Regime massimo diesel i.d.

cat147

Nuovo Alfista
11 Aprile 2005
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36
diciamo Padova?
Oggi che ho un po' di tempo libero faccio un po' lo "sborone" e spiego a tutti perchè i moderni diesel ad iniezione diretta hanno in genere un'erogazione di potenza che finisce a 4.000 g/m o poco più in alto.
Il problema è dato dal ritardo totale di combustione, ovverosia dal tempo che intercorre tra il momento in cui una gocciolina di gasolio entra nel cilindro e quello in cui s'incendia.
Il ritardo totale di combustione è dato dalla somma del ritardo fisico e dal ritardo chimico.
Il secondo dipende dal carburante il quale, a differenza della benzina, impiega un certo tempo per bruciare ed è un parametro direttamente dipendente dal numero di cetano, per cui non si può minimizzare con l'impiego dei carburanti commerciali.
Il secondo è determinato dal tempo che il gasolio impiega per passare allo stato gassoso (la combustione avviene infatti a tale stato) e combinarsi il più possibile uniformemente con l'aria immessa nel cilindro.
In pratica il problema del ritardo nei benzina non si pone perchè il carburante è molto più volatile e venendo (di solito) iniettato nel collettore di aspirazione, ha tutto il tempo di miscelarsi con l'aria grazie alla turbolenza presente nel collettore e nel cilindro in fase di compressione (di qui l'importanza degli effetti di squirl, squish e tumble generati dalla conformazione della camera di combustione). Il problema poi del ritardo chimico non si pone perchè l'accensione è comandata da una fonte di energia ad altissima temperatura (la scintilla prodotta dalla candela) per cui il fronte di fiamma si irradia pressochè uniformemente da tutti i lati fino a raggiungere i posti più estremi, con una velocità di combustione che aumenta pressochè linearmente all'aumentare dei giri in virtù della maggiore turbolenza. Si badi bene infatti che i diagrammi dell'anticipo di accensione di solito prevedono un picco in corrispondenza del regime di coppia massima per poi ridiminuire progressivamente all'aumentare dei giri motore, appunto perchè la velocità di combustione aumenta di pari passo, richiedendo minori anticipi. Ecco spiegato perchè un 4 tempi a benzina può arrivare anche a 20.000 giri/min senza incorrere in problemi legati al ritardo di combustione.
Ma torniamo al diesel: in questi propulsori la velocità di combustione aumenta men che proporzionalmente all'aumentare dei giri, per cui ad un certo punto (i fatitici 4.00-4.500 giri) il gasolio iniettato non farebbe in tempo a bruciare tutto entro il campo untile del lavoro del pistone (in genere 90-max 120° dopo il p.m.s.) per cui la parte di gasolio in ipotesi iniettata in più rimane incombusta (man mano che il pistone scende si riduce la compressione geometrica e si allontanano le condizioni ideali per l'autoaccensione della miscela gasolio/aria) e passa nello scarico senza aver effettuato alcun lavoro utile.
Questo spiega perchè ad esempio le nostre nasone, anche con marce basse, "muoiono" verso i 4.300-4.500 giri come se ci fosse un limitatore di giri. In realtà l'effetto è dato dal limitatore naturale dato dal ritardo di combustione.
Nel ritardo ha un discreto ruolo anche il problema della penetrazione delle goccioline di gasolio.
Come detto, la combustione avviene a livello molecolare, ovvero quando le molecole di gasolio, a seguito dell'evaporazione, intercettano e si mescolano con quelle di ossigeno presenti nell'aria. L'evaporazione inizia dagli strati superficiali della goccia e quindi sarà tanto più veloce quanto minore sarà la dimensione della goccia (perchè così aumenta il rapporto superficie/volume). Ecco allora che le goccie di gasolio iniettate (sotto forma di spry) devono essere piccolissime, quindi gli iniettori devono avere ugelli microscopici. Al ridursi della dimesioni la capacità "balistica" delle goccie si riduce nel senso che perdono capacità di penetrazione venendo spazzate via dalla turbolenza prima di arrivare all'estremo della camera di combustione, il che ostacola l'uniformizzazione della carica con creazione di aree troppo magre (che non producono potenza) e troppo grasse (che non si incendiano).
Ecco allora che per aumentare la penetrazione, si aumenta la pressione di iniezione, e questo spiega l'escalation delle pressioni sviluppate dai moderni sistemi di iniezione.
Posto che la potenza è il prodotto della coppia per in n° di giri, è chiaro che per aumentarla o si aumentano i giri, o si aumenta la coppia, ovvero la p.m.e. (la coppia è data dalla p.m.e per il braccio di leva offerto dalla manovella).
Nei diesel più di tanto (poco) i giri non si possono aumentare, per cui l'aumento di potenza si ottiene prioritariamente con l'aumento della p.m.e. ed in primis ciò si ottieme aumentando il fattore di sovralimentazione.
Si tenga poi conto che i diesel hanno però un innegabile vantaggio: la grande coppia già a basso o bassissimo regime, imputabile a tre fattori: a) alimentazione a miscela di concentrazione variabile; b) alto rapporto di compressione; c) assenza (normalmente) della valvola a farfalla.
Se l'argomento interessa se ne può fare una FAQ oppure se a qualcuno interessa la prossima volta vado oltre sulle possibilità di incremento di potenza.
 
