Lancia, 110 anni...ma non festeggia...(Story)

ADAN

AlfaTistissimoMe
21 Luglio 2006
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Vittorio Veneto (Treviso)
Auto
Alfa Romeo 147 2.000 Twin Spark Selespeed Super Body
Lancia: i perchè di 110 anni festeggiati in sordina

Pochi giorni fa la Lancia ha compiuto 110 anni di vita,
ma nessuno ha festeggiato un così importante traguardo: questi i motivi.


Lo scorso 27 novembre ha compiuto 110 anni di vita la Lancia, un marchio storico ormai a quanto pare avviato dolorosamente verso l’estinzione. Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo FCA, già due anni fa ha detto che malgrado la sua ingente storia un marchio come Lancia è comunque destinato alla scomparsa o perlomeno ad un’esistenza limitata al solo ed esiguo (almeno in termini mondiali) mercato italiano, proprio perché la Casa madre FIAT ha rinunciato ad investirvi e a coltivarlo negli ultimi venti o trent’anni. Quella di Marchionne è una conclusione certamente dolorosa e volendo pure contestabile, ma non priva di una sua logica: nel mondo dell’industria non c’è spazio per la storia e per i sentimentalismi, e purtroppo il marchio Lancia è stato erroneamente abbandonato al proprio destino da almeno vent’anni, senza essere usato per commercializzare auto di successo e di carattere o per competere in ambito sportivo.

Fino ai primissimi Anni ‘90 il nome Lancia faceva ancora furore nel mondo dei Rally con la “Delta” nelle varie versioni HF, Integrale ed EVO, e nell’alto di classe con un’ammiraglia come la “Thema”, che al suo apparire, nell’ormai lontano 1984, era addirittura la seconda auto più desiderata dagli italiani dopo la Ferrari. Viene da chiedersi come sia stato possibile che un marchio del genere, che ancor oggi detiene il record di vittorie nei Rally e per numero di brevetti tecnici registrati, sia oggi sul viale del tramonto.

Lancia ha sempre avuto un forte legame con FIAT. Vincenzo Lancia, il fondatore, era stato collaudatore e quindi pilota di macchine FIAT. Era un uomo corpulento, energico e generoso: quando, nel 1906, aveva fondato la sua Casa automobilistica, lo stabilimento aveva la porta d’ingresso troppo stretta per far uscire la sua prima automobile prodotta. Lui non aveva sentito storie: aveva preso una mazza ed aveva allargato la porta abbattendo pezzi di muro, di persona. Così la Lancia modello “Alfa” (molte Lancia di successo si sarebbero affidate, per farsi chiamare, a lettere dell’alfabeto greco, a nomi latini e così via) aveva potuto compiere il suo acclamato ingresso in società: era un’auto signorile, ben rifinita, con soluzioni tecniche all’ultimo grido.

Negli anni seguenti Lancia si sarebbe resa celebre con la “Lambda”, una macchina che introduceva per la prima volta nella storia dell’automobilismo la cosiddetta “scocca portante” (la carrozzeria che avvolgeva tutti gli organi meccanici ed il telaio, anziché essere semplicemente imbullonata a quest’ultimo), oltre al motore a quattro cilindri a V stretto prodotto in serie, e così via. Iniziava la fortunata stagione delle Lancia intese come auto innovatrici, che ad ogni nuovo modello introducevano nuovi brevetti capaci di spiazzare la concorrenza italiana, francese, inglese, tedesca ed americana.

Anche la Mafia italo-americana s’interessò alla Lancia: negli Anni ‘20 i boss newyorkesi contattarono il mite (e sprovveduto) Vincenzo Lancia proponendogli la costruzione delle sue automobili anche in America. Dopotutto quest’ultime andavano così bene anche negli Stati Uniti… Vincenzo inizialmente ci credette, poi, una volta giunto in America, si rese conto del pericolo e tornò di corsa in Italia, imbarcandosi sul primo piroscafo che trovò a disposizione. Nel frattempo, però, aveva ideato un modello apposta per i suoi loschi committenti, così come per il lussuoso mercato americano antecedente al 1929: la “Dilambda”.

“Ardea” ed “Aprilia” furono due modelli a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, fra Fascismo e Repubblica, con cui Lancia cercò di soddisfare le esigenze di un mercato che voleva congiungere l’eleganza e lo stile con le prestazioni e l’economia d’esercizio. Poi, nel Secondo Dopoguerra, fu il turno del figlio, che credette soprattutto nelle corse svenando la Casa in una costosa attività sportiva che alla fine la consegnò, ormai economicamente dissestata, nelle mani della famiglia Pesenti, quella del cemento. Nel frattempo, però, Lancia aveva ribadito il proprio “pedigree” tecnologico ed innovativo con modelli come la “Aurelia”, la prima auto di lusso ad introdurre il motore a sei cilindri a V di serie e la trazione posteriore con lo schema “transaxle”, e la Appia, lussuosissima berlina di categoria media, con motore 1100 cc a 4 cilindri a V stretto e trazione posteriore che si collocava esattamente a metà strada fra la più convenzionale FIAT 1100 e la più sportiveggiante Alfa Romeo “Giulietta” 1300. Con la gestione successiva la “Appia” trovò un’erede nella fortunatissima “Fulvia”, che ne ereditava il motore ma che introduceva per la prima volta in Italia la formula della trazione anteriore, e la “Flavia”, anch’essa a trazione anteriore e dotata di un ottimo motore boxer a quattro cilindri di 1500 cc: la regina delle autovetture di classe medio-alta in Italia, una spanna al di sopra della FIAT 1500 e a cui solo l’altrettanto blasonata Alfa Romeo “Giulia” era in grado di dar fastidio. La “Flavia” fu anche la prima auto italiana a disporre dell’iniezione, seppur ancora meccanica, ed il suo pregiato motore si sarebbe evoluto verso i 1800 e i 2000 cc fino all’erede degli Anni ‘70, la Lancia 2000 che molti considerano essere l’ultima vera Lancia prima dell’arrivo della FIAT. Anche la pregiatissima “Aurelia” aveva trovato una sua degna erede nella grande e lussuosa “Flaminia”, una limousine di 2500 cc con motore a sei cilindri a V, poi evolutosi anche in 2800 cc, che tuttora è l’auto del Presidente della Repubblica nelle occasioni speciali.

Quando la FIAT nel 1968 acquistò la Lancia dalla famiglia Pesenti, la situazione per la Casa di Chivasso era a dir poco distrutto. A detta dei tecnici FIAT non vi era un solo progetto nel cassetto, mentre le “Fulvia”, le “Flavia” e le “Flaminia” apparivano ormai troppo invecchiate. Fu così concepita, dall’oggi al domani, la “Beta”, che debuttò nel 1972 sostituendo “Fulvia” e “Flavia” e che per la prima volta nella storia della Lancia introdusse la meccanica FIAT, per la precisione gli ottimi bialbero “Lampredi”. La “Beta”, con la sua linea a due volumi, molto di moda in quegli anni, era davvero una novità per la Lancia, e fu la prima auto della Casa di Chivasso a venir importata anche in America dopo decenni. Fu un grande successo e rimase sulla breccia almeno fino al 1984, quando, insieme alla versione a tre volumi “Trevi” (ricordata soprattutto per l’originale cruscotto soprannominato “gruviera” e disegnato da un celebre architetto milanese) venne rimpiazzata dall’indimenticata “Thema”. La “Beta”, tuttavia, aveva fatto in tempo a farsi distinguere nei Rally, dando vita anche a fortunatissime versioni derivate come la “037” e la “Montecarlo” che avevano dominato le piste insieme alla “Stratos” motorizzata Ferrari, almeno finché non arrivò nel 1979 la più piccola e leggera “Delta”. Quest’ultima avrebbe fatto furore nei Rally degli Anni ‘80 vincendo tutto il possibile, e dominato il mercato insieme alla più grande e signorile “Thema” fino ai primi Anni ‘90.

Dopodichè, fu il nulla: la nuova “Delta” del 1992 non riuscì neanche minimamente a ripetere il successo della vecchia versione, anche perché nel frattempo la Casa era stata ritirata dalle corse, importanti veicolo pubblicitario. La “K”, ugualmente, scomparì nell’anonimato senza riuscire ad eguagliare il grande e lusinghiero riscontro della “Thema”, e men che meno vi riuscì la “Thesis” che invece, secondo i pronostici, avrebbe dovuto far furore. La “Lybra” prima e la “Nuova Delta” poi, malgrado le vendite inizialmente promettenti, ebbero lo stesso infausto esito.

Così s’è avviata verso la scomparsa una celebre Casa automobilistica, uno dei marchi che più ha contribuito nella sua lunga e prestigiosa storia a definire l’automobile di oggi e anche di domani.

Di Filippo Bovo - 16 dicembre 2016

:OK) http://www.opinione-pubblica.com/lancia ... i-sordina/ :OK)
 
Il fondatore... Vincenzo Lancia 1881 - 1937

e il figlio... Gianni Lancia 1924 -2014 che gestì l'azienda dal 1949 al 1955
 

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Le prime 8 Lancia pre II guerra
 

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Non sono d'accordo con questo far scomparire una casa come lancia... almeno tentano ultima carta... se è vero che vende solo in Italia, è pur vero che può trasformarlo in un brand esasperatamente sportivo... dato la tassazione, magari puntare su motori di cilindrata media ma di buona potenza (vedi 2.0 T 200cv/280cv) magari puntare e utilizzare come trampolino per futuri modelli dell'fca la teconologia ibrida. Ad esempio: prendere la base della Giulietta, modificarla per renderla integrale e estremizzare il tutto tranne tutti quei gingilli per chi usa l'auto come un parco giochi... ma sistemi veramente intelligenti (da valutare loro quali)... quindi estremizzarla meccanicamente... magari resuscitando il nome Delta (qui avrebbe più senso dato la tipologia) e puntare sugli amanti della guida... il tutto dato che dicono venda solo in Italia... qui secondo me si vedrà se ci sarà una risposta o meno del mercato... aggiungo magari rendendo una casa lei stessa un ibrida... da un lato "eleganza" con Ypsilon, da un altro estremismo sportivo senza fronzoli a tiratura limitata anche. Questo è la mia opinione su cosa tentare di fare
Saluti Max.

inviato dal mio Asus zenfone ze551ml
 
Maxximus":2fah5vb6 ha detto:
Non sono d'accordo con questo far scomparire una casa come lancia... almeno tentano ultima carta... se è vero che vende solo in Italia, è pur vero che può trasformarlo in un brand esasperatamente sportivo... dato la tassazione, magari puntare su motori di cilindrata media ma di buona potenza (vedi 2.0 T 200cv/280cv) magari puntare e utilizzare come trampolino per futuri modelli dell'fca la teconologia ibrida. Ad esempio: prendere la base della Giulietta, modificarla per renderla integrale e estremizzare il tutto tranne tutti quei gingilli per chi usa l'auto come un parco giochi... ma sistemi veramente intelligenti (da valutare loro quali)... quindi estremizzarla meccanicamente... magari resuscitando il nome Delta (qui avrebbe più senso dato la tipologia) e puntare sugli amanti della guida... il tutto dato che dicono venda solo in Italia... qui secondo me si vedrà se ci sarà una risposta o meno del mercato... aggiungo magari rendendo una casa lei stessa un ibrida... da un lato "eleganza" con Ypsilon, da un altro estremismo sportivo senza fronzoli a tiratura limitata anche. Questo è la mia opinione su cosa tentare di fare
Saluti Max.
Io la Lancia la farei solo di modelli esclusivi di piccola tiratura... 2 tra tutti:
- Usando l'Alfa 4c farei la Stratos
- Usando la Fiat 124 spider farei la Fulvia spider
e poi mi dedicherei ad una ammiraglia usando la Maserati
:muaha)
 
ADAN":86u8k6n4 ha detto:
Maxximus":86u8k6n4 ha detto:
Non sono d'accordo con questo far scomparire una casa come lancia... almeno tentano ultima carta... se è vero che vende solo in Italia, è pur vero che può trasformarlo in un brand esasperatamente sportivo... dato la tassazione, magari puntare su motori di cilindrata media ma di buona potenza (vedi 2.0 T 200cv/280cv) magari puntare e utilizzare come trampolino per futuri modelli dell'fca la teconologia ibrida. Ad esempio: prendere la base della Giulietta, modificarla per renderla integrale e estremizzare il tutto tranne tutti quei gingilli per chi usa l'auto come un parco giochi... ma sistemi veramente intelligenti (da valutare loro quali)... quindi estremizzarla meccanicamente... magari resuscitando il nome Delta (qui avrebbe più senso dato la tipologia) e puntare sugli amanti della guida... il tutto dato che dicono venda solo in Italia... qui secondo me si vedrà se ci sarà una risposta o meno del mercato... aggiungo magari rendendo una casa lei stessa un ibrida... da un lato "eleganza" con Ypsilon, da un altro estremismo sportivo senza fronzoli a tiratura limitata anche. Questo è la mia opinione su cosa tentare di fare
Saluti Max.
Io la Lancia la farei solo di modelli esclusivi di piccola tiratura... 2 tra tutti:
- Usando l'Alfa 4c farei la Stratos
- Usando la Fiat 124 spider farei la Fulvia spider
e poi mi dedicherei ad una ammiraglia usando la Maserati
:muaha)
Si ma successivamente... inizialmente per cercare di "lanciarla" , bisogna puntare su un altro modello e di impatto con il nome Delta... se venderà, allora provare a fare altri modelli come quelli sopra citati... perché ricordiamoci che dicono venda solo in Italia... e, sempre secondo me, sarebbe una tipologia di auto che non andrebbe a far concorrenza interna... :OK)
Saluti Max.

inviato dal mio Asus zenfone ze551ml
 
tornando alla Story Lancia...
mancano ancora due modelli dell'era Fam.Lancia, e cioè fin al 1956:
- Aurelia B10 B20 B24
- Appia I° II° III°
 

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    09 Lancia Aurelia B10 1950 -1958.jpg
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Per capirci... dato che non vogliono investirci, prendere già cosa hanno dentro e apportare alcune modifiche... magari puntando su un auto che di base è pronta per essere modificata a piacimento per fare competizioni nei rally... l'appassionato apprezzerebbe tutto questo secondo me ... X questo parlavo sopra anche di tiratura limitata ma non da spenderci 50 o 70 mila euro...
Saluti Max.

inviato dal mio Asus zenfone ze551ml
 
Secondo capitolo della Story Lancia (dal 1956 al 1969)
il marchio viene ceduto dalla Famiglia ad un imprenditore di nome Carlo Pesenti (1907-1984)
che poi cederà la proprietà 13 anni dopo alla FIAT.
Ecco le sue Lancia:
- Flaminia 1°e 2°più la Presidenziale 1957 - 1970
- Flavia 1° 2°e 3° 1960 - 1971
- Fulvia 1963 - 1976
 

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Maxximus":3244gbsu ha detto:
ADAN":3244gbsu ha detto:
Maxximus":3244gbsu ha detto:
Non sono d'accordo con questo far scomparire una casa come lancia... almeno tentano ultima carta... se è vero che vende solo in Italia, è pur vero che può trasformarlo in un brand esasperatamente sportivo... dato la tassazione, magari puntare su motori di cilindrata media ma di buona potenza (vedi 2.0 T 200cv/280cv) magari puntare e utilizzare come trampolino per futuri modelli dell'fca la teconologia ibrida. Ad esempio: prendere la base della Giulietta, modificarla per renderla integrale e estremizzare il tutto tranne tutti quei gingilli per chi usa l'auto come un parco giochi... ma sistemi veramente intelligenti (da valutare loro quali)... quindi estremizzarla meccanicamente... magari resuscitando il nome Delta (qui avrebbe più senso dato la tipologia) e puntare sugli amanti della guida... il tutto dato che dicono venda solo in Italia... qui secondo me si vedrà se ci sarà una risposta o meno del mercato... aggiungo magari rendendo una casa lei stessa un ibrida... da un lato "eleganza" con Ypsilon, da un altro estremismo sportivo senza fronzoli a tiratura limitata anche. Questo è la mia opinione su cosa tentare di fare
Saluti Max.
Io la Lancia la farei solo di modelli esclusivi di piccola tiratura... 2 tra tutti:
- Usando l'Alfa 4c farei la Stratos
- Usando la Fiat 124 spider farei la Fulvia spider
e poi mi dedicherei ad una ammiraglia usando la Maserati
:muaha)
Si ma successivamente... inizialmente per cercare di "lanciarla" , bisogna puntare su un altro modello e di impatto con il nome Delta... se venderà, allora provare a fare altri modelli come quelli sopra citati... perché ricordiamoci che dicono venda solo in Italia... e, sempre secondo me, sarebbe una tipologia di auto che non andrebbe a far concorrenza interna... :OK)
Saluti Max.
no secondo me, Lancia in origine era l'auto dei "signori" chi aveva i denè
ed è a quel gruppo di persone che potrebbero guardar
auto semi esclusive dal prezzo di 45 a 100 mila euri
dove ti puoi permettere di farne pochissime, vedi Alfa 4c, senza rimetterci.
Con quel bel telaio della Mazda ci vedrei bene anche l'Aurelia B24 spider in versione moderna. :love)
Di certo, a parte Ypsilon non faranno più auto segmento B-C e probabile anche D :ka)
 
