Io ho una ammirazione profondissima per Falcone e Borsellino, sono secondo me l'esempio di grandi uomini, non eroi ma proprio Uomini con la U maiuscola. Per la loro dignità, per la loro professionalità, per la loro integrità, per il loro coraggio, per la loro umanità e soprattutto per il fatto che abbiano voluto e saputo combattere la mafia non per la loro gloria ma per rendere un servizio allo stato, alle istituzioni e alla gente.
Anche se molti che poi hanno applaudito la loro bara prima li maledicevano.
Non so se avrei avuto il loro coraggio, di sicuro non le loro capacità (almeno in campo giuridico), ma se fossi stato un poliziotto o un carabiniere, all'epoca mi sarei offerto pure io per scortarli.
Per certi versi è scandaloso come quei magistrati siano stati mandati sostanzialmente allo sbaraglio. In un clima del genere, fossi stato io al Governo, avrei mandato un battaglione (tipo la Folgore o il San Marco) a proteggerli, con tanto di blindati. Peccato, mi sa, che anche a Roma non tutti fossero proprio contenti del loro lavoro...
Nel merito del film, sono qualche appunto. In alcuni momenti mi è sembrato che avessero voluto esagerare i fatti storici. E' assurdo, ad esempio, che Borsellino fosse in stanza da solo con uno che ha cercato di ucciderlo... e se questo mentre lo abbracciava gli spezzava il collo? Insomma, mi sembra un pò irrealistico.
Inoltre, e non capisco perchè dato che oltre ad essere una verità storica è pure scenograficamente interessamente da mostrare, nella ricostruzione dell'attentato a Falcone non è stato detto che la sua auto era un pò più indietro al momento dell'esplosione (e per poco non è bastato a salvarli) perchè poco prima, sovrappensiero, Falcone aveva spento l'auto in corsa girando la chiave.
Per completezza, se la ricostruzione dell'attentato a Borsellino, e il clima che c'era in quei giorni, è esatta, secondo me, purtroppo, e senza nulla togliere alla grandezza dell'uomo e al debito che non potremo mai ripagare per quanto ha fatto, il povero giudice ha fatto un errore ad esporsi per andare a prendere la madre. Anche se non sapeva che il telefono di lei era intercettato, sapeva che c'era un carico di esplosivo che l'aspettava. Invece che cercare di disfarsi della scorta, che effettivamente poco poteva fare di fronte alle auto-bomba, avrebbe dovuto restare in un luogo protetto, un bunker, persino nuovamente al carcere dell'Asinara.
Certo, forse i mafiosi a quel punto avrebbero ripiegato sui collaboratori, o forse sulla famiglia di Borsellino (tipo proprio la madre, ma forse all'epoca le donne la mafia non le toccava), però fatto è che Borsellino si è esposto troppo :cry: