BMW SMENTISCE LA PRODUZIONE ALFA NEI SUOI IMPIANTI USA
ROMA - Non sarà la tedesca Bmw il partner di Fiat per l'eventuale avvio della produzione di modelli Alfa Romeo negli Stati Uniti, che potrebbe avvenire nel 2011 o nel 2012. Lo ha detto all'Ansa il vicepresidente europeo del gruppo automobilistico bavarese Marco Saltalamacchia, smentendo categoricamente le voci riportate nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa che ipotizzavano un utilizzo da parte di Fiat dello stabilimento che Bmw ha a Spartanburg, in Sud Carolina.
"Smentisco decisamente una voce che, tra l'altro, è anche poco logica", ha detto all' Ansa Saltalamacchia che, fino al 2006 aveva ricoperto la carica di presidente di Bmw Italia e da gennaio 2007 ha assunto il nuovo incarico per l'Europa, regione in cui dal primo aprile sarà inserito per la prima volta anche l'importante mercato tedesco.
"In generale - ha proseguito Saltalamacchia - abbiamo deciso di espandere la capacità produttiva a Spartanburg trasferendo la produzione di X3 per ottenere un 'hedging' naturale contro le fluttuazioni valutarie. Di sicuro non avremo capacità ridondante e, se ne avessimo, la utilizzeremmo ulteriormente per noi". La caccia al possibile partner di Fiat in America è cominciata dopo le dichiarazioni rilasciate dall'amministratore delegato Sergio Marchionne, prima al Salone di Ginevra e poi al Financial Times, sulla sua intenzione di riportare in Usa il marchio del Biscione e sull'avvio di contatti con i costruttori locali per valutare la possibilità di produrre vetture Alfa Romeo negli Stati Uniti.
Secondo Marchionne, infatti, non è possibile guadagnare sul mercato statunitense con una vettura che non venga costruita in quel Paese. I potenziali costruttori candidati ad una eventuale partnership produttiva con il Lingotto sarebbero i tre colossi statunitensi dell'auto, General Motors, Chrysler e Ford e, tra questi, il più plausibile potrebbe essere Ford, con cui la Fiat ha già una joint venture in Polonia per la produzione della Ka nello stesso stabilimento dove viene costruita la 500. Ma qualche giorno fa, sulla stampa italiana, era stata avanzata anche l'ipotesi Bmw, sulla quale è subito arrivato il "no comment" del Lingotto.
Tra gli elementi portati a suffragio di una eventuale partnership produttiva tra il marchio Alfa Romeo e Bmw c'erano: l'investimento di 750 milioni di dollari nello stabilimento americano di Spartanburg annunciato recentemente dalla casa bavarese, il segmento di mercato delle vetture sportive di lusso presidiato sia da Bmw, sia da Alfa Romeo e i segnali di una possibile intesa tra la casa bavarese ed il Lingotto emersi la scorsa settimana dalla Conferenza di bilancio Bmw. In quella occasione, commentando indiscrezioni su una possibile collaborazione Fiat-Bmw nel settore dei motori, il responsabile per la strategia del gruppo bavarese Friederich Eichner aveva dichiarato: "Abbiamo deciso di vender motori a terzi e quindi parliamo anche con altri partner. Forse siamo stati visti anche in Fiat".
ROMA - Non sarà la tedesca Bmw il partner di Fiat per l'eventuale avvio della produzione di modelli Alfa Romeo negli Stati Uniti, che potrebbe avvenire nel 2011 o nel 2012. Lo ha detto all'Ansa il vicepresidente europeo del gruppo automobilistico bavarese Marco Saltalamacchia, smentendo categoricamente le voci riportate nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa che ipotizzavano un utilizzo da parte di Fiat dello stabilimento che Bmw ha a Spartanburg, in Sud Carolina.
"Smentisco decisamente una voce che, tra l'altro, è anche poco logica", ha detto all' Ansa Saltalamacchia che, fino al 2006 aveva ricoperto la carica di presidente di Bmw Italia e da gennaio 2007 ha assunto il nuovo incarico per l'Europa, regione in cui dal primo aprile sarà inserito per la prima volta anche l'importante mercato tedesco.
"In generale - ha proseguito Saltalamacchia - abbiamo deciso di espandere la capacità produttiva a Spartanburg trasferendo la produzione di X3 per ottenere un 'hedging' naturale contro le fluttuazioni valutarie. Di sicuro non avremo capacità ridondante e, se ne avessimo, la utilizzeremmo ulteriormente per noi". La caccia al possibile partner di Fiat in America è cominciata dopo le dichiarazioni rilasciate dall'amministratore delegato Sergio Marchionne, prima al Salone di Ginevra e poi al Financial Times, sulla sua intenzione di riportare in Usa il marchio del Biscione e sull'avvio di contatti con i costruttori locali per valutare la possibilità di produrre vetture Alfa Romeo negli Stati Uniti.
Secondo Marchionne, infatti, non è possibile guadagnare sul mercato statunitense con una vettura che non venga costruita in quel Paese. I potenziali costruttori candidati ad una eventuale partnership produttiva con il Lingotto sarebbero i tre colossi statunitensi dell'auto, General Motors, Chrysler e Ford e, tra questi, il più plausibile potrebbe essere Ford, con cui la Fiat ha già una joint venture in Polonia per la produzione della Ka nello stesso stabilimento dove viene costruita la 500. Ma qualche giorno fa, sulla stampa italiana, era stata avanzata anche l'ipotesi Bmw, sulla quale è subito arrivato il "no comment" del Lingotto.
Tra gli elementi portati a suffragio di una eventuale partnership produttiva tra il marchio Alfa Romeo e Bmw c'erano: l'investimento di 750 milioni di dollari nello stabilimento americano di Spartanburg annunciato recentemente dalla casa bavarese, il segmento di mercato delle vetture sportive di lusso presidiato sia da Bmw, sia da Alfa Romeo e i segnali di una possibile intesa tra la casa bavarese ed il Lingotto emersi la scorsa settimana dalla Conferenza di bilancio Bmw. In quella occasione, commentando indiscrezioni su una possibile collaborazione Fiat-Bmw nel settore dei motori, il responsabile per la strategia del gruppo bavarese Friederich Eichner aveva dichiarato: "Abbiamo deciso di vender motori a terzi e quindi parliamo anche con altri partner. Forse siamo stati visti anche in Fiat".