A darne la notizia via web, è stata quattrotuote:
Dopo le indiscrezioni, ora è ufficiale: il gruppo Fiat, dopo ripetuti rinvii, ha finalmente deciso di rilanciare il marchio Alfa Romeo negli Stati Uniti, anche se non prima del 2010. Come anticipato dall'amministratore delegato, Sergio Marchionne, per la distribuzione dei modelli del Biscione, il Lingotto s'affiderà alla rete di concessionari Maserati.
Resta da capire come l'Alfa se la caverà sul competitivo mercato statunitense, da cui è uscita nel 1995 (quell'anno immatricolò appena 44 macchine), lasciando un ricordo di sé non proprio lusinghiero. Da allora, il panorama automobilistico americano è molto cambiato; i consumatori si possono suddividere grosso modo in quattro macrocategorie: gli amanti della praticità (in particolare dei pick-up), quelli che vogliono potenza a tutti i costi, quelli che badano all'affidabilità e gli ecologisti. In tutti i casi – dalle Ford "F-150" ed "Explorer" alle potentissime Mercedes, dalla Honda "Accord" alla Toyota "Prius" – le marche attualmente presenti negli States lasciano ben poco spazio di manovra a una "debuttante", anche se si chiama Alfa Romeo.
Visti i modelli che la Casa vuole portare negli Stati Uniti (dalla "Brera" alla "Spider", passando forse per la "159"), è evidente l'intenzione di puntare sull'immagine aggressiva del marchio, ma anche nel segmento delle sportive da 20-30.000 dollari la concorrenza è spietata: la BMW "3 Coupé" domina incontrastata da anni e nessuno dei marchi giapponesi (da Honda a Nissan, da Infiniti a Lexus) è mai riuscito a impensierirla. Inoltre, nonostante la tradizione che la Casa di Arese può vantare nelle corse, la sua immagine in Nordamerica è tutta da ricostruire, con l'ulteriore difficoltà che qui la trazione anteriore e i motori di piccola cilindrata non aiutano.
Nonostante questo, la partita non è persa in partenza: per l'Alfa, c'è la stessa prospettiva che ha tenuto viva la Jaguar, quella di puntare sullo stile. Se nella rosa delle Alfa destinate agli americani entrasse anche la "8C Competizione", ci sarebbe abbastanza italian style per incominciare a convincere gli annoiati automobilisti a stelle e strisce che c'è un'alternativa agli eccessi delle BMW di Bangle e all'anonimato dei modelli giapponesi.
Dopo le indiscrezioni, ora è ufficiale: il gruppo Fiat, dopo ripetuti rinvii, ha finalmente deciso di rilanciare il marchio Alfa Romeo negli Stati Uniti, anche se non prima del 2010. Come anticipato dall'amministratore delegato, Sergio Marchionne, per la distribuzione dei modelli del Biscione, il Lingotto s'affiderà alla rete di concessionari Maserati.
Resta da capire come l'Alfa se la caverà sul competitivo mercato statunitense, da cui è uscita nel 1995 (quell'anno immatricolò appena 44 macchine), lasciando un ricordo di sé non proprio lusinghiero. Da allora, il panorama automobilistico americano è molto cambiato; i consumatori si possono suddividere grosso modo in quattro macrocategorie: gli amanti della praticità (in particolare dei pick-up), quelli che vogliono potenza a tutti i costi, quelli che badano all'affidabilità e gli ecologisti. In tutti i casi – dalle Ford "F-150" ed "Explorer" alle potentissime Mercedes, dalla Honda "Accord" alla Toyota "Prius" – le marche attualmente presenti negli States lasciano ben poco spazio di manovra a una "debuttante", anche se si chiama Alfa Romeo.
Visti i modelli che la Casa vuole portare negli Stati Uniti (dalla "Brera" alla "Spider", passando forse per la "159"), è evidente l'intenzione di puntare sull'immagine aggressiva del marchio, ma anche nel segmento delle sportive da 20-30.000 dollari la concorrenza è spietata: la BMW "3 Coupé" domina incontrastata da anni e nessuno dei marchi giapponesi (da Honda a Nissan, da Infiniti a Lexus) è mai riuscito a impensierirla. Inoltre, nonostante la tradizione che la Casa di Arese può vantare nelle corse, la sua immagine in Nordamerica è tutta da ricostruire, con l'ulteriore difficoltà che qui la trazione anteriore e i motori di piccola cilindrata non aiutano.
Nonostante questo, la partita non è persa in partenza: per l'Alfa, c'è la stessa prospettiva che ha tenuto viva la Jaguar, quella di puntare sullo stile. Se nella rosa delle Alfa destinate agli americani entrasse anche la "8C Competizione", ci sarebbe abbastanza italian style per incominciare a convincere gli annoiati automobilisti a stelle e strisce che c'è un'alternativa agli eccessi delle BMW di Bangle e all'anonimato dei modelli giapponesi.