cat147":254ea19u ha detto:
Oggi che ho un po' di tempo libero faccio un po' lo "sborone" e spiego a tutti perchè i moderni diesel ad iniezione diretta hanno in genere un'erogazione di potenza che finisce a 4.000 g/m o poco più in alto.
Il problema è dato dal ritardo totale di combustione, ovverosia dal tempo che intercorre tra il momento in cui una gocciolina di gasolio entra nel cilindro e quello in cui s'incendia.
Il ritardo totale di combustione è dato dalla somma del ritardo fisico e dal ritardo chimico.
Il secondo dipende dal carburante il quale, a differenza della benzina, impiega un certo tempo per bruciare ed è un parametro direttamente dipendente dal numero di cetano, per cui non si può minimizzare con l'impiego dei carburanti commerciali.
Il secondo è determinato dal tempo che il gasolio impiega per passare allo stato gassoso (la combustione avviene infatti a tale stato) e combinarsi il più possibile uniformemente con l'aria immessa nel cilindro.
In pratica il problema del ritardo nei benzina non si pone perchè il carburante è molto più volatile e venendo (di solito) iniettato nel collettore di aspirazione, ha tutto il tempo di miscelarsi con l'aria grazie alla turbolenza presente nel collettore e nel cilindro in fase di compressione (di qui l'importanza degli effetti di squirl, squish e tumble generati dalla conformazione della camera di combustione). Il problema poi del ritardo chimico non si pone perchè l'accensione è comandata da una fonte di energia ad altissima temperatura (la scintilla prodotta dalla candela) per cui il fronte di fiamma si irradia pressochè uniformemente da tutti i lati fino a raggiungere i posti più estremi, con una velocità di combustione che aumenta pressochè linearmente all'aumentare dei giri in virtù della maggiore turbolenza. Si badi bene infatti che i diagrammi dell'anticipo di accensione di solito prevedono un picco in corrispondenza del regime di coppia massima per poi ridiminuire progressivamente all'aumentare dei giri motore, appunto perchè la velocità di combustione aumenta di pari passo, richiedendo minori anticipi. Ecco spiegato perchè un 4 tempi a benzina può arrivare anche a 20.000 giri/min senza incorrere in problemi legati al ritardo di combustione.
Ma torniamo al diesel: in questi propulsori la velocità di combustione aumenta men che proporzionalmente all'aumentare dei giri, per cui ad un certo punto (i fatitici 4.00-4.500 giri) il gasolio iniettato non farebbe in tempo a bruciare tutto entro il campo untile del lavoro del pistone (in genere 90-max 120° dopo il p.m.s.) per cui la parte di gasolio in ipotesi iniettata in più rimane incombusta (man mano che il pistone scende si riduce la compressione geometrica e si allontanano le condizioni ideali per l'autoaccensione della miscela gasolio/aria) e passa nello scarico senza aver effettuato alcun lavoro utile.
Questo spiega perchè ad esempio le nostre nasone, anche con marce basse, "muoiono" verso i 4.300-4.500 giri come se ci fosse un limitatore di giri. In realtà l'effetto è dato dal limitatore naturale dato dal ritardo di combustione.
Nel ritardo ha un discreto ruolo anche il problema della penetrazione delle goccioline di gasolio.
Come detto, la combustione avviene a livello molecolare, ovvero quando le molecole di gasolio, a seguito dell'evaporazione, intercettano e si mescolano con quelle di ossigeno presenti nell'aria. L'evaporazione inizia dagli strati superficiali della goccia e quindi sarà tanto più veloce quanto minore sarà la dimensione della goccia (perchè così aumenta il rapporto superficie/volume). Ecco allora che le goccie di gasolio iniettate (sotto forma di spry) devono essere piccolissime, quindi gli iniettori devono avere ugelli microscopici. Al ridursi della dimesioni la capacità "balistica" delle goccie si riduce nel senso che perdono capacità di penetrazione venendo spazzate via dalla turbolenza prima di arrivare all'estremo della camera di combustione, il che ostacola l'uniformizzazione della carica con creazione di aree troppo magre (che non producono potenza) e troppo grasse (che non si incendiano).
Ecco allora che per aumentare la penetrazione, si aumenta la pressione di iniezione, e questo spiega l'escalation delle pressioni sviluppate dai moderni sistemi di iniezione.
Posto che la potenza è il prodotto della coppia per in n° di giri, è chiaro che per aumentarla o si aumentano i giri, o si aumenta la coppia, ovvero la p.m.e. (la coppia è data dalla p.m.e per il braccio di leva offerto dalla manovella).
Nei diesel più di tanto (poco) i giri non si possono aumentare, per cui l'aumento di potenza si ottiene prioritariamente con l'aumento della p.m.e. ed in primis ciò si ottieme aumentando il fattore di sovralimentazione.
Si tenga poi conto che i diesel hanno però un innegabile vantaggio: la grande coppia già a basso o bassissimo regime, imputabile a tre fattori: a) alimentazione a miscela di concentrazione variabile; b) alto rapporto di compressione; c) assenza (normalmente) della valvola a farfalla.
Se l'argomento interessa se ne può fare una FAQ oppure se a qualcuno interessa la prossima volta vado oltre sulle possibilità di incremento di potenza.


