Appunti di viaggio

Gentleman_Driver

Nuovo Alfista
22 Dicembre 2009
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Milano
Ore 18:00 di ieri, la squadra del mio autolavaggio preferito lavora alacremente attorno alla mia GT, mentre una gentile signora, in attesa che la sua “Chevrolet –qualcosa” esca dal tunnel trasparente del lavaggio a spazzole, ammira con lo sguardo fisso e catatonico le forme del suo lungo ed affusolato muso che scintilla sotto la luce artificiale dei lampioni dello spiazzale.
Il nevischio misto a fanghiglia, la pioggia sporca, la costosissima nafta traboccata a tradimento da una pompa fuori servizio, la salsedine dello stretto di Scilla e Cariddi, le impronte dei simpatici gattini “condominiali”, le piume perse dal cappotto di mia suocera, le lattine di energy-drink e la polvere nera dei freni se ne sono andati via per lasciare spazio al “grigio Stromboli” che la sera sotto i riflettori sembra diventare quasi liquido. Gli interni adesso lucidi e profumati, non recano più alcuna traccia delle ore di viaggio, dei 2800 Km e dei numerosi bagagli stivati, unità di misura delle nostre mortali aspettative da viaggiatori.
Giocattoli, vestiti, alimenti e pensieri hanno attraversato in lunghezza l’Italia per fondersi con gli affetti dei nostri famigliari.
Un viaggio veloce e silenzioso come il volo planato dei rapaci notturni.
Il buio della notte è sceso presto come tutti gli inverni e con esso il sonno dei due passeggeri, e ci siamo ritrovati io e lei in piena sintonia, con la strada che scorreva sicura addomesticata dal suo sublime bilanciamento ed i rari rallentamenti che svanivano alle nostre spalle sotto la spinta della sua poderosa coppia motrice.
La notte è terminata con l’alba che sorgeva sul piazzale deserto dei traghetti per lasciare il posto al giorno che con il suo sole ha scaldato l’aria fino a 16° C, mettendo alla prova le mie Dunlop invernali che non hanno mai mollato la presa. Comportamento sublime confermato anche al ritorno con più di 700 Km percorsi a temperature che oscillavano tra i 12 e gli 8 gradi.
Adesso la GT sonnecchia profumata e lucidata in garage, e come immaginarie cartoline di questa esperienza di guida mi piace ricordare il SUV che mi lampeggiava durante il tracciato di avvicinamento alla rampa di uscita del traghetto, il guidatore di quell’auto da tutti i giorni non capiva la necessità di spazio di sterzata per la mia Gattone, da come mi è rimasto attaccato dietro durante il cantiere ad una sola corsia che ci ha accolto appena sbarcati sull’A3 deve avermi sicuramente giudicato per un mezzo imbranato da superare appena possibile data la distanza che tenevo dalle altre vetture in manovra sulla nave. Mi è rimasto attaccato per molti km fino a quando la strada ha riacquistato la sua seconda corsia ed il suo SUV è tornato ad essere una vettura pesante col baricentro troppo alto per stare al passo della GT tra le curve. Stessa cosa che deve aver pensato il guidatore della SW che sul tratto appenninico mi affianca sulla corsia di sorpasso per poi rimanere lì alle prese col suo rollio.
La scena più scioccante una Classe S, il penultimo modello, con evidenti segnali di ammortizzatori scarichi, così come la Marea SW targata Germania che saltellava con gli ammortizzatori scarichi oltre il limite di velocità per poi annaspare all’inserimento di ogni curva, scene da brivido.
L’immagine più bella invece la mia GT parcheggiata sotto la tettoia di un autogrill campano accanto ad una Street Ka verde inglese proveniente proprio dalla Gran Bretagna, quello doveva essere il capitolo di un altro bel viaggio.

Ben trovati amici del virtual, come sono andati i vostri viaggi ?
 
Isola di Man (in Ducati)

Di seguito trovate il resoconto dell'ultimo mio vero viaggio che ho fatto su Ducati e che avevo postato sul desmoblog (oramai estinto):

Ciao carissimi Ducatisti e Ducatiste! Eccomi rientrato dall’avventura del TT 2007 sano e salvo.
Faccio un resoconto del viaggio, per chi ha tempo e voglia di leggere, vale la pena spendere una mezz’ora per condividere con voi questa splendida avventura e per far 2 conti per quelli che vorranno andarci nelle prossime edizioni.

Partenza il giorno 23 maggio, e qui c’è il “baro”. Il viaggio prevedeva arrivo sull’isola il giorno 25 e partenza il 29, quindi ci saremmo visti solo le prove, purtroppo se ci fossimo fermati più a lungo non avremmo trovato il traghetto del rientro (ad ottobre 2006 era già tutto prenotato fino al 2008!). 7 moto e 7 piloti. Le moto le abbiamo spedite già cariche in Belgio con un camion 10gg prima della nostra partenza a un cliente di un nostro compagno di viaggio. Il 23 abbiamo preso l’aereo con la Rayanair da Bergamo per arrivare al deposito (€70). Ritirati i mezzi ce ne siamo andati in albergo a cenare e dormire (n.b. la mia Ducati è partita al primo colpo, mentre la BMW di un mio amico l’abbiamo dovuta spingere!).

24 maggio: la mattina presto siamo partiti, attraversato Belgio, Francia, fatto il tunnel della manica (101 euro!!! mortacci de Pippo!!! Risalita l’Inghilterra fino a Nottingham. Trauma iniziale per il senso di marcia a sinistra ma in poco tempo ci ho fatto il callo (veramente, ad ogni rotonda era un dramma!). Stanchi dell’autostrada Londra/Liverpool (simile alla Milano/Brescia) usciamo e facciamo delle provinciali tra pecore e paesini con case in pietra (e legno)… al secondo paese vediamo un Pub… e senza una parola siamo già seduti… sono le 5 del pomeriggio è c’è gente (anche in camicia bianca e cravatta) già storta… Noi solo una birretta e poi via… Dopo un’ora scarsa, sosta per cena e pernotto in ostello trovato al momento (con tanto di pavimento in legno marcio scricchiolante, moquette ovunque, porte tagliafuoco in legno, bagni in comune in fondo al corridoio e prese elettriche rigorosamente anni 30 a vista).

25 maggio: altra levataccia per dirigerci fino a Heysham, attesa interminabile per salire sul traghetto. E’ qui che cominciamo a vedere i primi motociclisti, qualche italiano, e tanti invasati per il TT (c’era chi addirittura aveva il logo tatuato sulla pelle). Si sale sul traghetto, 2 ore di attesa prima della partenza + 3 ore di attraversamento. Sbarchiamo nel primo pomeriggio a Douglas, il tempo sull’isola è coperto ma almeno non piove. C’è freddo, 12-13 gradi e molto vento. Fortunatamente mi sono attrezzato a dovere con calzamaglia, felpa e Gorotex! Raggiungiamo con un po’ di fatica l’abitazione (l’isola non è mappata dal mio Tom Tom!) . Una classica coppia inglese sulla 60ina ci mostra la nostre camere. Accoglienti si, se non fosse per la moquette ovunque (pure nel cesso!) e 2 gatti in casa che mollavano peli ovunque, per la gioia di tutti noi. Per nostra fortuna però la villetta era proprio su un tratto del circuito del TT, poco dopo la partenza, in fondo alla prima discesa! Ci docciamo e cerchiamo un ristorantino. Ceniamo e poi ci ficchiamo in un pub per la gioia dei nostri fegati. Alla 5° pinta di Guinnes, uno dei nostri riconosce un amico Bresciano, pilota del TT già da un paio di edizioni (sembra una persona normalissima, quando è a piedi). Scambiamo opinioni e ci descrive i tratti del circuito, lo stile di vita del luogo, facciamo serata assieme e ci diamo appuntamento per il giorno successivo nel paddock.

Sabato 26 maggio. Il primo pomeriggio ci allontaniamo di poco da Douglas ed andiamo a vedere la corsa delle moto classiche, realizzata su un piccolo tratto di strade in mezzo ai campi di una decina di km con 4 curve a 90° e 4 semi-rettilinei, una sorta di quadro. SPETTACOLO PURO, c’erano dei mezzi da sturbo, le 2 tempi andavano a fuoco!! Triumph, Ducati, BSA, Norton… Giro nei paddock, servizio fotografico e bava alla bocca. Fortunatamente il tempo regge. Il solito nuvoloso ma niente pioggia.
Ci informano poi che le prove del TT sarebbero cominciate alle 18.30 e che alle 18 avrebbero chiuso le strade (per questo sono fiscalissimi, al momento della chiusura o sei di qua o di là, non c’è verso di attraversare le strade se non con uno dei pochi ponti pedonali). Su consiglio del nostro padrone di casa, rientriamo e ci piazziamo nel nostro giardino per vedere le corse. Una postazione da privilegio, un muretto di 1mt e 20, un marciapiede davanti a noi e la strada. Essendo proprietà privata c’eravamo solo noi. Eravamo l’invidia di tutti gli spettatori di fronte! Studiando la traiettoria le moto ci sarebbero dovute passare a meno di 2 metri di distanza e a cannone (6^ piena!). Eravamo piazzati poco dopo la partenza, i piloti percorrevano un rettilineo, discesa e brusca risalita con vari piccoli dossi.
Sentiamo un boato, è l’apripista con un CBR1000 originale, si sfreccia davanti spettinandoci… BRIVIDO, restiamo estasiati ma non è nulla fin quando non partono i piloti. Partono a coppie con le loro superbike, quasi tutte GSX-R 1000, R1 e CBR 1000, c’è anche qualche Kawa, e un 999. Nel nostro punto sfrecciano a circa 270 Km/h a 2 metri dalle nostre facce allibite. La risalita brusca fa si che il loro assetto vada a pacco e quasi tutti grattano la pancia della carena sotto i nostri occhi lasciando strisce colorate in terra. Uno spettacolo mai visto. Ci giriamo e li vediamo impennare (perché gli manca l’appoggio) ad ogni dosso della salita… La velocità è talmente elevata che facciamo addirittura fatica a inquadrarli con la macchina fotografica… passiamo alle videocamere! Incredibile.
E’ poi la volta della categoria supersport, i 600. Anche qui quasi tutte jap ma si intravede anche qualche daytona 675.
Chiudono poi con i sidecar, dei missili a 3 ruote che solo di poco non raggiungono le velocità folli delle moto. Il co-pilota è un celebroleso che non capisco dove trovi il fegato sbilanciarsi al di fuori dal sidecar a quelle velocità (non che i piloti sino molto più svegli!).
A prove concluse, come ovvio che sia, ci dirigiamo in centro a piedi e fiumi di Giunnes a non finire!

Domenica 27. Oggi non sono previste prove, decidiamo allora di percorre il circuito, ci muniamo di tute anti-pioggia e partiamo nella speranza che il tempo regga. Cosa che ovviamente non succede! Dopo 20 minuti ci ritroviamo sotto un piantone a fare i contorsionisti per infilarci le tute. Imperterriti proseguiamo ed arriviamo nel tratto di montagna del circuito. Durante tutto l’evento del Tourist trophy tutto questo tratto è a singolo senso di marcia (causa troppi frontali), la polizia è solo ai piedi delle montagna, poi sopra è l’anarchia in assoluto! Peccato perchè 2 curvette non mi avrebbero fatto schifo, se non fosse per la pioggia battente e la nebbia a livelli della pianura padana a dicembre!!!
Facciamo un po’ di turismo anche su altre strade, l’isola è bellissima e meriterebbe di essere vista tutta. Per certi versi assomiglia alla Corsica ma molto più verde, dovuto al clima totalmente differente. Gli automobilisti e la gente locale ha molto rispetto sia dei turisti che dei motociclisti in genere. Ci rechiamo poi allo start per sbirciare tra le bancarelle del merchandising e per poi andare ai paddock per ammirare i bolidi e andare a trovare Stefano al suo stand. Un camper con di fianco un mini gazebo con all’interno un GSX-R 600 K6 e un CBR 1000 con il carter smontato. Problemi di slittamento alla frizione, devono sostituire i dischi ma manca un parte dell’attrezzatura necessaria. Come fare? Presto fatto, è bastato trovare un meccanico che facesse il lavoro ripagandolo con un buon piatto di spaghetti al pomodoro! Questo, per farla breve, è il clima che si respira!! Si fa sera e, indovinate un po’, si va in centro e… pub e Giunnes come da rito. Conosciamo un gruppo di ragazzi del posto, ci uniamo a loro cercando di tenere il loro ritmo. Impossibile. Mentre a me la birra ormai usciva dalle orecchie, per loro era come se fosse la prima. Tra una parola e l’altra, ci dicono che 2 giorni prima è morto un turista in moto. Durante le prove del giorno invece è caduto un pilota ed è rimasto vivo per miracolo. Il poveretto ha riportato 3 fratture alla colonna vertebrale e si è fratturato farie costole. Rimaniamo stupiti da quanto ci raccontano e, come se non bastasse, ci informano che 2 anni prima, tra turisti e piloti, i morti erano stati addirittura 14!!! Da non credere.