ADAN":pmkyzd8x ha detto:
no secondo me, Lancia in origine era l'auto dei "signori" chi aveva i denè
ed è a quel gruppo di persone che potrebbero guardar
auto semi esclusive dal prezzo di 45 a 100 mila euri
dove ti puoi permettere di farne pochissime, vedi Alfa 4c, senza rimetterci.
Con quel bel telaio della Mazda ci vedrei bene anche l'Aurelia B24 spider in versione moderna. :love)
Di certo, a parte Ypsilon non faranno più auto segmento B-C e probabile anche D :ka)

Concordo, ma solo dopo un rilancio come scritto prima, perché potrebbe risultare un doppione in quel caso... se invece si ci afferma un po' di più e si fa entrare nella mente delle persone che lancia non significa solo ypsilon, ma anche altro modello che ti fa ricordare (per gli appassionati) e avvicinare nuova generazione al mondo sportivo/rally... facendo ciò credo sia maturo fare auto con base, 4c, 124, Aurelia, ecc... se lo si fa adesso, credo che non abbia l'effetto giusto. :OK)
Saluti Max.

inviato dal mio Asus zenfone ze551ml
 
ADAN":2odfxqrg ha detto:
Maxximus":2odfxqrg ha detto:
Non sono d'accordo con questo far scomparire una casa come lancia... almeno tentano ultima carta... se è vero che vende solo in Italia, è pur vero che può trasformarlo in un brand esasperatamente sportivo... dato la tassazione, magari puntare su motori di cilindrata media ma di buona potenza (vedi 2.0 T 200cv/280cv) magari puntare e utilizzare come trampolino per futuri modelli dell'fca la teconologia ibrida. Ad esempio: prendere la base della Giulietta, modificarla per renderla integrale e estremizzare il tutto tranne tutti quei gingilli per chi usa l'auto come un parco giochi... ma sistemi veramente intelligenti (da valutare loro quali)... quindi estremizzarla meccanicamente... magari resuscitando il nome Delta (qui avrebbe più senso dato la tipologia) e puntare sugli amanti della guida... il tutto dato che dicono venda solo in Italia... qui secondo me si vedrà se ci sarà una risposta o meno del mercato... aggiungo magari rendendo una casa lei stessa un ibrida... da un lato "eleganza" con Ypsilon, da un altro estremismo sportivo senza fronzoli a tiratura limitata anche. Questo è la mia opinione su cosa tentare di fare
Saluti Max.
Io la Lancia la farei solo di modelli esclusivi di piccola tiratura... 2 tra tutti:
- Usando l'Alfa 4c farei la Stratos
- Usando la Fiat 124 spider farei la Fulvia spider
e poi mi dedicherei ad una ammiraglia usando la Maserati
:muaha)
beh la stratos sarebbe bella,almeno dai progetti che c'erano
 
La rivista AUTO crede ancora in un possibile rilancio del marchio, con addirittura 5 modelli :matto)
:muaha)

Ri-Lancia in 5 mosse, l'ipotetico ritorno al futuro
Marchionne ha calato il sipario, ma FCA avrebbe pianali e motori per le prossime Delta Integrale, Stratos, Fulvia e Flaminia ...


:OK) http://www.auto.it/news/anteprime/2017/ ... al_futuro/ :OK)
 

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  • Lancia Stratos.jpg
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  • Lancia Delta Integrale Ghaphicar.jpg
    Lancia Delta Integrale Ghaphicar.jpg
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  • Lancia Delta.jpg
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  • Lancia Flaminia.jpg
    Lancia Flaminia.jpg
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Sogni che temo rimarranno tali.
Anni fa avevano già bello che pronto il remake della fulvia su base barchetta, poi non se ne fece più nulla.

