Ore 18:00 di ieri, la squadra del mio autolavaggio preferito lavora alacremente attorno alla mia GT, mentre una gentile signora, in attesa che la sua “Chevrolet –qualcosa” esca dal tunnel trasparente del lavaggio a spazzole, ammira con lo sguardo fisso e catatonico le forme del suo lungo ed affusolato muso che scintilla sotto la luce artificiale dei lampioni dello spiazzale.
Il nevischio misto a fanghiglia, la pioggia sporca, la costosissima nafta traboccata a tradimento da una pompa fuori servizio, la salsedine dello stretto di Scilla e Cariddi, le impronte dei simpatici gattini “condominiali”, le piume perse dal cappotto di mia suocera, le lattine di energy-drink e la polvere nera dei freni se ne sono andati via per lasciare spazio al “grigio Stromboli” che la sera sotto i riflettori sembra diventare quasi liquido. Gli interni adesso lucidi e profumati, non recano più alcuna traccia delle ore di viaggio, dei 2800 Km e dei numerosi bagagli stivati, unità di misura delle nostre mortali aspettative da viaggiatori.
Giocattoli, vestiti, alimenti e pensieri hanno attraversato in lunghezza l’Italia per fondersi con gli affetti dei nostri famigliari.
Un viaggio veloce e silenzioso come il volo planato dei rapaci notturni.
Il buio della notte è sceso presto come tutti gli inverni e con esso il sonno dei due passeggeri, e ci siamo ritrovati io e lei in piena sintonia, con la strada che scorreva sicura addomesticata dal suo sublime bilanciamento ed i rari rallentamenti che svanivano alle nostre spalle sotto la spinta della sua poderosa coppia motrice.
La notte è terminata con l’alba che sorgeva sul piazzale deserto dei traghetti per lasciare il posto al giorno che con il suo sole ha scaldato l’aria fino a 16° C, mettendo alla prova le mie Dunlop invernali che non hanno mai mollato la presa. Comportamento sublime confermato anche al ritorno con più di 700 Km percorsi a temperature che oscillavano tra i 12 e gli 8 gradi.
Adesso la GT sonnecchia profumata e lucidata in garage, e come immaginarie cartoline di questa esperienza di guida mi piace ricordare il SUV che mi lampeggiava durante il tracciato di avvicinamento alla rampa di uscita del traghetto, il guidatore di quell’auto da tutti i giorni non capiva la necessità di spazio di sterzata per la mia Gattone, da come mi è rimasto attaccato dietro durante il cantiere ad una sola corsia che ci ha accolto appena sbarcati sull’A3 deve avermi sicuramente giudicato per un mezzo imbranato da superare appena possibile data la distanza che tenevo dalle altre vetture in manovra sulla nave. Mi è rimasto attaccato per molti km fino a quando la strada ha riacquistato la sua seconda corsia ed il suo SUV è tornato ad essere una vettura pesante col baricentro troppo alto per stare al passo della GT tra le curve. Stessa cosa che deve aver pensato il guidatore della SW che sul tratto appenninico mi affianca sulla corsia di sorpasso per poi rimanere lì alle prese col suo rollio.
La scena più scioccante una Classe S, il penultimo modello, con evidenti segnali di ammortizzatori scarichi, così come la Marea SW targata Germania che saltellava con gli ammortizzatori scarichi oltre il limite di velocità per poi annaspare all’inserimento di ogni curva, scene da brivido.
L’immagine più bella invece la mia GT parcheggiata sotto la tettoia di un autogrill campano accanto ad una Street Ka verde inglese proveniente proprio dalla Gran Bretagna, quello doveva essere il capitolo di un altro bel viaggio.
Ben trovati amici del virtual, come sono andati i vostri viaggi ?
Il nevischio misto a fanghiglia, la pioggia sporca, la costosissima nafta traboccata a tradimento da una pompa fuori servizio, la salsedine dello stretto di Scilla e Cariddi, le impronte dei simpatici gattini “condominiali”, le piume perse dal cappotto di mia suocera, le lattine di energy-drink e la polvere nera dei freni se ne sono andati via per lasciare spazio al “grigio Stromboli” che la sera sotto i riflettori sembra diventare quasi liquido. Gli interni adesso lucidi e profumati, non recano più alcuna traccia delle ore di viaggio, dei 2800 Km e dei numerosi bagagli stivati, unità di misura delle nostre mortali aspettative da viaggiatori.
Giocattoli, vestiti, alimenti e pensieri hanno attraversato in lunghezza l’Italia per fondersi con gli affetti dei nostri famigliari.
Un viaggio veloce e silenzioso come il volo planato dei rapaci notturni.
Il buio della notte è sceso presto come tutti gli inverni e con esso il sonno dei due passeggeri, e ci siamo ritrovati io e lei in piena sintonia, con la strada che scorreva sicura addomesticata dal suo sublime bilanciamento ed i rari rallentamenti che svanivano alle nostre spalle sotto la spinta della sua poderosa coppia motrice.
La notte è terminata con l’alba che sorgeva sul piazzale deserto dei traghetti per lasciare il posto al giorno che con il suo sole ha scaldato l’aria fino a 16° C, mettendo alla prova le mie Dunlop invernali che non hanno mai mollato la presa. Comportamento sublime confermato anche al ritorno con più di 700 Km percorsi a temperature che oscillavano tra i 12 e gli 8 gradi.
Adesso la GT sonnecchia profumata e lucidata in garage, e come immaginarie cartoline di questa esperienza di guida mi piace ricordare il SUV che mi lampeggiava durante il tracciato di avvicinamento alla rampa di uscita del traghetto, il guidatore di quell’auto da tutti i giorni non capiva la necessità di spazio di sterzata per la mia Gattone, da come mi è rimasto attaccato dietro durante il cantiere ad una sola corsia che ci ha accolto appena sbarcati sull’A3 deve avermi sicuramente giudicato per un mezzo imbranato da superare appena possibile data la distanza che tenevo dalle altre vetture in manovra sulla nave. Mi è rimasto attaccato per molti km fino a quando la strada ha riacquistato la sua seconda corsia ed il suo SUV è tornato ad essere una vettura pesante col baricentro troppo alto per stare al passo della GT tra le curve. Stessa cosa che deve aver pensato il guidatore della SW che sul tratto appenninico mi affianca sulla corsia di sorpasso per poi rimanere lì alle prese col suo rollio.
La scena più scioccante una Classe S, il penultimo modello, con evidenti segnali di ammortizzatori scarichi, così come la Marea SW targata Germania che saltellava con gli ammortizzatori scarichi oltre il limite di velocità per poi annaspare all’inserimento di ogni curva, scene da brivido.
L’immagine più bella invece la mia GT parcheggiata sotto la tettoia di un autogrill campano accanto ad una Street Ka verde inglese proveniente proprio dalla Gran Bretagna, quello doveva essere il capitolo di un altro bel viaggio.
Ben trovati amici del virtual, come sono andati i vostri viaggi ?