http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cron ... lare.shtml
CRONACHE
La decisione della Cassazione
Vuole sequestrare cellulare allieva, multa a Prof
Condanna per tentata violenza privata. Lei stava telefonando durante la lezione. Lui ha cercato di farsi dare il telefonino
ROMA - È costato la condanna a una multa, per tentata violenza privata, il tentativo di un professore cinquantenne di Lecco - Walter C.- di farsi consegnare il cellulare da una studentessa che lo teneva acceso telefonando durante la lezione e disturbando l'attività didattica.
La Cassazione - con la sentenza 6430 della Quinta sezione penale - ha respinto il ricorso dell'insegnante contro il verdetto con il quale la Corte di Appello di Milano lo aveva giudicato colpevole, addirittura di percosse, per aver tentato di farsi dare da Natascia C. il telefonino dal quale lei non voleva assolutamente separarsi. Davanti a tanta maleducata ostinazione, il docente prese l'alunna per un braccio e quel breve contatto fisico provocò a Natascia un dolorino a un piercing.
Per questo Walter C., docente non arreso ai cellulari in orario scolastico, è finito sul banco degli imputati, nonostante le testimonianze a lui favorevoli fornite dagli altri studenti e tese a minimizzare l'accaduto. Proprio per effetto delle dichiarazioni degli allievi, la Cassazione ha ridimensionato l'imputazione a carico del docente, tramutando l'originaria accusa di percosse in quella di tentata violenza privata. In tal modo, i supremi giudici sono venuti incontro in qualche modo alla linea difensiva del 'prof' che chiedeva la piena assoluzione facendo presente che «la minima condotta fisica, il brevissimo contatto, il lieve dolore, sono elementi che devono indurre ad escludere gli estremi del reato addebitato». Ma la clemenza della Suprema Corte non è andata oltre la limatura dell'accusa. La multa è stata confermata perché - dice la Quinta sezione - quanto enunciato dalla difesa anche se idoneo «a dimensionare la gravità del fatto non vale, però, ad escludere la sussistenza del reato perpetrato». «Quest' ultimo va ravvisato - proseguono i magistrati di legittimità - poiché l'imputato usò violenza per costringere l'alunna a consegnargli il telefono cellulare, senza peraltro riuscirvi». L' entità della sanzione non è specificata dalla sentenza, ma ad essa devono essere aggiunti anche duemila euro per pagare l'avvocato di parte civile di Natascia, che ha anche chiesto il risarcimento dei danni per la «sensazione dolorifica» patita per non aver voluto consegnare l'inseparabile cellulare.
23 febbraio 2005
no comment :cry:
CRONACHE
La decisione della Cassazione
Vuole sequestrare cellulare allieva, multa a Prof
Condanna per tentata violenza privata. Lei stava telefonando durante la lezione. Lui ha cercato di farsi dare il telefonino
ROMA - È costato la condanna a una multa, per tentata violenza privata, il tentativo di un professore cinquantenne di Lecco - Walter C.- di farsi consegnare il cellulare da una studentessa che lo teneva acceso telefonando durante la lezione e disturbando l'attività didattica.
La Cassazione - con la sentenza 6430 della Quinta sezione penale - ha respinto il ricorso dell'insegnante contro il verdetto con il quale la Corte di Appello di Milano lo aveva giudicato colpevole, addirittura di percosse, per aver tentato di farsi dare da Natascia C. il telefonino dal quale lei non voleva assolutamente separarsi. Davanti a tanta maleducata ostinazione, il docente prese l'alunna per un braccio e quel breve contatto fisico provocò a Natascia un dolorino a un piercing.
Per questo Walter C., docente non arreso ai cellulari in orario scolastico, è finito sul banco degli imputati, nonostante le testimonianze a lui favorevoli fornite dagli altri studenti e tese a minimizzare l'accaduto. Proprio per effetto delle dichiarazioni degli allievi, la Cassazione ha ridimensionato l'imputazione a carico del docente, tramutando l'originaria accusa di percosse in quella di tentata violenza privata. In tal modo, i supremi giudici sono venuti incontro in qualche modo alla linea difensiva del 'prof' che chiedeva la piena assoluzione facendo presente che «la minima condotta fisica, il brevissimo contatto, il lieve dolore, sono elementi che devono indurre ad escludere gli estremi del reato addebitato». Ma la clemenza della Suprema Corte non è andata oltre la limatura dell'accusa. La multa è stata confermata perché - dice la Quinta sezione - quanto enunciato dalla difesa anche se idoneo «a dimensionare la gravità del fatto non vale, però, ad escludere la sussistenza del reato perpetrato». «Quest' ultimo va ravvisato - proseguono i magistrati di legittimità - poiché l'imputato usò violenza per costringere l'alunna a consegnargli il telefono cellulare, senza peraltro riuscirvi». L' entità della sanzione non è specificata dalla sentenza, ma ad essa devono essere aggiunti anche duemila euro per pagare l'avvocato di parte civile di Natascia, che ha anche chiesto il risarcimento dei danni per la «sensazione dolorifica» patita per non aver voluto consegnare l'inseparabile cellulare.
23 febbraio 2005
no comment :cry: