ultime notizie processo Senna e sentenza Corte d’Appello di Bologna 27.05.2005

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Nuovo Alfista
6 Ottobre 2004
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Milano Città
di DANIELE PIZZI

11/05/05 - Bologna E' ripreso a muoversi il grande serpentone del processo Senna: questa mattina alle 9.30,presso la prima sezione penale della Corte d'Appello, ha avuto luogo la prima udienza delnuovo procedimento di secondo grado. Come si ricorderà, a seguito delle sentenzeassolutorie del Pretore Antonio Costanzo (dicembre 1997) e della terza sezione della Corted'Appello (novembre 1999), il Procuratore Generale Rinaldo Rosini aveva impugnatoquest'ultima decisione dinanzi alla Corte di Cassazione che, nel gennaio 2004, l'avevaannullata con rinvio ad altra sezione di secondo grado.



I punti che la Suprema Corte aveva segnalato come oscuri si rifacevano, ancora unavolta, al ruolo ricoperto dal piantone dello sterzo nella causalità dell'evento e allemodifiche ad esso apportate, con specifico riferimento ad eventuali colpe e responsabilitàper condotte omissive.



Questa mattina il Presidente della Corte, Lucio D'Orazi, ha subito dato la parola a Rosiniche, ancora una volta nel ruolo della pubblica accusa, ha tenuto un'articolatarequisitoria volta ad escludere altre possibili cause (come, ad esempio, un malore delpilota ante facto) e ad accertare le responsabilità colpose di chi, all'interno del teamWilliams F1, era portatore di un generale dovere di vigilanza sull'operato dei tecnici,specie in una modifica così delicata quale quella del piantone dello sterzo.



Ipotesi di colpa erano state già in primo grado ipotizzate a carico di Frank Williams(titolare), Patrick Head (direttore tecnico) e Adrian Newey (tecnico aerodinamico).



Caposaldo del castello accusatorio è stato, ancora una volta, la prova informaticarealizzata dal centro interuniversitario CINECA che, tramite complessi studi sul filmatodella camera car di Senna, aveva dimostrato l'asserita rottura del piantone modificato.



"Concludendo - ha detto il Procuratore Generale - è da considerare l'eccezionalità diquesta operazione, che certo non è di routine, nonchè il ruolo ricoperto da Headall'interno della squadra. Egli, in qualità di direttore tecnico, è infatti certamenteintervenuto su progettazione e ideazione del delicato intervento e proprio a lui è quindiascrivibile una sorta di responsabilità omissiva e colpa in vigilando.



Nonostante il quadro gravemente indiziario che raggiunge la piena prova - prosegueRosini - non si possono negare all'imputato le attenuanti generiche e si deve constatareche il reato risulta ormai prescritto. Motivi, questi, che fondano la richiesta dellapubblica accusa di riformare la sentenza in luogo di non doversi procedere causa laprescrizione del reato di cui al capo d'imputazione".



Ha aperto poi la fase di arringhe difensive il legale di Patrick Head, Oreste Dominioni, cheha sottolineato alla Corte l'importanza della ricostruzione virtuale dei fatti, realizzata daesperti americani per conto della difesa. "Essa - precisa il professore - basandosi su unparticolare software (Adams Mechanical Dynamics, ndr) permette di testare al computeril comportamento che una monoposto virtuale, rispondente in tutto per tutto a quella diSenna, avrebbe tenuto, su un tracciato virtuale identico per conformazione ecaratteristiche a quello di Imola. Affrontando la prova molteplici volte è possibile rendersiconto di come, in quella determinata situazione (quindi ipotizzando un piantone dellosterzo "sano" e lievi dossi sull'asfalto), la monoposto virtuale si comporti proprio comel'auto di Senna. Anzi, aggiungendo un ulteriore dettaglio (rottura del piantoneantecedente l'immissione nella curva del Tamburello) la reazione data dal programma è L’autore collabora con i Prof. Giovanni Ziccardi e Giancarlo Taddei Elmi all’interno della Cattedra diInformatica Giuridica Avanzata dell’ Università degli Studi di Milano.



completamente diversa da quella tenuta dal pilota brasiliano. Questo risultato ha quindidimostrato come l'incidente sia da attribuirsi unicamente all'imbardamento della vetturasui dossi della pista, situazione che ha gravemente danneggiato il piantone, poidefinitivamete spezzatosi a seguito dello scontro".



Dopo aver analizzato il comportamento del pilota e la sua reazione a seguitodell'incontrollabilità della macchina, Dominioni ha sottolineato la "grande bagarre natatra gli stessi consulenti del pubblico ministero" e concluso chiedendo, "anche sulla basedi questa prova scientifica della cui esattezza non si può dubitare" l'assoluzione del suoassistito perchè il fatto non sussiste e per mancanza del nesso di causalità.



