quanto ci costa lo sfruttamento?

lorenzino

Nuovo Alfista
15 Giugno 2010
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Dublino
bene, ora che gli altri han mangiato, si sono arricchiti, hanno sfruttato e affamato le persone,
a noi è arrivato il conto.

mentre si rivoltano libia, egitto e sultanati vari, i prezzi di benzina e gas vanno alle stelle.
ovviamente, il conto lo paghiamo solo noi, non quelli che in primis hanno da un alto affamato le popolazioni e dall'altro causato la crisi dei cereali.

arriveremo mai a capire come società che i problemi non si risolvono mettendolo nel culo al vicino? che il mondo è rotondo e tutto prima o poi ritorna?

...e questo senza considerare le implicazioni morali delle persone che in questo momento sono bombardate mentre protestano; un discorso a priori, del tutto utilitaristico, l'unico che sembra la società di oggi possa capire.


mah.
 
Al di là delle macro implicazioni morali e sociali, ora come ora esce allo scoperto il ruolo che l'Italia ha nell'economia mondiale e nei giochi di potere planetari.
Ruolo che ottimisticamente può essere definito marginale.

Come "potenza" militare, non facciamo paura a nessuno.
Possiamo solo appoggiarci alle nazioni più importanti, accettandone indicazioni di politica estera, vincoli commerciali, etc etc.

Il controllo delle materie prime ed il loro sfruttamento rappresentano interessi di fronte ai quali le implicazioni collaterali passano nel dimenticatoio.
A maggior ragione se poi le conseguenze vere e proprie le pagherà un'altro paese. ;)

Geograficamente, la conformazione della nostra nazione ha innumerevoli vantaggi, ma ci espone a immigrazioni di massa.
Il controllo delle coste è dispendioso. Inoltre, lavori sempre sul filo della lama: se ci vai pesante ti accusano d'infrangere i diritti umanitari, se sei permissivo poi ti si ritorcono contro il sovraffollamento dei centri d'accoglienza, la clandestinità, azzi & mazzi.

L'Europa, dal punto di vista politica, fa ridere. :nod)
L'Italia accetta le indicazioni comunitarie, ma quando c'è da far massa critica per un problema che alla fine riguarda tutti....."arrangiatevi come meglio potete".

Naturalmente, non osare mettere in campo il pugno di ferro con i clandestini......sia mai......

L'Africa è mantenuta politicamente instabile, è più facile controllare il singolo despota che un macro paese con una propria identità.
E' un continente oggetto di una sorta di guerra fredda tra le nazioni più importanti, e la cosa è palese, alla luce del sole.

Prima c'erano i Francesi, gli Inglesi, i tedeschi ed in forma minore, belgi portoghesi ed.......italiani.... :lol:
Gli Stati Uniti quindi non avevano granchè da preoccuparsi, ritrovandosi tra i principali attori i propri partner economici e politici.

Negli ultimi anni è sorto un problemuccio: il neocolonialismo cinese.
Ed è proprio nell'area africana che la piovra asiatica ha esteso i proprio tentacoli con mosse diplomatiche (e non), indebolendo notevolmente l'influsso politico dei sopracitati Stati Uniti.

Provate ad immaginarvi il quadro attuale: i cinesi hanno in mano una buona parte del debito pubblico americano, rappresentano ormai il primo partner commerciale come fornitore ma anche come mercato di consumo.
In più, ora, estende la propria influenza in aree in cui erano altri a dominare.

Uno squilibrio, o meglio, un sovvertimento del precedente ordine mondiale non può che creare un cataclisma a livello politico ed economico.
Prima l'abbiamo pagata un pò tutti con la perdurante crisi economica, ora sono gli africani con l'ennesimo bagno di sangue.

Sia chiaro, non che prima il continente nero se la passasse meglio.
Ma dubito che l'onda della rivolta porti all'affermazione di un'identità africana unitaria.
Semplicemente, verranno stravolti gli equilibri precedenti in favore di nuovi interessi.

Ed ecco che l'Europa, ma nello specifico l'Italia, dovrà sorbirsi buona parte del lato umanitario della vicenda. :sic)

P.S. : personalmente, mi preoccupa maggiormente l'intento americano di utilizzare le proprie installazioni militari presenti sul nostro suolo come ponte per attacchi militari alle zone in sommossa, un pò come è stato per i Balcani.
Alla fine, a pagarne il conto, saremo sempre e comunque noi, ovvero i dirimpettai. :nod)


Naturalmente, nel bene e nel male, giusta o presubilmente sbagliata che sia, questa è la mia opinione in base ai pochi elementi che ho pouto raccogliere al riguardo. ;)
 
eh....questa è l'altra faccia della medaglia della moderna società internazionale... L'interdipendenza tra gli stati, otre a comportare innegabili vantaggi economici, può altresì generare effetti negativi, in particolare se a crollare è un governo (va beh, meglio chiamarlo regime) come la Libia, che checchè se ne dica è piena di risorse petrolifere (un pò come tutta la fascia mediorientale). E' anche vero che in situazioni come quelle che si stanno presentando sotto i nostri occhi gli speculatori non stanno fermi ( vi ricordate la crisi economica di Grecia e Irlanda?).
La cosa drammatica è che, molto spesso, grandi democrazie occidentali sono giocoforza costrette a stipulare accordi internazionali con stati ancora caratterizzati da governi autoritari e/o totalitaristi e sono costrette a farlo proprio per la mancanza di risorse sul proprio territorio (nb: così si rendono indirettamente responsabili del rafforzamento, anche politico, dei suddetti regimi).
Questa non è una polemica, ma un dato di fatto....è successo con l'Iraq ( ricordo quello che io chiamo asse "busch-Hussein") ed altresì con la Libia. La situazione è leggermente diversa per l'egitto, dove per l'occidente la presenza di Mubarak rappresentava più che altro un vantaggio sotto il profilo socio/politico dato che, diciamo, teneva alla larga l'influenza dell'integralismo islamico...
Detto questo come si evolerà la situazione?...abbiamo già visto i primi 2 effetti:
1) Aumento prezzo carburanti
2) Aumento dei flussi migratori verso l'europa
Ma ciò che più dobbiamo temere è il futuro incerto delle prossime forme di governo in questi stati caldi (ci sarà un nuovo regime? e se si, con che occhi guarderà all' occidente? Gheddafi lo sempre "odiato", peraltro era almeno un poco dialogante con l'occidente.....)
Per quanto riguarda eventuali effetti giuridici di profilo internazionale, se ci sarà una continuità di stati (come avvenuto in egitto) i nuovi governi saranno tenuti a osservare gli obblighi derivanti dai trattati già in vigore al tempo della succesione di governi ( da qui la massima: "lo stato sopravvive ai suoi governi")
Passando al capitolo crimini internazionali e soffermandoci in particolare su Gheddafi, credo che quest'ultimo dovrà rispondere di crimine di guerra e, molto probabilmente, anche di genocidio....
Sotto il profilo umanitario la situazione è tragica...io mi chiedo: quale vigliacco può avere il coraggio di bombardare con dei caccia una folla in prostesta???? mi fa schifo :member) :member) :member) :member)
 
Mav76":3tjjin36 ha detto:
Al di là delle macro implicazioni morali e sociali, ora come ora esce allo scoperto il ruolo che l'Italia ha nell'economia mondiale e nei giochi di potere planetari.
Ruolo che ottimisticamente può essere definito marginale.

Come "potenza" militare, non facciamo paura a nessuno.
Possiamo solo appoggiarci alle nazioni più importanti, accettandone indicazioni di politica estera, vincoli commerciali, etc etc.

Il controllo delle materie prime ed il loro sfruttamento rappresentano interessi di fronte ai quali le implicazioni collaterali passano nel dimenticatoio.
A maggior ragione se poi le conseguenze vere e proprie le pagherà un'altro paese. ;)

Geograficamente, la conformazione della nostra nazione ha innumerevoli vantaggi, ma ci espone a immigrazioni di massa.
Il controllo delle coste è dispendioso. Inoltre, lavori sempre sul filo della lama: se ci vai pesante ti accusano d'infrangere i diritti umanitari, se sei permissivo poi ti si ritorcono contro il sovraffollamento dei centri d'accoglienza, la clandestinità, azzi & mazzi.

L'Europa, dal punto di vista politica, fa ridere. :nod)
L'Italia accetta le indicazioni comunitarie, ma quando c'è da far massa critica per un problema che alla fine riguarda tutti....."arrangiatevi come meglio potete".

Naturalmente, non osare mettere in campo il pugno di ferro con i clandestini......sia mai......

L'Africa è mantenuta politicamente instabile, è più facile controllare il singolo despota che un macro paese con una propria identità.
E' un continente oggetto di una sorta di guerra fredda tra le nazioni più importanti, e la cosa è palese, alla luce del sole.

Prima c'erano i Francesi, gli Inglesi, i tedeschi ed in forma minore, belgi portoghesi ed.......italiani.... :lol:
Gli Stati Uniti quindi non avevano granchè da preoccuparsi, ritrovandosi tra i principali attori i propri partner economici e politici.

Negli ultimi anni è sorto un problemuccio: il neocolonialismo cinese.
Ed è proprio nell'area africana che la piovra asiatica ha esteso i proprio tentacoli con mosse diplomatiche (e non), indebolendo notevolmente l'influsso politico dei sopracitati Stati Uniti.

Provate ad immaginarvi il quadro attuale: i cinesi hanno in mano una buona parte del debito pubblico americano, rappresentano ormai il primo partner commerciale come fornitore ma anche come mercato di consumo.
In più, ora, estende la propria influenza in aree in cui erano altri a dominare.

Uno squilibrio, o meglio, un sovvertimento del precedente ordine mondiale non può che creare un cataclisma a livello politico ed economico.
Prima l'abbiamo pagata un pò tutti con la perdurante crisi economica, ora sono gli africani con l'ennesimo bagno di sangue.

Sia chiaro, non che prima il continente nero se la passasse meglio.
Ma dubito che l'onda della rivolta porti all'affermazione di un'identità africana unitaria.
Semplicemente, verranno stravolti gli equilibri precedenti in favore di nuovi interessi.

Ed ecco che l'Europa, ma nello specifico l'Italia, dovrà sorbirsi buona parte del lato umanitario della vicenda. :sic)

P.S. : personalmente, mi preoccupa maggiormente l'intento americano di utilizzare le proprie installazioni militari presenti sul nostro suolo come ponte per attacchi militari alle zone in sommossa, un pò come è stato per i Balcani.
Alla fine, a pagarne il conto, saremo sempre e comunque noi, ovvero i dirimpettai. :nod)


Naturalmente, nel bene e nel male, giusta o presubilmente sbagliata che sia, questa è la mia opinione in base ai pochi elementi che ho pouto raccogliere al riguardo. ;)

Condivido in parte il tuo discorso, ma la situazione in cui versa l'europa (ed in particolare Italia e Spagna) è quella che è non in ragione del suo assetto politico o della sua influenza nella società internazionale, bensì per la sua mera posizione geografica...dopotutto, mettiamola così, è il punto d'accesso al mondo occidentale...Inoltre mi sembra che tu veda l'UE come una società di popoli Europei; ricordiamoci che l'UE è più semplicemente una organizzazzione di cooperazione tecnica e istituzionale a livello regionale (il vecchio continente)...organizzazione che non può imporre, nel caso in esame, ad uno stato di sobbarcarsi un certo flusso migratorio, giacchè questa è materia di competenza domestica degli ordinamenti degli stati membri...Insomma, non pensiamo all'UE come una federazione di stati europei :OK)

Quoto appieno invece l'argomentazione sull'Africa, un continente che è comunque ricchissimo di risorse e per questo motivo trattato sempre come un "bambino"....de facto, anche se indirettamente, il colonialismo anche a mio avviso esiste ancora :cry: :cry:.... Come dici giustamente,lo "spirito del tempo"
ha rivolto il proprio sguardo benevolo sulla Cina che oramai ha soppiantato gli USA ( IMHO guidati da un leader non abbastanza forte e carismatico).
 
EmanueleR90":2jinljl9 ha detto:
La cosa drammatica è che, molto spesso, grandi democrazie occidentali sono giocoforza costrette a stipulare accordi internazionali con stati ancora caratterizzati da governi autoritari e/o totalitaristi e sono costrette a farlo proprio per la mancanza di risorse sul proprio territorio


Suvvia.....guardiamoci in faccia.
Gli stessi despota non sono altro che fantocci comandati a distanza.
Cambia l'equilibrio d'influenza politico/economico, vengono destituiti (in un modo o nell'altro) con altri favorevoli alla nuova fazione.

Fa comodo a tutti mantenere in continua tensione militare la zona.
Dividi et impera....ricorda qualcosa?

Un pò come l'Italia prima del Risorgimento.



EmanueleR90":2jinljl9 ha detto:
Inoltre mi sembra che tu veda l'UE come una società di popoli Europei


Mi piacerebbe lo fosse, ma così non è.
Personalmente m'infastidisce sopportare pressioni comunitarie in fatto di regolamentazione economica e poi ritrovarti "solo" a dover gestire problemi di dimensioni bibliche.

Parliamoci chiaramente: è l'amor proprio, la dignità e la combattività individuale dell'italiano medio a tenere in piedi il paese.
Siamo da tempo con le pezze al culo, l'unica cosa che possiamo fare è mediare gli interessi altrui per poterci ritagliare un posticino a tavola.

DI questi tempi, invidio stati geograficamente isolati come la Nuova Zelanda. :nod)
 
Mav76":3blneikr ha detto:
Suvvia.....guardiamoci in faccia.
Gli stessi despota non sono altro che fantocci comandati a distanza.
Cambia l'equilibrio d'influenza politico/economico, vengono destituiti (in un modo o nell'altro) con altri favorevoli alla nuova fazione.

Fa comodo a tutti mantenere in continua tensione militare la zona.
Dividi et impera....ricorda qualcosa?

Un pò come l'Italia prima del Risorgimento.
Fantocci....verissimo, ma questi soggetti col tempo e per smanie di potere ti si rivoltano contro (penso all'iran) o il popolo si rivolta contro loro (Libia ed Egitto)
Che poi un' Africa instabile sotto il profilo politico faccia comodo alle forze occidentali è un altro paio di maniche e anche io la penso esattamente come te.
Tuttavia v'è da rilevare che, almeno per la fascia medio orientale, c'è la possibilità che si formi un qualche spirito nazionalistico autonomo ed è questo che ai governi occidentali fa più paura e tutto cio per una concomitanza di cause.
In primo luogo sono i popoli che si ribellano spontaneamente ai propri despota (cosa che rappresenta una costante nella storia), ma questi popoli si muovono sotto un certo substrato social-culturale (dicasi il fondamentalismo), un contesto che da un lato può favorire la nascita di vigorosi spiriti nazionalistici, ma dall'altro può dar vita a scenari a dir poco preoccupanti per la moderna società internazionale.
N.B: con questo non voglio dire che per forza di cose tutti i popoli mediorientali si lasceranno sedurre dai moti fondamentalisti, basti pensare alle rivolte represse nel sangue in Iran. Io mi auguro che anche in quelle realtà si instaurino delle vere democrazie (e non, come dici giustamente te, dei governi autoritari/fantoccio)

Mav76":3blneikr ha detto:
Mi piacerebbe lo fosse, ma così non è.
Personalmente m'infastidisce sopportare pressioni comunitarie in fatto di regolamentazione economica e poi ritrovarti "solo" a dover gestire problemi di dimensioni bibliche.

Parliamoci chiaramente: è l'amor proprio, la dignità e la combattività individuale dell'italiano medio a tenere in piedi il paese.
Siamo da tempo con le pezze al culo, l'unica cosa che possiamo fare è mediare gli interessi altrui per poterci ritagliare un posticino a tavola.

DI questi tempi, invidio stati geograficamente isolati come la Nuova Zelanda. :nod)

Eh...è vero, la situazione in cui ci troviamo è un po' ingiusta....dobbiamo conformarci a regolamenti e direttive ma poi quando c'è bisogno di aiuto si tirano indietro...Purtroppo però, ripeto, la UE non è lo stato centrale che può controllare ampiamente un stato federale ed è comunque già tanto se all'italia verranno destinati dei fondi per gestire l'emergenza umanitaria (fondi che si spera vengano ben investiti). Concordo col fatto che l'italia all'interno della comunità internazionale abbia un ruolo non ben definito, anzi, insulso....vuoi per la posizione geografica ( anche se, va detto, in altre situazioni l'Italia potrebbe essere uno stato veramente ricco...è comunque la testa di ponte per l'Europa), vuoi per la sua particolare forma di governo (giuridicamente parlamentare, politicamente presidenziale) o vuoi ancora per una serie di rancori intestini (il bresciano chiama terrone il palermitano, il palermitano lo chiama polentone)....
 
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