molto interessante :clap) :clap) :OK)
 
Grande spiegazione! :handclap) :handclap) :handclap) :handclap)
 

Bravo, chiaro e conciso...... :OK) :OK)

Sottolineerei quanto segue, visto che io continuo a ripeterlo da anni anche a chi mi dice che ha aumentato la potenza al proprio motore turbodiesel senza toccare la pressione (o addirittura diminuendola!!! :?: )

Posto che la potenza è il prodotto della coppia per in n° di giri, è chiaro che per aumentarla o si aumentano i giri, o si aumenta la coppia, ovvero la p.m.e. (la coppia è data dalla p.m.e per il braccio di leva offerto dalla manovella).
Nei diesel più di tanto (poco) i giri non si possono aumentare, per cui l'aumento di potenza si ottiene prioritariamente con l'aumento della p.m.e. ed in primis ciò si ottieme aumentando il fattore di sovralimentazione.

;)
 
Riprendo un po' velocemente il discorso sull'incremento di potenza del moderni td.
Anzittutto va puntualizzato che a produrre potenza è l'aria (cioè il comburente) e non il carburante. Quest'ultimo è indispensabile per innescare la conversione dell'ossigeno in anidride carbonica ed energia (ho semplificato moltissimo...abbiate pazienza, non sono un chimico) ma il processo fondamentale è quello che interessa l'ossigeno.
Ecco che per aumentare la potenza bisogna far aspirare al motore più aria e più densa possibile (o comunque con la maggiore percentuale di ossigeno). Questo chiarisce immediatamente il motivo per cui, con ricette diverse, le potenze si aumentano incrementando la cilindrata, il fattore di sovralimentazione o l'efficienza del complesso testa-distribuzione. Tutti e tre i metodi sono funzionali all'aumento della quantità d'aria aspirata dal motore. Poi, volendo esagerare ci sono i sistemi di sovralimentazione chimica (NOS) che aumentano la quantità di ossigeno aspirata dal motore.
Ma torniamo ai motori td: mantenendo invariata la cilindrata bisogna aumentare la pressione di sovralimentazione, il che porta con se una miriade di problemi: il turbocompressore originale può essere ritoccato fino ad un certo punto perchè superata una certa soglia la sua efficienza cala drasticamente e sebbene la pressione aumenti moltissimo sia ha anche un aumento esponenziale della temperatura che da un lato vanifica l'effetto della sovralimentazione, dall'altro mette a serio pericolo la sopravvivenza del motore ed anche della turbina.
Quindi, anzittutto aumentare la pressione significa dover aumentare anche la postrefrigerazione (adozione dell'intercooler se assente o di uno che assicuri un maggiore scambio termico in luogo dell'originale), poi è d'obbligo passare ad un turbocompressore di maggiori dimensioni, in grado di dare maggiore pressione mantenendosi entro i limiti di progetto quanto a n° di giri (già oggi quelli di serie lavorano anche a 150.000 