La inaffondabile Jolly Rosso
Giovedì 20 Agosto 2009 17:37
Dura a morire la storia della Jolly Rosso! Inaffondabile la nave, inaffondabile la storia!. Come una pallina di gomma piena d’aria che più cerchi di mandare giù, più risale e galleggia. Almeno sembra sia così. Una storia che fa la felicità e la fortuna di ogni giornalista che ha potuto scrivere centinaia di articoli e migliaia di pagine. Anche libri, come “ Navi a perdere”..
Una storia iniziata il 14 dicembre 1990 e che sembrava fosse ultimata con la assoluzione dei tre armatori Messina del marzo 2008. Una storia piena di misteri, di dietrologie e di paranoia. Una storia che ha ferito un territorio se non una intera regione che sono stati additati come “tenutari” di resti inquinanti responsabili di tante morti. Un reato ipotizzato di “Affondamento doloso e occultamento di rifiuti tossici e radioattivi”, che ad oggi, a circa venti anni dallo spiaggiamento, non si è riusciti a provare perchè non è mai stata rinvenuta mai alcuna “contaminazione radioattiva” pur avendo i controlli riguardato il mare, i terreni interessati dallo spiaggiamento, le superfici di tutta la nave. Una storia per la quale si costituirono parte civile alcune amministrazioni comunali .Una storia per la quale “Ci sono persone che coraggiosamente collaborano e altre che hanno strani ripensamenti” Una storia che fa parlare di un problema antico, facendo dimenticare i problemi attuali. Un mare sporco, una stagione estiva persa, la gente incazzata e che non tornerà più , una regione dai due volti: buono lo Ionio e cattivo il Tirreno. Insomma una storia che è sempre più strana. E la stranezza( ci si permetta) è che si siano voluti quasi venti anni perché un uomo di una certa età( dobbiamo ritenere perché venti anni fa non poteva certo essere un bambino difficoltato a capire) abbia parlato, come afferma l’abile Paolo Orofino il quale sostiene che “ Oggi, però, grazie a recenti indicazioni fornite da un testimone il caso potrebbe ravvivarsi. Sulla base della “soffiata” è stata individuata un’area nel comune di Aiello Calabro, proprio al confine con i territori di Serra di Aiello, Amantea, San Pietro in Amantea ……..dove sono stati riscontrati valori di radiazioni molto superiori alla normalità”. Parliamo di uno dei pochi tenutari di un segreto che se vero è terribile Il luogo dove si nasconderebbero i fusti della Jolly Rosso ( o comune qualcosa di simile). Un luogo dove l’Arpacal avrebbe trovato tracce consistenti di inquinamento radioattivo non riconducibili a quelli ordinari delle vecchie esplosioni di centrali come Chernobyl od alle esplosioni nucleari. Una zona molto indagata ma nel posto sbagliato.Il luogo non sarebbe esattamente lo stesso ma, sembra, qualche km a monte denominata Petrone- Valle del Signore e Foresta di Aiello Calabro. Beh, tutto sommato una notizia positiva. Se davvero è stato trovato il sito di deposito dei fusti possibili della Jolly Rosso si potrà fare una definitiva e salutare bonifica e chi si è visto, si è visto. A questo punto, onestamente, è giusto, necessario ed opportuno che sia condannato qualcuno per questo inquinamento terribile, ma( ci si permetta sempre) ancora più importante, giusto, necessario ed opportuno che si bonifichi l’area e si evitino danni anche irreparabili ad una società civile che sta soffrendo di questa storia. Il problema è se la notizia non dovesse risultare alla fine attendibile ed ancora una volta questo territorio avrebbe a subire ulteriori terribili danni di immagine da una vicenda che ha tante stranezze. Ne segnaliamo una. Possibile che questi teorici fusti( o merci) inquinate della Jolly Rosso siano stati lì quasi vent’anni e nessuno abbia rilevato questo supposto inquinamento ? In verità non sappiamo nemmeno se nel 1990 la strada fosse stata già costruita o se il trasporto fosse avvenuto lungo il letto del fiume.
Giuseppe Marchese
amantea.net
il servizio del tg1 di ieri sera 31 Agosto 2009
[web]http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-7a67c513-72eb-458a-929d-a55b7f9a59e4.html[/web]
ma di fatto lo si sa da almeno 10 anni dove fu seppellita quella roba.
(...) Per questo oggi è cruciale il lavoro del sostituto procurature di Paola, Francesco Greco. A distanza di anni qualcuno ha parlato, e ripensando allo spiaggiamento della Rosso ha riferito episodi, definiti dai Carabinieri, estremamenie importanti. Un testimone oculare, ad esempio, ha detto che "dopo circa due mesi dall'avveduto spiaggiamento, iniziarono i conferimenti di rifiuti provenienti dalla motonave Rosso presso la discarica in località Grassuilo (nel comune di Amantea, provincia di Cosenza). Tali conferimenti avvenivano di giorno, e ogni automezzo veniva scortati dalla Guardia di Finanza o dai vigili urbani. Negli stessi giorni (il testimone) notò effettuare scarichi presso la discarica che avvenivano di notte e senza scorta da parte degli organi di polizia. Tale materiale la mattina successiva veniva subito interrato con l'utilizzo di mezzi meccanici. "In particolare, scrivono i Carabinieri, il testimone riferiva che sarebbe tuttora in grado di indicare con estrema precisione il punto in cui furono sotterrali tali rifiuti, che si troverebbero a una profondità di circa 40 metri". Ma c'è dell'altro. Un secondo testimone ha raccontato di aver visto i camion che la notte partivano dalla Rosso e arrivavano a scaricare in località Foresta (comune di Serra D'Aiello, provincia di Cosenza). (...)
stralcio di:
"Una Nave Rosso Veleno" , Riccardo Bocca, l'Espresso, 10 Giugno 2004
Ho contrassegnato da una mappa di GE col bollino rosso il luogo dove si è arenata la Rosso e in giallo "circa" il luogo salito agli onori del servizio del Tg1