Questo inizio anno per me è stato il momento di trarre un po’ di somme dai dati di gestione che mi diverto raccogliere durante l’anno. Nel 2015 ho percorso con la mia adorata GT poco più di 18.000 Km di cui il 21% all’estero per vacanza !
Infatti quest’anno, o forse sarebbe meglio ormai dire l’anno scorso, dopo il viaggio in Spagna io e mia moglie ci siamo regalati un’altra traversata europea che sto per raccontarvi sotto. Prima però auguro a tutti un felice 2016 pregno non di pace e serenità, quello ve l’avranno già augurato quelli che si scordando di voi per i restanti 364 giorni dell’anno, bensì di momenti divertenti ed eccitanti da ricordare.
A tre giorni dalla partenza per il mio ottavo viaggio all’estero con la GT bella fresca di carrozziere (era infatti giunto il momento di un lifting di mezza età), ho provato a giocare al viaggiatore informato ovvero quello che si documenta sull’itinerario, i pedaggi autostradali, il meteo etc…avete presente Furio il noto personaggio di Carlo Verdone ?
In tutto quel girovagare per il web sono giunto a due conclusioni.
La prima è che l’argomento del viaggiare in auto è ormai trattato solo dal punto di vista economico (pedaggi, carburante…).
La seconda è che l’Automobil Club Italiano fa di tutto per non invogliarti ad associarti. Per carità le informazioni pratiche ci sono (basta solo applicarsi per scovarle) manca però di entusiasmo, più che un club è ormai ridotto a niente più che un ente e perché mai dovrei associarmi ad un ente ?
Comunque dato che per fortuna l’entusiasmo che latita nel web sembra albergare tutto in me (e in pochi altri che hanno lasciato una timida traccia del proprio errare su alcuni diari di viaggio sparsi qua e là nella rete, soprattutto camperisti e motociclisti), non mi è rimasto altro da fare che attendere la fine del conto alla rovescia dei giorni che mi separavano dalla partenza ed accendere i motori (ops, volevo dire il motore).
Questa volta si è trattato di un Milano – Praga “no stop” attraversando nell’ordine Svizzera, Austria, Germania e ovviamente Repubblica Ceca.
La mattina della partenza notai che il navigatore preso in prestito dalla solita coppia di amici (prometto di comprarne uno nuovo al più presto) questa volta non aveva più il cellofan sul display (i più affezionati si ricorderanno forse del viaggio in Spagna) e la ventosa in dotazione era dura ed ingiallita. La seconda sorpresa è stata l’assenza della Repubblica Ceca nella cartografia. In sostanza si trattava di un altro apparecchio del tutto simile all’altro ma meno aggiornato.
Decidemmo vista l’ora (erano le 7.30 del mattino) di partire lo stesso e di acquistare il navigatore strada facendo presso un centro commerciale in Svizzera.
Purtroppo però la Svizzera da Milano è molto vicina ed i centri commerciali (almeno quello di Mendrisio) aprono alle 11.00, puntuali ovviamente.
Proseguimmo allora il nostro viaggio con l’intenzione di rimandare l’acquisto all’ultima località della Germania che avremmo incrociato prima di entrare in Repubblica Ceca.
Prima di giungere al confine con il paese le cui auto sono targate come quelle di Catanzaro, abbiamo attraversato la Svizzera inerpicandoci sul passo di San Bernardino. La strada era linda e pulita ma sui prati ai bordi della carreggiata c’era già la neve la cui vista, per via del fatto che non avevo ancora montato le gomme invernali per via delle condizioni meteo ancora miti, mi ha dato da pensare sull’eccessiva leggerezza con la quale avevo pianificato il viaggio. Una volta scesi di quota e sparita la neve dalla nostra visuale, abbiamo ripreso l’autostrada ed attraversato di gran carriera Austria e Germania.
Come da programma prima di varcare il confine Ceco, siamo usciti presso l’ultimo paesello con annesso centro commerciale nel quale abbiamo mangiato un’ottima pizza ma non abbiamo trovato alcun negozio di elettronica nemmeno negli altri 2 piccoli centri commerciali che abbiamo girato.
Decidemmo quindi di ripartire e rinviare l’acquisto appena entrati nella periferia di Praga ma qualcosa deve essere andata storta con il nostro senso dell’orientamento e ci siamo trovati su un’altra direttrice autostradale (ci sono molte autostrade infatti che si intersecano tra loro in quella zona). Dall’atlante stradale che porto sempre con me e dalle note di viaggio che avevo preso prima di partire, notammo che stavamo allungando il tragitto, e tra un dubbio e l’altro decisi di attivare la tariffa per navigare col cellulare all’estero con la quale ho potuto utilizzare il navigatore del cellulare.
Tutto filava liscio, stavamo recuperando il tempo perso quando ad un certo punto, fidandomi troppo del cellulare, lasciammo l’autostrada per ritrovarci su una graziosa strada statale che passava tra i boschi tedeschi. Situazione pittoresca fino a quando non siamo giunti al punto di interruzione della strada a causa di quello che sembrava un recente smottamento.