giri/min). Turbocompressore più grande significa però anche maggiore turbo-lag e range di utilizzo del motore più limitato. Quindi la soluzione adottata dai costruttori è l'adozione della geometria variabile, che variando l'angolo di incidenza dei gas di scarico sulle palette della girante riescono ad assicurare ottime spinte anche con un volume ridotto di gas di scarico con un buon controllo della velocità della girante all'aumentare dei gas.
Anche qui però si arriva solo fino ad un certo punto, poi bisogna passare alla sovralimentazione a doppio stadio di cui la BMW ha fatto un'eccellente applicazione sui motori 3 litri della 535d. La soluzione non è concettualmente nuova comunque, essendo adottata da molto sui motori marini più spinti. La prima turbina entra in funzione ai bassi regimi e fornisce alla seconda aria già precompressa da comprimere ulteriormente. Ogni turbocompressore lavora nei suo range di massima efficienza ed i risultati sono paurosi. Chiarisco che la gestione dei due turbo sui motori BMW è un po' diversa in quanto più che sovralimentazione a doppio stadio (la si ha solo in certe condizioni di funzionamento) si ha una doppia sovralimentazione sequenziale.
Un bel sistema era anche quello adottato sulle mitiche Lancia Delta S4, dove la doppia sovralimentazione sequenziale si aveva con l'uso di un compressore volumetrico ai bassi regimi ed un turbo agli alti. Infatti per loro natura i volumetrici (specialmente quelli a lobi tipo Roots) danno buone pressioni fin dal minimo (ai bassi regimi è proprio come guidare un'auto di maggiore cilindrata) ma la loro efficienza cala drasticamente se gli si richiedono più di 0,8-0,9 bar di sovrapressione. Inoltre tollerano male i regimi di rotazione superiori ai 5-6.000 giri. Un turbo di generose dimensioni ha il problema inverso: pressioni molto alte (anche 4 bar nei tempi d'oro della F1 turbo) ma sono vuoti ai bassi regimi, con l'ulteriore handicap che se su un benzina si supera il bar di pressione bisogna ridurre di un bel po' il rapporto geometrico di compressione per evitare la detonazione...quindi sotto soglia di ingresso del turbo si guida un vuotissimo aspirato a bassa compressione.
Ovviamente più aria significa dover iniettare più gasolio (quando si cerca la massima potenza) e questo riporta al problema del precedente post.
Fattore determinante è inoltre quello della gestione degli anticipi di iniezione, uno di quelli che i maghi dell'elettronica alterano con certosina precisione in sede di rimappatura, e questo è ciò che segna la grande differenza di risultati tra una rimappatura e l'aggiunta di un modulo aggiuntivo. Sappiate che a parità di cv spremuti in più dal motore la differenza di erogazione è data al 90% dei casi dalla maggiore o minore bontà della gestione degli anticipi.
Il resto alla prossima puntata.
 
A questo punto aggiungo solo una piccola curiosità: perchè i turbo hanno bisogno di valvole waste-gate (o della geometria variabile)?
I primi esperimenti fatti con i turbocompressori rivelarono che incredibilmente la velocità di rotazione della girante continua ad aumentare di poco anche se il flusso dei gas di scarico che entrano nella turbina resta costante (tipicamente al raggiungimento del massimo regimo a pieno carico motore). Ma all'aumentare della pressione di sovralimentazione aumenta anche la pressione e la temperatura dei gas di scarico che andranno poi ad esercitare un'ulteriore spinta alla turbina. In pratica i turbo compressori hanno la particolarità che più girano veloci e minore sarà l'incremento di energia necessario per farli accelerare ulteriormente.
L'aumento della velocità angolare della girante comporta un incremento esponenziale della massa d'aria aspirata dal compressore e contemporaneamente della pressione dell'aria in uscita, quindi a rigore un incremento dei gas prodotti dal motore che accelererà ancora la turbina e via continuando in un circolo "vizioso". Solo che ad un certo punto il compressore lavora ampliamente fuori dal suo range di massima efficienza e l'aria viene sì compressa enormemente, ma anche enormemente riscaldata (anche più di 300° al limite della rottura meccanica, sempre immancabilmente verificatasi).
Il segreto sta nella particolare forma (invero molto efficiente) delle palette della girante la quale genera un fenomeno di portanza aerodinamica sulla faccia posteriore della paletta che "attrae" la paletta successiva. Questo comporta che all'aumentare dei giri la quantità di energia necessaria per accelerare ulteriormente la girante viene via via riducendosi, in un crescendo che se non fosse interrotto porterebbe a regimi meccanicamente intollerabili per il complesso turbocompressore.
Ecco allora che la waste-gate interviene al valore di pressione impostato deviando una porzione dei gas di scarico da monte a valle della turbina (all'esterno direttamente nelle gare, attraverso un bypass nelle auto di serie). Tali gas non partecipano alla spinta sulla girante e così il regime di rotazione si stabilizza.
Con la geometria variabile invece si varia il grado di incidenza e la sezione di passaggio dei gas di scarico all'ingresso della chiocciola. Ai bassi regimi la sezione è ridotta (così i gas entrano più veloci) e l'angolo è pressoché perpendicolare alle palette della girante esercitando sulle stesse la massima pressione possibile.
Raggiunta la pressione limite il comando pneumatico varia l'incidenza dei diffusori, la sezione aumenta, i gas entrano meno veloci e l'angolo è orientato verso il centro turbina. Così i gas colpiscono le palette diagonalmente e già orientati verso l'uscita della turbina. La spinta cala ed il regime si stabilizza.
 
mamma mia cat ho appreso più cose da te in 5 minuti di lettura dei tuoi post che in tutta la vita :?: :OK)
sei veramente un pozzo di conoscenza (almeno in campo automobilistico) e mi fa piacere che tu ti renda disponibile a dottrinizzarci :nod) :worship)
 
Ovviamente più aria significa dover iniettare più gasolio (quando si cerca la massima potenza) e questo riporta al problema del precedente post.
Fattore determinante è inoltre quello della gestione degli anticipi di iniezione, uno di quelli che i maghi dell'elettronica alterano con certosina precisione in sede di rimappatura, e questo è ciò che segna la grande differenza di risultati tra una rimappatura e l'aggiunta di un modulo aggiuntivo. Sappiate che a parità di cv spremuti in più dal motore la differenza di erogazione è data al 90% dei casi dalla maggiore o minore bontà della gestione degli anticipi.
Il resto alla prossima puntata.

E qui si spiega che meglio diffidare dai cavalli facili... con l'ottimizzazione degli anticipi si riesce anche a brucire meglio il combustibile che altrimenti rimarebbe incombusto, questo comporta un rendimento migliore e una potenza maggiore limitando interventi troppo spinti al compressore...
 
antos":7zy89xoa ha detto:
E qui si spiega che meglio diffidare dai cavalli facili... con l'ottimizzazione degli anticipi si riesce anche a brucire meglio il combustibile che altrimenti rimarebbe incombusto, questo comporta un rendimento migliore e una potenza maggiore limitando interventi troppo spinti al compressore...

Ocio che se intervieni sugli anticipi (anche lavorando bene) ma non aumenti la portata d'aria, ne spremi ben pochi di cavalli, e pochi è quasi eufemistico.

