Quello proposto a Roma, sei lezioni dalla durata di due ore, è un corso veramente singolare.
Si tratta del bondage, l'arte di legarsi e legare una persona in varie posizioni o figure per creare sensazioni nuove in entrambi i partner.
Organizzato da un negozio che vende abbigliamento e accessori fetish, il corso prevede che i partecipanti siano guidati alla conoscenza dei materiali, delle norme di sicurezza, dei nodi base, fino all'apprendimento delle tecniche più evolute e complesse del karada e delle sospensioni.
Nato in Giappone come tecnica usata dai samurai per assicurarsi che i prigionieri fossero immobilizzati in posizioni non pericolose ma umilianti, il bondage è diventato col tempo un piacere sensuale.
Legare o farsi legare creerebbe sensazioni nuove in entrambi i partner e per questo sembra stia appassionando gli amanti di ogni parte del mondo, Italia compresa. Fioriscono infatti seminari, mostre e si scrivono anche libri sull'argomento.
Il bondage, che alla lettera significa in realtà "schiavitù", svolge contemporaneamente due funzioni: quella di immobilizzare l'altra persona e quella di creare sul suo corpo una serie di trame e figure con corde, fasce, foulard, che acquisiscono anche un valore estetico.
Un tempo la pratica sessuale era destinata alla fascia più elitaria, quella delle geishe, che intrattenevano con canti, poesie, cerimonie del tè e qualche passaggio di bondage i loro clienti. Oggi l'arte di annodarsi è invece alla portata di tutti: bastano qualche fune, foulard o cravatte da sacrificare alla fantasia erotica.
Si tratta del bondage, l'arte di legarsi e legare una persona in varie posizioni o figure per creare sensazioni nuove in entrambi i partner.
Organizzato da un negozio che vende abbigliamento e accessori fetish, il corso prevede che i partecipanti siano guidati alla conoscenza dei materiali, delle norme di sicurezza, dei nodi base, fino all'apprendimento delle tecniche più evolute e complesse del karada e delle sospensioni.
Nato in Giappone come tecnica usata dai samurai per assicurarsi che i prigionieri fossero immobilizzati in posizioni non pericolose ma umilianti, il bondage è diventato col tempo un piacere sensuale.
Legare o farsi legare creerebbe sensazioni nuove in entrambi i partner e per questo sembra stia appassionando gli amanti di ogni parte del mondo, Italia compresa. Fioriscono infatti seminari, mostre e si scrivono anche libri sull'argomento.
Il bondage, che alla lettera significa in realtà "schiavitù", svolge contemporaneamente due funzioni: quella di immobilizzare l'altra persona e quella di creare sul suo corpo una serie di trame e figure con corde, fasce, foulard, che acquisiscono anche un valore estetico.
Un tempo la pratica sessuale era destinata alla fascia più elitaria, quella delle geishe, che intrattenevano con canti, poesie, cerimonie del tè e qualche passaggio di bondage i loro clienti. Oggi l'arte di annodarsi è invece alla portata di tutti: bastano qualche fune, foulard o cravatte da sacrificare alla fantasia erotica.