La stradina laterale alla statale passava per un insignificante borgo con ponticello, crocifisso ad uno degli estremi del piccolo viadotto ed un enigmatico bivio. A sinistra si andava per alcune località sconosciute persino all’atlante stradale e a destra pure.
Di chiedere informazioni non ci ho pensato minimamente ed il navigatore del cellulare quando non perdeva il segnale si rifiutava di ricalcolare un qualsiasi percorso alternativo. E così, fermamente convinto nel non voler farmi cogliere dal buio della sera in quel posto sperduto, misi da parte telefono e pessimismo cosmico della moglie ed ho invertito la direzione di marcia. Ho sfrecciato per i pendii della statale sognando le gesta eroiche dei piloti di rally e una volta giunto al bivio iniziale ho seguito l’indicazione di quella che sembrava una strada principale. Dopo circa 5 Km trovai addirittura l’indicazione per l’autostrada con tanto di dicitura “Praha”. Ovviamente una volta immessomi sul tanto agognato tracciato, il navigatore del cellulare mi ha prontamente esortato a continuare lungo quella strada….e tante grazie !
Guidare dentro Praha non è stato per niente complicato (per fortuna il navigatore del cellulare ha saputo farsi perdonare portandoci diritti alla meta) e dopo due passaggi a vuoto davanti al numero civico dell’albergo, ci siamo fatti coraggio, fermato la macchina e siamo entrati nella magnifica hall. L’indecisione era dovuta alla bellezza dell’albergo ed alla targa “Rotary Club” collocata sulla colonna a sinistra dell’atrio che stonavano con i nostri standard abituali.
Si trattava di un favoloso quattro stelle in zona centrale, tanto che con la GT abbiamo fatto lo slalom tra i pedoni che il sabato affollano le vie del centro per arrivarci, ad un prezzo pari a quelli dei più insignificanti alberghi che avevamo scartato.
Raccomandazione importante, ci sono tantissimi hotel a Praga, molti senza parcheggio, alcuni con parcheggio “nelle vicinanze” (parcheggi pubblici vicini) e in pochi con garage annesso nel vero senso della parola. Occhio quindi, perché nelle schede sui vari siti di prenotazione la differenza tra “nelle vicinanze” e “parcheggio disponibile in loco” risulta poco evidente.
La GT è rimasta in garage per tutto il tempo della vacanza fino al momento della ripartenza.
In tale occasione, memore della neve ai bordi del passo di San Bernardino, ho preferito allungare un pochino attraversando l’Austria al posto della Svizzera per rientrare in Italia dalla Brennero - Modena lungo la quale ho viaggiato per qualche kilometro in compagnia di una bellissima Maserati Quattroporte verde bottiglia risalente alla gestione precedente a quella Ferrari, un vero mito della mia adolescenza.
Totale di Km percorsi tra andata e ritorno 1925 km.
Problemi incontrati con la lingua nessuno, parlano sia inglese che italiano (quasi tutti).
Rifornimento: tutto self-service e si paga alla cassa dopo aver rifornito
Totale vignette (o bollini) attaccati al parabrezza 3. Annuale quella svizzera (si compra lungo il tratto italiano dell’autostrada all’ultima area di rifornimento). Settimanale quella austriaca (si compra in svizzera dopo il passo di San Bernardino lungo la strada statale che immette in autostrada, direttamente alla cassa di un’area di servizio gestita da una bellissima ragazza, e si può pagare in euro). Settimanale anche quella ceca (si compra lungo l’autostrada tedesca vicino al confine in alcune casupole ben segnalate e collocate negli spiazzali delle aree di servizio e si può pagare in euro), gratis almeno per ora la Germania.
Cibarie: stick house, zuppe, birra, grappe, prosciutto cotto sulla brace e tagliato spesso e un dolce cotto arrotolato su una specie di spiedo (assaggiate quello cotto sul carbone/legna e senza nutella). Nei locali è uso lasciare la mancia, va bene anche se la lasciate in euro.
Sicurezza: nei week end la città è tranquillissima anche la sera, in settimana girano molti senzatetto, sembra quasi che vengano tenuti lontani dal centro nei giorni di festa. Ma nel complesso è un posto tranquillo.
Modalità di vacanza: girare a piedi per la città in maniera scanzonata gustandosi le bellezze e la musica jazz che si diffonde ovunque, dai negozi e locali agli artisti di strada. Fa ovviamente eccezione a questa allegria il quartiere ebraico, lì è impossibile non farsi prendere dallo sconforto del nazismo (se volete fare il tour delle sinagoghe, scegliete pure il circuito più breve, senza guida vista una viste tutte).
Moneta: la città è piena di sportelli di cambio, io personalmente ho preferito prelevare direttamente dal bancomat (la fa da padrone Unicredit con la controllata Zivno Bank), la moneta elettronica è ben accetta così come i pagamenti in euro.
