L'amministratore delegato della Calcestruzzi s.r.l., azienda del gruppo Italcementi, e altri tre dirigenti della società che ha sede a Bergamo, sono stati arrestati su ordine del gip di Caltanissetta. Truffa, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di avere agevolato l'attività di Cosa nostra, sono stati contestati all'ad Mario Colombini, 62 anni, residente in provincia di Milano; al direttore di zona di Sicilia e Campania dell'azienda, Fausto Volante; al capo-area per Sicilia, Francesco Librizzi; all'ex dipendente a Riesi, e capo area della Sicilia, Giuseppe Giovanni Laurino (già in carcere).
Secondo gli inquirenti, la Calcestruzzi avrebbe proceduto, non solo nella provincia di Caltanissetta e in Sicilia, ma su tutto il territorio nazionale, alla creazione di fondi neri "da destinare quantomeno in Sicilia, alla mafia". L'azienda – che lo scorso dicembre ha sospeso le attività in Sicilia dopo aver scoperto irregolarità nella gestione della società - avrebbe fornito calcestruzzo di qualità inferiore a quello richiesto dalle imprese che eseguivano appalti pubblici. Questo sistema, per gli inquirenti, sarebbe stata "una strategia aziendale della Calcestruzzi, adottata su scala nazionale e gestita a mezzo, anche del sistema informatico, con la consapevolezza dei vertici aziendali".
L'indagine è stata condotta dai carabinieri del Reparto operativo e del Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta.
I provvedimenti restrittivi sono stati firmati dal gip Giovambattista Tona, su richiesta del procuratore aggiunto Renato Di Natale e del pm della Direzione distrettuale antimafia, Nicolò Marino.
L'inchiesta si basa anche su riscontri di documenti acquisiti durante perquisizioni effettuate negli impianti siciliani e negli uffici della direzione di Bergamo. Sono stati effettuati accertamenti tecnici su opere edilizie realizzate con il calcestruzzo fornito e svolti dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno parlato di irregolarità che sarebbero state commesse dalla Calcestruzzi. L'azienda ha in Italia 10 direzioni di zona, 250 impianti di betonaggio, 23 cave e 21 impianti di selezione di inerti. Fa parte del gruppo Italcementi, quinto produttore di cemento a livello mondiale ed il principale operatore nel bacino del mediterraneo.
L'indagine della procura antimafia di Caltanissetta è stata aperta dopo un blitz che ha portato nel luglio del 2006 in carcere tre presunti affiliati alla cosca mafiosa di Riesi che avrebbe gestito illecitamente appalti e forniture ai cantieri edili della zona. Un atto d'accusa che aveva portato la Procura antimafia di Caltanissetta a notificare a Bergamo un avviso di garanzia all'avvocato della società, Pierfranco Barabini.
Le indagini del 2006 erano state puntate sul ruolo di Giovanni Giuseppe Laurino che oltre ad essere accusato di associazione mafiosa, è stato indicato come il punto di riferimento della cosca di Riesi per tutto quello che riguardavano gli interessi illeciti legati alla sede siciliana della Calcestruzzi spa.
Lo scorso dicembre, dopo una serie di verifiche, la Calcestruzzi ha denunciato alla magistratura alcuni episodi di irregolarità accertati e ha bloccato gli impianti in cui lavoravano 26 addetti, decidendo una serie di misure disciplinari a carico dei sospettati di condotte irregolari.
"Quest'indagine prova qunto sia difficile il cammino iniziato dagli imprenditori per dire no ad ogni forma di collusione" sostiene il presidente della Commissione Antimafia, Francesco Forgione. "Ma è soprattutto la conferma di come tra molte imprese, non solo siciliane, e le cosche mafiose ci sia stata un'intesa per cogestire flussi di danaro pubblico, piegare le istituzioni agli interessi criminali e danneggiare tutti i cittadini con lavori realizzati molto ad di sotto degli standard definiti nelle gare d'appalto. Ora spero che la voglia di pulizia degli imprenditori sia ancora più forte."
che vergogna.. dico solo che vergogna..
Secondo gli inquirenti, la Calcestruzzi avrebbe proceduto, non solo nella provincia di Caltanissetta e in Sicilia, ma su tutto il territorio nazionale, alla creazione di fondi neri "da destinare quantomeno in Sicilia, alla mafia". L'azienda – che lo scorso dicembre ha sospeso le attività in Sicilia dopo aver scoperto irregolarità nella gestione della società - avrebbe fornito calcestruzzo di qualità inferiore a quello richiesto dalle imprese che eseguivano appalti pubblici. Questo sistema, per gli inquirenti, sarebbe stata "una strategia aziendale della Calcestruzzi, adottata su scala nazionale e gestita a mezzo, anche del sistema informatico, con la consapevolezza dei vertici aziendali".
L'indagine è stata condotta dai carabinieri del Reparto operativo e del Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta.
I provvedimenti restrittivi sono stati firmati dal gip Giovambattista Tona, su richiesta del procuratore aggiunto Renato Di Natale e del pm della Direzione distrettuale antimafia, Nicolò Marino.
L'inchiesta si basa anche su riscontri di documenti acquisiti durante perquisizioni effettuate negli impianti siciliani e negli uffici della direzione di Bergamo. Sono stati effettuati accertamenti tecnici su opere edilizie realizzate con il calcestruzzo fornito e svolti dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno parlato di irregolarità che sarebbero state commesse dalla Calcestruzzi. L'azienda ha in Italia 10 direzioni di zona, 250 impianti di betonaggio, 23 cave e 21 impianti di selezione di inerti. Fa parte del gruppo Italcementi, quinto produttore di cemento a livello mondiale ed il principale operatore nel bacino del mediterraneo.
L'indagine della procura antimafia di Caltanissetta è stata aperta dopo un blitz che ha portato nel luglio del 2006 in carcere tre presunti affiliati alla cosca mafiosa di Riesi che avrebbe gestito illecitamente appalti e forniture ai cantieri edili della zona. Un atto d'accusa che aveva portato la Procura antimafia di Caltanissetta a notificare a Bergamo un avviso di garanzia all'avvocato della società, Pierfranco Barabini.
Le indagini del 2006 erano state puntate sul ruolo di Giovanni Giuseppe Laurino che oltre ad essere accusato di associazione mafiosa, è stato indicato come il punto di riferimento della cosca di Riesi per tutto quello che riguardavano gli interessi illeciti legati alla sede siciliana della Calcestruzzi spa.
Lo scorso dicembre, dopo una serie di verifiche, la Calcestruzzi ha denunciato alla magistratura alcuni episodi di irregolarità accertati e ha bloccato gli impianti in cui lavoravano 26 addetti, decidendo una serie di misure disciplinari a carico dei sospettati di condotte irregolari.
"Quest'indagine prova qunto sia difficile il cammino iniziato dagli imprenditori per dire no ad ogni forma di collusione" sostiene il presidente della Commissione Antimafia, Francesco Forgione. "Ma è soprattutto la conferma di come tra molte imprese, non solo siciliane, e le cosche mafiose ci sia stata un'intesa per cogestire flussi di danaro pubblico, piegare le istituzioni agli interessi criminali e danneggiare tutti i cittadini con lavori realizzati molto ad di sotto degli standard definiti nelle gare d'appalto. Ora spero che la voglia di pulizia degli imprenditori sia ancora più forte."
che vergogna.. dico solo che vergogna..