E' infine venuto il turno degli avvocati Causo, Lanzi e Stortoni che, dopo aver affermatoche "non vi è alcuna prova che meriti accoglimento in un aula di giustizia che dimostri larottura dello sterzo prima dell'uscita di pista", hanno replicato le richieste assolutorie delloro collega anche per Adrian Newey, progettista che avrebbe avuto competenze soloquanto alla scocca dell'auto. Particolare curiosità ha destato la dissertazione dottrinaledell'avvocato Stortoni che, richiamando principi giurisprudenziali (quali quello diaffidamento, in virtù del quale si ha il diritto/dovere di fidarsi della competenza ebravura di un soggetto che svolge un altro compito), ha sottolineato alla Corte l'assolutaimposibilità di imputare qualsivoglia genere di comportamento omissivo al tecnicoaerodinamico, anche in ragione della rilevata estraneità di quest'ultimo all'organigrammagestionale della Williams F1.



In conclusione di udienza il Procuratore Generale presso la Procura della Repubblica haribadito "la piena volontà di verificare se effettivamente qualche colpa vi sia stata e sequalcuno è portatore di tali responsabilità".



L'ultima battuta arriva da Dominioni che, con una dura replica, ha rivolto al pubblicoministero severe accuse di negligenza e voluta trascuratezza della valida ricostruzionedigitale messa a disposizione dai consulenti tecnici della difesa, "prova sempresottovalutata nell'ambito di questo procedimento".



Il Presidente D'Orazi ha così posto termine all'udienza, rinviando altre eventuali replicheal 27 maggio, giorno fissato per la prosecuzione della stessa.



Ancora un mese bisognerà quindi attendere per arrivare alla verità, sempre che così lapossa definire, questa volta con una nuova sentenza che metterà definitivamente il puntoa questo lungo capitolo della storia dell'automobilismo mondiale.



L'impressione generale è comunque - a detta dei presenti - quella di una totale mancanzadi interesse al procedimento, vuoi per la subito ipotizzata impunibilità dei soggettieventualmente condannati (grazie alle già accennate attenuanti generiche, fatte valere sindal primo grado) vuoi perchè l'unico interesse è sempre stato quello di far uscire nellemigliori condizioni possibile la scuderia Williams da questa imbarazzante "pozzanghera".
 
A me dispiace che dopo più di 11 anni si stia ancora discutendo sulla questione.

In uno sport come la Formula 1 incidenti anche mortali si sa che sono possibili, stabilito che non c'era nulla di premeditato, a questo punto non capisco a cosa serva stabilire se le sconnessioni hanno provocato la rottura e tutto il resto o se è successa qualche altra cosa.
 
alk147":1fdioky2 ha detto:
A me dispiace che dopo più di 11 anni si stia ancora discutendo sulla questione.

In uno sport come la Formula 1 incidenti anche mortali si sa che sono possibili, stabilito che non c'era nulla di premeditato, a questo punto non capisco a cosa serva stabilire se le sconnessioni hanno provocato la rottura e tutto il resto o se è successa qualche altra cosa.
in effetti, forse c'è poco da discutere, soprattutto dopo tanto tempo :ka)

Sposto in sport
 
giangirm":3sp1lwuw ha detto:
alk147":3sp1lwuw ha detto:
A me dispiace che dopo più di 11 anni si stia ancora discutendo sulla questione.

In uno sport come la Formula 1 incidenti anche mortali si sa che sono possibili, stabilito che non c'era nulla di premeditato, a questo punto non capisco a cosa serva stabilire se le sconnessioni hanno provocato la rottura e tutto il resto o se è successa qualche altra cosa.
in effetti, forse c'è poco da discutere, soprattutto dopo tanto tempo :ka)

Sposto in sport

Vi quoto, che senso ha :sgrat) :ka) :ka) :ka) Che head e williams si debbano subire anni di processo è pazzesco... dopo amici e familiari sono stati loro i più colpiti.
 
il problema è ke a quanto ricordo, i primi a dover essere "indagati" erano i gestori del circuito di imola e la federazione stessa, dato che il giorno prima la morte del povero Ratzenberger fu dichiarata ad hoc dopo la fine delle prove per non far saltare l'evento... Poi che la rottura sia dovuta, come sembra, ad una negligenza da parte degli ingegneri e meccanici williams è un altro discorso... Certo che è deprimente vedere come ogni caso intricato in italia per vari motivi si protrae all'infinito senza avere nessun risultato tangibile...
 
27/05/05 - Bologna

Non è stato un malore o errore del pilota, né l’imperfezione del circuito di Imola, a determinare l’incidente del 1 maggio 1994, in cui trovò la morte il giovane campione di F.1. Ayrton Senna.

“L’unico motivo in cui si può ravvisare la causa dell’uscita di pista è il cedimento del piantone dello sterzo”, così aveva detto il Procuratore Generale Rosini nella sua requisitoria di poche settimane fa. E di questo avviso è stata anche la terza sezione penale della Corte d’Appello di Bologna che oggi, con una nuova sentenza di secondo grado, ha confermato quello che, fin dall’inizio, era stato additato come l’elemento chiave dell’intero processo. Ma c’è di più.

A undici anni dai fatti, la prescrizione del reato (che, lo ricordiamo, per omicidio colposo con attenuanti generiche interviene dopo 7 anni e 6 mesi circa) non ha significato esenzione da responsabilità. Non si dimenticherà facilmente di questa giornata. Lui, Patrick Head, direttore tecnico del team Williams, una delle persone più stimate e apprezzate nel grande mondo della F.1, porta ora sulle spalle una grande peso. Quello della morte di Ayrton Senna.

Il collegio ha riconosciuto a suo carico la colpa di non essersi adoperato a dovere nel curare la fase di realizzazione del piantone dello sterzo. Egli infatti, in qualità di responsabile tecnico-sportivo della scuderia, avrebbe dovuto effettuare un controllo preventivo sull’operato di meccanici e progettisti, verificando che tutto fosse conforme agli standard di resistenza ed affidabilità previsti.

Quanto all’altro imputato, il tecnico aerodinamico Adrian Newey, è stata esclusa qualsivoglia ipotesi di colpa, essendo stata valutata la sua completa estraneità alla gestione di quella che, come ha tenuto a precisare l’Avvocato Stortoni, è una “parte della monoposto prettamente meccanica, senza alcun risvolto aerodinamico”. Per lui, quindi, conferma della sentenza di primo grado “per non aver commesso il fatto”.

Poco più di due sono state le ore di attesa prima della lettura del dispositivo della sentenza da parte del dott. D’Orazi, presidente della Corte, dopo che l’udienza era formalmente iniziata alle ore 11.00 con la rinuncia alle repliche da parte di accusa e difesa.

Non sono ovviamente mancate le reazioni, prima fra tutte quelle dell’Avvocato di Patrick Head, che così ha commentato: “Un’amara sentenza che non ci aspettavamo. Attendiamo ora la pubblicazione del testo integrale e delle motivazioni (il termine fissato è di 90 giorni, ma non è del tutto inderogabile - ndr) in cui il giudice dovrà chiarire cosa l’ha spinto ad una tale decisione, dopo che già un Tribunale (all’epoca Pretura, 16-12-1997 - ndr) e una Corte d’Appello (3^ sezione penale, 22-11-1999 - ndr) avevano fugato il dubbio di qualsiasi responsabilità per colpa in capo al mio cliente”.

Soddisfazione è stata invece espressa dal Procuratore Generale Rosini (“il mio assunto è stato riconosciuto e ritenuto valido”)

Caposaldo di tutto il castello accusatorio era stata la rielaborazione digitale delle immagini e dei video dell’incidente effettuata dal CINECA (Consorzio Interuniversitario di Bologna) per conto del PM. Da essa – “si evince chiaramente come il piantone dello sterzo fosse ceduto o quantomeno gravemente compromesso nella sua efficienza, già prima dell’impatto della vettura contro il muro”.

La difesa Head aveva replicato con un’ulteriore ricostruzione digitale che, però, a differenza della prima, simulava tramite una vettura virtuale ed un pilota “umanoide”, le ipotetiche e possibili uscite di pista a seconda delle variabili inserite (preesistenza della rottura del piantone, ecc.). C’è però da dire che tale elemento probatorio non è mai stato ritenuto fondante da parte dei vari giudici e, per dirla con Dominioni, “sempre, ingiustificatamente trascurato”.

Causa del cedimento venne sin dall’inizio individuata in una cattiva modifica del tubo sterzante, ridotto di diametro per consentire al pilota una più agevole posizione di guida. Operazione a cui, stando alla Corte, avrebbe dovuto sovrintendere Head e che oggi, a undici anni di distanza da quel funesto 1° maggio 1994, gli ha costato un prezzo abnorme. Il piantone dello sterzo era rotto, la responsabilità per la morte di Ayrton Senna è sua. Parola del computer.

tratto da articolo a cura del Dott. Daniele Pizzi
 
Sinceramente non so che dire...

scusatemi l'OT ma per il fatto analogo capitato al povero Kato (Moto) a che soluzione si è arrivati?
 
ma secondo me non é il caso di cercare colpevoli ancora 11 anni dopo. :KO)

non si é trattato di omicidio ma di un incidente, perciò anche se la colpa di qualcuno deve essere non credo sia giusto fare tanto casino.

é stato un tragico incidente :bhua) :bhua)
 
Janpaul":2h442097 ha detto:
ma secondo me non é il caso di cercare colpevoli ancora 11 anni dopo. :KO)

non si é trattato di omicidio ma di un incidente, perciò anche se la colpa di qualcuno deve essere non credo sia giusto fare tanto casino.

é stato un tragico incidente :bhua) :bhua)

quoto :OK) E' disgustoso.. x me Rosini è un povero :ignore) :nono02) :mad2)
 
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