Ecco qua un bel tema etico...
Sfrondo il campo dalle visioni diciamo così "astratte".
Nel concreto non vedo particolari problemi morali (anche perchè... non ho una morale! :lol: ) nell'abortire (lasciamo perdere l'eugenetica).
La "vita" è "vita" fin dalla prima suddivisione cellulare, la primissima mitosi?
No, secondo me no. Dal momento che mi(ci) ritengo delle banali macchine chimiche non ritengo vera l'equivalenza massa-di-proteine-e-simili con un essere umano.
Rispetto la tesi opposta (es. cattolica), e francamente non so certo specificare "quando" avviene la transazione da non-vita a vita (a mio parere coi primi pensieri, ma capire "quando" un feto pensa non è certo banale), in termini strettamente cronologici ( K settimane di gestazione ).
E' il pensiero, l'autocoscenza l'unica cosa che (almeno in parte) ci suddivide dagli esseri non-senzienti (animali etc).
In definitiva: non sono "turbato" dall'aborto di embrioni nelle prime fasi di gestazione.
Non esiste, secondo me, il "diritto alla vita" (e lo porto alle estreme conseguenze, anche per gli adulti, ma la cosa diviene lunga sul piano filosofico e la tronco qui).
Ce lo siamo "inventati" noi (ad esempio in Natura vige sempre la legge "del più forte", e siamo "noi" (o meglio alcuni) a cercare di darsi una sorta di "autoregolamentazione", almeno da qualche centinaio di anni.
Fino, diciamo, agli anni 30 (1930!!!) non esisteva universalmente il "diritto alla vita" (tanto che esistevano i ministeri della Guerra), poi nazismo etc... ed ora degenerazione del comunismo (vedi Corea del Nord etc)...
Sembra "delirante", ma quello che cerco di spiegare è che la concezione etico-morale sulla "sacralità" della vita è una conquista recentissima, e neppure universalmente accettata.
Ciò implica che possono esserci benissimo dei pareri diversi sull'aborto, ritengo sbagliato cercare di giungere ad una SINGOLA "giusta" idea.
Sfrondo il campo dalle visioni diciamo così "astratte".
Nel concreto non vedo particolari problemi morali (anche perchè... non ho una morale! :lol: ) nell'abortire (lasciamo perdere l'eugenetica).
La "vita" è "vita" fin dalla prima suddivisione cellulare, la primissima mitosi?
No, secondo me no. Dal momento che mi(ci) ritengo delle banali macchine chimiche non ritengo vera l'equivalenza massa-di-proteine-e-simili con un essere umano.
Rispetto la tesi opposta (es. cattolica), e francamente non so certo specificare "quando" avviene la transazione da non-vita a vita (a mio parere coi primi pensieri, ma capire "quando" un feto pensa non è certo banale), in termini strettamente cronologici ( K settimane di gestazione ).
E' il pensiero, l'autocoscenza l'unica cosa che (almeno in parte) ci suddivide dagli esseri non-senzienti (animali etc).
In definitiva: non sono "turbato" dall'aborto di embrioni nelle prime fasi di gestazione.
Non esiste, secondo me, il "diritto alla vita" (e lo porto alle estreme conseguenze, anche per gli adulti, ma la cosa diviene lunga sul piano filosofico e la tronco qui).
Ce lo siamo "inventati" noi (ad esempio in Natura vige sempre la legge "del più forte", e siamo "noi" (o meglio alcuni) a cercare di darsi una sorta di "autoregolamentazione", almeno da qualche centinaio di anni.
Fino, diciamo, agli anni 30 (1930!!!) non esisteva universalmente il "diritto alla vita" (tanto che esistevano i ministeri della Guerra), poi nazismo etc... ed ora degenerazione del comunismo (vedi Corea del Nord etc)...
Sembra "delirante", ma quello che cerco di spiegare è che la concezione etico-morale sulla "sacralità" della vita è una conquista recentissima, e neppure universalmente accettata.
Ciò implica che possono esserci benissimo dei pareri diversi sull'aborto, ritengo sbagliato cercare di giungere ad una SINGOLA "giusta" idea.