Interessante questo articolo di quattroruote.it, dove si analizza il fatto di come GM, Ford e Chrysler sembrano essere uscite dal pantano della crisi del 2009 ( http://www.quattroruote.it/news/articol ... ice=246181 ).
'Se l'America riparte
Due miliardi e cento milioni di utile nel primo trimestre dell'anno. I conti Ford confermano il buono stato di salute del produttore di Detroit, l'unico tra gli americani a non aver chiesto aiuti pubblici al governo resistendo da solo alla tempesta economica. "Il nostro piano sta funzionando", commenta Alan Mullally, a.d. dell'Ovale Blu, "il motore che alimenta il nostro business migliora nelle prestazioni a ogni trimestre".
Inversione di tendenza. Pochi giorni prima, a migliaia di chilometri di distanza, dal Kansas, General Motors annunciava di aver completato la restituzione del prestito governativo versando 5,8 miliardi di dollari. In anticipo rispetto alla tabella di marcia. Infine c'è Chrysler che ha chiuso il primo trimestre con 143 milioni di dollari di utile e prevede di raggiungere il pareggio nel 2010. Insomma, dopo le ferite e i k.o. dell'ultimo anno e mezzo le Big three sembrano essersi rimesse in piedi. È vera ripresa? Alcuni analisti sostengono che certi risultati andrebbero presi con cautela, perché sono raffrontati a uno degli anni peggiori della storia economica (il 2009). Però, che ci sia un'inversione di tendenza è ormai un dato di fatto.
One Ford funziona. Dopo essersi disfatta di tutti gli ex "gioielli della corona" (dall'Aston Martin, a Jaguar e Land Rover), Ford ha detto addio anche a Volvo a fine marzo consegnandola per 1,8 miliardi di dollari nelle mani dei cinesi della Geely. È l'ultima grande dismissione prevista dall'ambizioso piano "One Ford": meglio concentrarsi su un marchio solo piuttosto che gestire una complessa galassia o una "multimarca" per usare le parole di Mullally. E i risultati danno ragione alla strategia dell'ex numero uno di Boeing: la quota di mercato negli Usa è cresciuta di 2,7 punti percentuali raggiungendo il 16,6%, mentre in Europa, a marzo, la Fiesta ha scalzato la Golf dalla testa della classifica delle auto più vendute. Nel vecchio continente Ford Europa ha registrato nel primo trimestre un risultato operativo netto di 107 milioni di dollari, contro la perdita di 585 milioni nello stesso periodo dell'anno passato. E nel 2011 debutterà un pezzo da novanta come la nuova Ford Focus, l'auto "globale" da distribuire in 122 paesi.
GM restituisce i soldi alla Casa Bianca. Con il pagamento dell'ultima tranche di aiuti governativi, che erano stati concessi dall'amministrazione Obama per evitare il crac dell'ex primo produttore del mondo, si apre una nuova era: la General Motors, che, nei tempi più bui, era stata ribattezzata dalla stampa Usa "Government Motors", è ritornata persino ad investire. Ha messo 257 milioni di dollari per rinnovare le linee di montaggio degli stabilimenti di Fairfax e di Hamtramck: da qui usciranno la prossima generazione della Chevolet Malibu, una delle berline più popolari in America, e la Chevolet Volt. A marzo le vendite di GM sono cresciute del 22% rispetto allo stesso mese del 2009 raggiungendo quota 188.011 unità. Gli americani hanno sfruttato abilmente anche il caso Toyota, lanciando sconti speciali per i clienti scontenti della Casa giapponese. A fine anno arriverà l'attesa Volt, l'ibrida-elettrica dotata della tecnologia "range extended" (un motore termico che ricarica le batterie e un elettromotore che spinge la vettura), mentre nel 2011 la compatta Aveo, completamente rinnovata, sbarcherà negli Usa per giocarsi la partita delle piccole.
Chrysler, si riparte dalla Grand Cherokee. Per gli analisti i dati più sorprendenti sono giunti da Auburn Hills. Il gruppo controllato dalla Fiat ha registrato nel primo trimestre 143 milioni di utile operativo e un aumento della quota mercato, salita al 9,1%, rispetto ai tre mesi finali del 2009. Alla luce delle poche novità lanciate tali numeri acquistano maggiore importanza. Adesso comincerà la trasformazione della gamma, prima con la nuova Jeep Grand Cherokee in vendita a giugno, poi con altri modelli di peso, come la nuova Chrysler 300, il restyling della Sebring e la nuova Charger, per finire con un'inedita crossover firmata Dodge e con il battesimo della Fiat 500 negli Usa a fine anno. Sergio Marchionne non ha dubbi: nel 2010 i conti saranno in pareggio. E pensare che un anno fa di questi tempi fa Chrysler entrava in amministrazione controllata e poco dopo GM l'avrebbe seguita. Sembra passato un secolo'.
'Se l'America riparte
Due miliardi e cento milioni di utile nel primo trimestre dell'anno. I conti Ford confermano il buono stato di salute del produttore di Detroit, l'unico tra gli americani a non aver chiesto aiuti pubblici al governo resistendo da solo alla tempesta economica. "Il nostro piano sta funzionando", commenta Alan Mullally, a.d. dell'Ovale Blu, "il motore che alimenta il nostro business migliora nelle prestazioni a ogni trimestre".
Inversione di tendenza. Pochi giorni prima, a migliaia di chilometri di distanza, dal Kansas, General Motors annunciava di aver completato la restituzione del prestito governativo versando 5,8 miliardi di dollari. In anticipo rispetto alla tabella di marcia. Infine c'è Chrysler che ha chiuso il primo trimestre con 143 milioni di dollari di utile e prevede di raggiungere il pareggio nel 2010. Insomma, dopo le ferite e i k.o. dell'ultimo anno e mezzo le Big three sembrano essersi rimesse in piedi. È vera ripresa? Alcuni analisti sostengono che certi risultati andrebbero presi con cautela, perché sono raffrontati a uno degli anni peggiori della storia economica (il 2009). Però, che ci sia un'inversione di tendenza è ormai un dato di fatto.
One Ford funziona. Dopo essersi disfatta di tutti gli ex "gioielli della corona" (dall'Aston Martin, a Jaguar e Land Rover), Ford ha detto addio anche a Volvo a fine marzo consegnandola per 1,8 miliardi di dollari nelle mani dei cinesi della Geely. È l'ultima grande dismissione prevista dall'ambizioso piano "One Ford": meglio concentrarsi su un marchio solo piuttosto che gestire una complessa galassia o una "multimarca" per usare le parole di Mullally. E i risultati danno ragione alla strategia dell'ex numero uno di Boeing: la quota di mercato negli Usa è cresciuta di 2,7 punti percentuali raggiungendo il 16,6%, mentre in Europa, a marzo, la Fiesta ha scalzato la Golf dalla testa della classifica delle auto più vendute. Nel vecchio continente Ford Europa ha registrato nel primo trimestre un risultato operativo netto di 107 milioni di dollari, contro la perdita di 585 milioni nello stesso periodo dell'anno passato. E nel 2011 debutterà un pezzo da novanta come la nuova Ford Focus, l'auto "globale" da distribuire in 122 paesi.
GM restituisce i soldi alla Casa Bianca. Con il pagamento dell'ultima tranche di aiuti governativi, che erano stati concessi dall'amministrazione Obama per evitare il crac dell'ex primo produttore del mondo, si apre una nuova era: la General Motors, che, nei tempi più bui, era stata ribattezzata dalla stampa Usa "Government Motors", è ritornata persino ad investire. Ha messo 257 milioni di dollari per rinnovare le linee di montaggio degli stabilimenti di Fairfax e di Hamtramck: da qui usciranno la prossima generazione della Chevolet Malibu, una delle berline più popolari in America, e la Chevolet Volt. A marzo le vendite di GM sono cresciute del 22% rispetto allo stesso mese del 2009 raggiungendo quota 188.011 unità. Gli americani hanno sfruttato abilmente anche il caso Toyota, lanciando sconti speciali per i clienti scontenti della Casa giapponese. A fine anno arriverà l'attesa Volt, l'ibrida-elettrica dotata della tecnologia "range extended" (un motore termico che ricarica le batterie e un elettromotore che spinge la vettura), mentre nel 2011 la compatta Aveo, completamente rinnovata, sbarcherà negli Usa per giocarsi la partita delle piccole.
Chrysler, si riparte dalla Grand Cherokee. Per gli analisti i dati più sorprendenti sono giunti da Auburn Hills. Il gruppo controllato dalla Fiat ha registrato nel primo trimestre 143 milioni di utile operativo e un aumento della quota mercato, salita al 9,1%, rispetto ai tre mesi finali del 2009. Alla luce delle poche novità lanciate tali numeri acquistano maggiore importanza. Adesso comincerà la trasformazione della gamma, prima con la nuova Jeep Grand Cherokee in vendita a giugno, poi con altri modelli di peso, come la nuova Chrysler 300, il restyling della Sebring e la nuova Charger, per finire con un'inedita crossover firmata Dodge e con il battesimo della Fiat 500 negli Usa a fine anno. Sergio Marchionne non ha dubbi: nel 2010 i conti saranno in pareggio. E pensare che un anno fa di questi tempi fa Chrysler entrava in amministrazione controllata e poco dopo GM l'avrebbe seguita. Sembra passato un secolo'.