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Concordo. A livello progettuale secondo me Fca aveva tutto per poter puntare al rilancio in grande stile sia di Alfa che Lancia... hanno creato Giorgio grazie a collaborazione Maserati / Ferrari x Alfa... xk hanno perso tanto tempo e non hanno creato un pianale come ad esempio Vw AG ha fatto con il Mqb per rilanciare Lancia ed Fca stessa?!?!? Mistero...
 
Tra le Lancia più famose ho trascurato probabilmente la più EPOCALE :?: :?: :?:
siam nel 1937 e Mussolini...
:matto)
;)

LANCIA ASTURA CABRIOLET MINISTERIALE

Perugia, 2010. Sono nella verdeggiante provincia di Perugia, dove in una fredda giornata di dicembre, vengo accolto nella villa del Collezionista. Con la calma di una domenica pomeriggio, si degusta un buon vino locale mentre inizia la visita alla parziale collezione di auto custodita in questa proprietà. Le auto sono in ottime condizioni sia dal punto di vista della carrozzeria sia da quello della meccanica. Ognuna di esse meriterebbe di essere raccontata, ma oggi lo scopo della visita è un altro. Così non mi soffermerò sui modelli anteguerra tra cui spiccano Rolls Royce, Fiat (501 corsa, 503, varie versioni di Balilla, Ardita, 1100, fino alla più comune Topolino), Ford, Cytroen, Willis e ancora e ancora.
Lo scopo di questa visita è la Lancia Astura Ministeriale attualmente in fase di restauro. Ma andiamo con ordine.
L'auto in questione è una delle quattro (il dato è incerto) frutto della megalomania di Benito Mussolini che nel 1938 ne commissionò la costruzione. L'occasione che valse tale realizzazione (i cui tempi sono da record: si parla di 6 mesi tra la progettazione e il prodotto finito) fu la visita di Hitler nel maggio del '39 in Italia per la stipula del Patto d'Acciaio. Data la risonanza internazionale dell'evento, Mussolini fece preparare questo ristretto parco macchine ad hoc per l'evento; l'obiettivo era palesare, alla vasta folla che sarebbe stata presente ma soprattutto al Fuhrer, la potenza italiana esaltandone al contempo sfarzosità e rigore.
Si andava infatti a suggellare l'autorevolezza di un accordo che avrebbe turbato il panorama europeo con la costituzione dell'asse italo-tedesco. A testimoniare la sfilata ci sono vari filmati dell'Istituto Luce che ripresero il passaggio di questo ristretto parco macchine in mezzo a folle festanti e intimorite dalla mole di quest’auto, al cui interno sembra che il re Vittorio Emanuele III avesse fatto montare un apposito sgabello che lo sostenesse slanciandolo durante il consueto saluto al popolo.
Ad occhi inesperti le quattro Lancia Astura Ministeriale in parata potevano sembrare perfettamente identiche ma da un'attenta analisi dei particolari, il nostro Collezionista è riuscito a stabilire che quella in suo possesso è proprio l'auto che ebbe l'onore e l'onere di ospitare Adolf Hitler. La distinzione fatta dal giovane collezionista umbro è stata resa possibile dalla minuziosa analisi di piccoli dettagli che distinguono la carrozzeria della sua Lancia, commissionata a Pininfarina, da quella delle altre tre, che furono invece commissionate a Boneschi e Stabilimenti Farina. I particolari che rendono possibile la distinzione sono le maniglie, gli allestimenti interni, la mascherina meno squadrata e più lineare.
Data la scarsità di documenti dell'epoca seguente questa comparsa imperiale, le tracce della vettura divengono vaghe e di difficilmente immediata attendibilità. Tuttavia la determinazione e la passione storica del padre del collezionista, fecero sì che, nei primi anni '70, questi riuscisse a ripercorrere idealmente il tragitto compiuto dall'auto sino al suo abbandono.
La ricostruzione vede così l'auto utilizzata dal '39 al '43 per parate, sfilate militari e inaugurazioni nelle maggiori piazze italiane (numerosi gli avvistamenti presso la Reggia di Caserta, Roma e Firenze) fino a trasferte di rappresentanza all'estero (viene avvistata anche presso le colonie in Albania).
L'auto fu utilizzata in ultimo dal re Vittorio Emanuele III per la sua precipitosa fuga dall'Italia avvenuta il 9 settembre del '43. Per tale occasione, lungo il tragitto Roma-Pescara, lo sfarzo del blu ministeriale che contraddistingueva la vettura venne rivestito da uno strato di anonimo grigio al fine di mascherare – per quanto possibile – l'ingombro del mezzo. Leggenda vuole che la parata che costituiva la fuga fosse stata agevolata da accordi segreti che ne garantirono il silenzio e ne permisero l'arrivo. Infatti, risulta ben difficile poter pensare ad una traversata del Bel Paese che potesse passare inosservata sotto la pressione di bombardamenti e dell'esercito americano intento a risalire l'Italia per liberarla dalla dittatura fascista.
Dal '43 al '71 l'auto rimase “parcheggiata” in un deposito nei pressi del porto di Pescara. Qui l'ingombro del mezzo, sia in termini fisici che politici, venne tenuto nascosto alla vista sotto strati di macerie che, sommate alle intemperie e al trascorrere del tempo, ne condizionarono l'integrità. Tale disfacimento rese l'auto simile a un rottame, ma non agli occhi esperti di un appassionato per riuscire nell'intento di portare il mezzo in Umbria, si accordò con il proprietario della rimessa per depositare il mezzo come ferro vecchio presso uno sfasciacarrozze e da lì riacquistarlo per riportarlo in vita.
Il nuovo proprietario immaginava l'importanza del mezzo, ma solo le innumerevoli ricerche in cui si “perse” il Collezionista, ne riconobbero ufficialmente il valore storico. L'attenta analisi è partita, come già detto, dai documenti dell'Istituto Luce, in cui era possibile identificare le targhe, ma queste risultarono essere utilizzate dal Ministero degli Interni e non legate ad uno specifico numero di telaio; quindi l'analisi si è spostata sugli Archivi del Quirinale, ove è stato possibile reperire l'ordine commissionato da Mussolini; infine sono stati passati in esamina sia gli archivi Pininfarina, che però hanno ben poco materiale a seguito di un bombardamento, sia gli archivi Lancia che documentano la realizzazione dei telai ma non confermano a chi fossero destinati. Resta il fatto che dall'archivio Lancia si è potuta comprovare l'autenticità del mezzo grazie ai numeri di serie del motore, del cambio e del differenziale. Tutti questi elementi, infatti, combaciano perfettamente tranne il differenziale che venne sostituito per una rottura.

Ripresomi da quest’avvincente viaggio in un passato in bianco e nero ma legato ancora ai nostri giorni grazie questi strepitosi mezzi, ritorno alla realtà attuale in attesa di vedere la mitica Lancia solcare nuovamente le strade nostrane.
Di seguito le principali caratteristiche tecniche della Lancia Astura Cabriolet Ministeriale la cui storia è stata sin qui narrata.
Modello e presenza sul mercato: Di Lancia Astura Ministeriale ne furono costruiti 4 modelli (il dato è incerto), uno dei quali, perfettamente funzionante e restaurato, è certamente in possesso di Bernie Ecclestone; un altro, anch'esso in ottime condizioni, si trova nel nord Italia; l'ultimo (a parte ovviamente quello sito in Umbria) si trova negli USA riverniciato di un anacronistico rosso bordeaux.
Meccanica: La meccanica è una delle più sofisticate e belle dell'epoca, mentre il motore è uno dei più equilibrati in assoluto per il periodo. Si tratta di un 8cc a V stretto, tipica impostazione Lancia, uno dei primi motori montato su supporti elastici per non trasferire le vibrazioni all'autotelaio. In più, ogni volta che si accende, un meccanismo fa sì che si ripulisca il filtro dell'olio, ottenendo una meccanica duratura e affidabile nel tempo.
Telaio: qualsiasi parte d'attrito è lubrificata da un apposito impianto (tramite una leva, lo chauffeur poteva scegliere quale parte critica lubrificare: balestre, spingidisco, cuscinetti..).
Accessori: Era dotata di radio che con apposito interruttore permetteva la comunicazione tra la parte posteriore “abitabile” e il conducente; le due parti erano infatti rigorosamente divise da un vetro che garantiva la privacy. La radio trasmetteva anche in AM.
Prestazioni, consumi e dimensioni: La velocità massima è di 128 km/h, 82 CV, 17 litri x 100 km, peso oltre 2 tonnellate, lunga oltre 6 mt.


http://classcarcollection.blogspot.com/ ... le-un.html


cmq, :matto) l'Astura ha anche un'altra storia: :nod)

https://it.wikipedia.org/wiki/Lancia_Astura

e una l'abbiam anche vista dal vivo da vicino... :eek13) vi dice niente Museo Nicolis? :D

http://www.repubblica.it/motori/sezioni ... 113705943/

video con foto storiche :OK) https://www.youtube.com/watch?v=EvW6sV-LndA :OK)
 

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L'ente dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico dell'azienda partecipa ad "Amiki miei", il raduno internazionale organizzato dal campione veneto e riservato alle vetture Lancia prodotte fino al 1994. L'evento prevede due prove speciali a carattere sportivo e un percorso turistico di regolarità, oltre a concorsi di eleganza e sportività. FCA Heritage schiera un prezioso esemplare stradale della Lancia Rally del 1982, la vettura che vide il debutto di Biasion nelle competizioni con la Lancia.

Nel fine settimana dell'8 e 9 settembre andrà in scena a Bassano del Grappa "Amiki Miei", il raduno internazionale dedicato alla storia del marchio Lancia organizzato dal campione del mondo Miki Biasion, il cui nome è indissolubilmente legato alle leggendarie vittorie ottenute al volante della Delta HF Integrale. Lancia e Miki Biasion hanno scritto insieme alcune delle pagine più belle nella storia del motorsport - con la Delta Biasion ha conquistato due titoli mondiali rally consecutivi, nel 1988 ed '89 - e insieme continuano ad appassionare ancora oggi migliaia di tifosi in tutto il mondo. Nato proprio per celebrare il mito del marchio Lancia, i suoi modelli, le sue vittorie e naturalmente i suoi piloti, "Amiki miei"è riservato alle vetture della Casa torinese prodotte fino al 1994.

Tra assaggi enogastronomici e i concorsi di "eleganza" e "sportività", l'evento si arricchisce del supporto di FCA Heritage, che sarà presente con una Lancia Rally - conosciuta anche con la sigla di progetto 037 - in versione stradale. Una scelta non casuale, in quanto il debutto di Miki Biasion nelle competizioni alla guida di una vettura Lancia avvenne proprio nel 1983 con la Rally Gruppo B. In quell'anno il pilota veneto partecipò al Campionato Europeo vincendo 11 gare su 12 e portando a casa il suo primo titolo internazionale, oltre a conquistare contemporaneamente il titolo di campione italiano.

Lancia Rally (1982)
La vettura fu concepita all'inizio degli anni Ottanta per sostituire, nelle competizioni rallystiche internazionali, la gloriosa ma ormai datata Fiat 131 Abarth Rally. Contraddistinta dal numero di progetto SE037, è basata sulla cellula centrale della Lancia Beta Montecarlo - cui vennero uniti un traliccio anteriore ed uno posteriore - e costruita dalla Pininfarina, che ne curò l'estetica. Il motore, il bialbero Fiat di 2 litri a 16 valvole sovralimentato con compressore volumetrico, fu progettato dall'Abarth e venne collocato longitudinalmente in posizione posteriore centrale, garantendo alla vettura una notevole motricità. La 037 in versione stradale (l'esemplare è uno dei 200 prodotti per consentire l'omologazione in Gruppo B) sviluppa 205 cv capaci di spingerla a oltre 220 km/h e di farle raggiungere i 100 km/h da ferma in meno di sette secondi. La versione da competizione (elaborata fino a raggiungere i 310 cv di potenza massima) esordisce al Rally Costa Smeralda nell'aprile del 1982 e concorre ufficialmente per la stagione 1983, dove domina il campionato mondiale sin dalla prima gara, il Rally di Montecarlo vinto da Walter Röhrl . In quell'anno, nonostante l'agguerrita concorrenza delle nuove Audi Quattro a trazione integrale, la Lancia conquistò il Campionato del Mondo, quello Europeo e quello Italiano.
 
fuffa giornalistica a iosa.

Lancia finisce con la cessata produzione di Y. Non ci sono soldi per rispettare il piano industriale precedente su Alfa (7 nuovi modelli blablabla), pensate ce ne siano per rivitalizzare una zavorra?
 
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