di sicurezza attivi e passivi adeguati all'utilizzo in aree semideserte.
Ad esempio oggi negli USA un optional di grande successo è la radio satellitare Sirius XM (che funziona anche in mezzo al deserto), qualsiasi autovettura degna di questo nome dispone di una bussola digitale (perché quando si marcia per decine e decine di chilometri in linea retta in mezzo al nulla conviene essere certi di puntare nella direzione giusta). Ed è sempre più diffusa la presenza integrata di sistemi di emergenza satellitari tipo OnStar che, alla semplice pressione di un tasto o automaticamente in caso di incidente, chiamano una centrale operativa in grado di far giungere rapidamente sul posto soccorsi meccanici o medici anche in caso di perdita di conoscenza di tutti gli occupanti.
Certo le plastiche della plancia passano in secondo piano quando la velocità media nazionale è di 28 Km/h, a favore di un bel portabicchieri capace di ospitare mezzo litro di caffè bollente che verrà sorseggiato nei 90 minuti medi necessari a coprire il tragitto casa-ufficio. Stesso discorso per un portalattine refrigerato da cui attingere bevande fresche mentre si è bloccati nell'ennesima coda sulla freeway, e cambio automatico indistruttibile, e cruise control. Tutte cose che da noi non hanno molto senso ma da loro sono esigenze primarie. E a cosa serve un handling messo a punto sul Nurburgring quando la totalità delle strade extraurbane si esprimono in centinaia di chilometri in linea retta? Meglio un bel sedile comodo (possibilmente elettrico e riscaldato) e un assetto autocentrante che non sa cosa siano le curve, ma è capace di andare dritto praticamente da solo.
Capite bene che le automobili come le intendiamo e le costruiamo in Europa abbiano vita dura nel paese a stelle e strisce...