Lunedi 28. Sveglia alle 8 e 30, facevo ancora le bolle per la serata di ieri. Ci svegliamo in 4, gli altri 3 sono in coma profondo e li lasciamo dormire. Come tutte le mattine, leggerissima colazione a base di uova fritte e bacon, una botta di vita. Partiamo in 4 ed andiamo alla punta più a sud dell’isola, uno spettacolo tipo capo nord (a sud). da togliere il fiato. Terminato il giro, ritorniamo ai paddock, facciamo shopping e, ovviamente, birretta. Rientriamo il pomeriggio e prepariamo i bagagli, alle 18 chiudono la strada e noi dobbiamo essere al di là del circuito per poi prendere il traghetto delle 19.45. Presto fatto, ci piazziamo alla prima staccata, ci guardiamo la prima batteria di moto e poi, ahimè, saliamo in sella e ci dirigiamo al porto. Dalla nostra nave scendono decine e decine di motociclisti, mentre a salire saremo stati una 15ina di moto al massimo, tutto il resto auto. Purtroppo il bello era nei giorni a venire, ma siamo comunque consolati dal fatto di aver visto una delle competizioni più conosciute al mondo. Sbarchiamo a Heysham verso le 23 e ci dirigiamo nell’albergo che avevamo prenotato all’andata (durante l’attesa).

Martedi 29: da Heysham dobbiamo dirigerci al traghetto che partirà la sera, destinazione Hull, sponda est dell’inghilterra, 350km circa da percorrere. Ovviamente optiamo per percorrere strade secondarie, godendoci per quanto possibile i meravigliosi paesaggi del nord Inghilterra (Lake District). Giunti al porto, imbarchiamo le moto, ce le leghiamo da noi (in questo caso i marinai se ne stanno a braccia incrociate ed ognuno si deve legare la moto da sè). Serata nella discoteca della nave, notte in cuccetta e sveglia alle 8, sbarco previsto alle 9 del giorno successivo a Zeebrugge (Beglio)

Mercoledi 30. L’idea era quella di arrivare sino a Basilea, far tappa notturna e, il giorno successivo, rientrare a casa percorrendo i passi Svizzeri. Certo, l’idea era quella, alla fine ci siamo fatti 1.150km tutti di un fiato, percorrendo il San Gottardo. Arrivo a casa alle 11.00 di notte in tre (gli altri 4 alle 1.30) e, dopo una doccia rigenerante, ho raggiunto il letto a gattoni con ancora il suono delle marmitte nelle orecchie (la volta prossima cuscino sotto il culo e tappi nelle orecchie!).

In sostanza, un’esperienza eccezionale, con ottimi compagni di viaggio. Sicuramente ci sarà una seconda volta, magari nel 2008 proprio con qualcuno di voi. Freddo e acqua la fanno padrone (anche se a noi è andata molto bene: solo 15 minuti di vera pioggia in 7 giorni!), bisogna essere attrezzati. Non fate come me e ricordatevi il burrocacao. Sono rientrato che avevo le labbra screpolate come mai.
La polizia del posto è molto fiscale, non tanto per la guida, quanto per gli alcolici. Non esiste di mettersi alla guida bevuti e, fortunatamente, la città è un via vai di taxi. Talmente severi che è vietato circolare con alcolici in mano, bisogna bere nei bar, pena 600 sterline di multa!!!
In compenso giravano squadroni di ragazze ubriache che alzavano le magliette mostrando i reggiseno!

Facendo un rapido calcolo economico, avrò speso poco più di 1500 euro così suddivisi:
€ 200 Benzina
€ 500 pernottamenti vari
€ 450 mangiare e bere (più bere che mangiare)
€ 400 traghetti, aereo, trasporto moto, tunnel manica
€ 150 gadget vari

Daniele2004 (S4R completo di borse laterali, bauletto e borsa serbatoio! Uno spettacolo!)
 
@autoren: troppo gentile amico !
@ daniel2004: complimenti, un vero e proprio reportage, ma forse mi è sfuggito, ma quale modello di Ducati hai cavalcato per il viaggio ?
 
Nooooooooo, come fai a separarti da una moto così ricca di personalità (nel bene e nel male) ?
Io credo che se ne possedessi una, non riuscirei a separarmi dal mio vecchio e fidato ronzino.
Leggo sull’annuncio “causa inutilizzo”, ma vivi in una zona bellissima, ricca di tracciati e mete interessanti e a poche ore di viaggio sei in grado addirittura di cambiare paese. Sono sicuro che se ti impegni il chilometraggio salirebbe sensibilmente come l’intensità del suono del tuo Desmo !

P.s. scusa le mie personalissime considerazioni, non era per farmi gli affari tuoi, era solo la voce di un appassionato per un modello che credo non morirà mai grazie alle sue linee eterne.
 
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