Insomma quelle sono le promesse da marinaio dei preparatori burloni, quelli che ti dicono che "ti do +20% e non aumento la pressione del turbo"....chiacchiere di valore ZERO... :ka)

Cosnidera che ottimizzare l'anticipo è tutt'altro che facile, e cmq non puoi variarlo più di tanto.
 
-Principe-":2n0w3cw1 ha detto:
antos":2n0w3cw1 ha detto:
E qui si spiega che meglio diffidare dai cavalli facili... con l'ottimizzazione degli anticipi si riesce anche a brucire meglio il combustibile che altrimenti rimarebbe incombusto, questo comporta un rendimento migliore e una potenza maggiore limitando interventi troppo spinti al compressore...

Ocio che se intervieni sugli anticipi (anche lavorando bene) ma non aumenti la portata d'aria, ne spremi ben pochi di cavalli, e pochi è quasi eufemistico.

Insomma quelle sono le promesse da marinaio dei preparatori burloni, quelli che ti dicono che "ti do +20% e non aumento la pressione del turbo"....chiacchiere di valore ZERO... :ka)

Cosnidera che ottimizzare l'anticipo è tutt'altro che facile, e cmq non puoi variarlo più di tanto.

Infatti come ho scritto i cv te li da l'aria in più, non il carburante in più, il quale deve sempre essere rapportato alla massa d'aria effettivamente aspirata. Il discorso degli anticipi lo facevo appunto con riferimento all'erogazione (linearità della curva di coppia) non ai picchi massimi di coppia e potenza. Tantissime volte si vedono vetture rimappate con potenze altissime, ma appena parzializzi ti ritrovi con seghettamenti e funzionamento a singhiozzo davvero fastidiosi.
 
-Principe-":1hb8icz4 ha detto:
antos":1hb8icz4 ha detto:
E qui si spiega che meglio diffidare dai cavalli facili... con l'ottimizzazione degli anticipi si riesce anche a brucire meglio il combustibile che altrimenti rimarebbe incombusto, questo comporta un rendimento migliore e una potenza maggiore limitando interventi troppo spinti al compressore...

Ocio che se intervieni sugli anticipi (anche lavorando bene) ma non aumenti la portata d'aria, ne spremi ben pochi di cavalli, e pochi è quasi eufemistico.

Insomma quelle sono le promesse da marinaio dei preparatori burloni, quelli che ti dicono che "ti do +20% e non aumento la pressione del turbo"....chiacchiere di valore ZERO... :ka)

Cosnidera che ottimizzare l'anticipo è tutt'altro che facile, e cmq non puoi variarlo più di tanto.

Questo è chiaro... in effetti aumentare molto la pressione del turbo a 2800 giri piuttosto che a 4000 ha significati molto diversi (piu' i giri sono alti e piu' è pericoloso), in realtà il gioco e' arrivare al max di cavalli erogabili ad un numero di giri superiore, questo pero' lo fai bene solo se sei riuscito a lavorare bene per tutta alla curva, altrimenti arrivi vuoto in alto, so che tu queste cose le sai meglio di me, ma per gli altri:

prima avevo circa 120 cv (dovevano essere 115) a 4250 giri circa
ora ne ho di piu' ma a 4450 giri circa.
Qursto non vuol dire che il turbo non è stato toccato, altrimenti anche i diesel aspirati potrebbero avere questi incrementi :p
Quindi se fatta bene si arriva a valori di compromesso, dire che poi il motore durerà di piu' questa è una cavolata, ma sta anche a chi giuda gestire il motore di conseguenza.... come sai io sono piu' abituato a qeste cose... visto che andavo in giro con una moto senza protezioni di limite di giri, di coppia e cose simili, della serie che arrivare nella zona rossa dei giri erano cavoli miei se non volevo friggere tutto in pochi secondi.

Questa è una rimappa molto simile alla mia:

http://www.allcarracing.it/ITA/TestBanc ... 719JTD.htm

Ocio, la coppia è reale ma i cavalli secondo me il software con li calcola bene, ma tu sai che un banco frenato misura la coppia, i cavalli se li calcola. :OK) POi se sono centocinqunatachisenefrega, l'importante che l'auto vada bene e che soddisfi le esigenze di chi la guida :OK)
 
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