Infatti quest’anno, o forse sarebbe meglio ormai dire l’anno scorso, dopo il viaggio in Spagna io e mia moglie ci siamo regalati un’altra traversata europea che sto per raccontarvi sotto. Prima però auguro a tutti un felice 2016 pregno non di pace e serenità, quello ve l’avranno già augurato quelli che si scordando di voi per i restanti 364 giorni dell’anno, bensì di momenti divertenti ed eccitanti da ricordare.
A tre giorni dalla partenza per il mio ottavo viaggio all’estero con la GT bella fresca di carrozziere (era infatti giunto il momento di un lifting di mezza età), ho provato a giocare al viaggiatore informato ovvero quello che si documenta sull’itinerario, i pedaggi autostradali, il meteo etc…avete presente Furio il noto personaggio di Carlo Verdone ?
In tutto quel girovagare per il web sono giunto a due conclusioni.
La prima è che l’argomento del viaggiare in auto è ormai trattato solo dal punto di vista economico (pedaggi, carburante…).
La seconda è che l’Automobil Club Italiano fa di tutto per non invogliarti ad associarti. Per carità le informazioni pratiche ci sono (basta solo applicarsi per scovarle) manca però di entusiasmo, più che un club è ormai ridotto a niente più che un ente e perché mai dovrei associarmi ad un ente ?
Comunque dato che per fortuna l’entusiasmo che latita nel web sembra albergare tutto in me (e in pochi altri che hanno lasciato una timida traccia del proprio errare su alcuni diari di viaggio sparsi qua e là nella rete, soprattutto camperisti e motociclisti), non mi è rimasto altro da fare che attendere la fine del conto alla rovescia dei giorni che mi separavano dalla partenza ed accendere i motori (ops, volevo dire il motore).
Questa volta si è trattato di un Milano – Praga “no stop” attraversando nell’ordine Svizzera, Austria, Germania e ovviamente Repubblica Ceca.
La mattina della partenza notai che il navigatore preso in prestito dalla solita coppia di amici (prometto di comprarne uno nuovo al più presto) questa volta non aveva più il cellofan sul display (i più affezionati si ricorderanno forse del viaggio in Spagna) e la ventosa in dotazione era dura ed ingiallita. La seconda sorpresa è stata l’assenza della Repubblica Ceca nella cartografia. In sostanza si trattava di un altro apparecchio del tutto simile all’altro ma meno aggiornato.
Decidemmo vista l’ora (erano le 7.30 del mattino) di partire lo stesso e di acquistare il navigatore strada facendo presso un centro commerciale in Svizzera.
Purtroppo però la Svizzera da Milano è molto vicina ed i centri commerciali (almeno quello di Mendrisio) aprono alle 11.00, puntuali ovviamente.
Proseguimmo allora il nostro viaggio con l’intenzione di rimandare l’acquisto all’ultima località della Germania che avremmo incrociato prima di entrare in Repubblica Ceca.
Prima di giungere al confine con il paese le cui auto sono targate come quelle di Catanzaro, abbiamo attraversato la Svizzera inerpicandoci sul passo di San Bernardino. La strada era linda e pulita ma sui prati ai bordi della carreggiata c’era già la neve la cui vista, per via del fatto che non avevo ancora montato le gomme invernali per via delle condizioni meteo ancora miti, mi ha dato da pensare sull’eccessiva leggerezza con la quale avevo pianificato il viaggio. Una volta scesi di quota e sparita la neve dalla nostra visuale, abbiamo ripreso l’autostrada ed attraversato di gran carriera Austria e Germania.
Come da programma prima di varcare il confine Ceco, siamo usciti presso l’ultimo paesello con annesso centro commerciale nel quale abbiamo mangiato un’ottima pizza ma non abbiamo trovato alcun negozio di elettronica nemmeno negli altri 2 piccoli centri commerciali che abbiamo girato.
Decidemmo quindi di ripartire e rinviare l’acquisto appena entrati nella periferia di Praga ma qualcosa deve essere andata storta con il nostro senso dell’orientamento e ci siamo trovati su un’altra direttrice autostradale (ci sono molte autostrade infatti che si intersecano tra loro in quella zona). Dall’atlante stradale che porto sempre con me e dalle note di viaggio che avevo preso prima di partire, notammo che stavamo allungando il tragitto, e tra un dubbio e l’altro decisi di attivare la tariffa per navigare col cellulare all’estero con la quale ho potuto utilizzare il navigatore del cellulare.
Tutto filava liscio, stavamo recuperando il tempo perso quando ad un certo punto, fidandomi troppo del cellulare, lasciammo l’autostrada per ritrovarci su una graziosa strada statale che passava tra i boschi tedeschi. Situazione pittoresca fino a quando non siamo giunti al punto di interruzione della strada a causa di quello che sembrava un recente smottamento.
La stradina laterale alla statale passava per un insignificante borgo con ponticello, crocifisso ad uno degli estremi del piccolo viadotto ed un enigmatico bivio. A sinistra si andava per alcune località sconosciute persino all’atlante stradale e a destra pure.
Di chiedere informazioni non ci ho pensato minimamente ed il navigatore del cellulare quando non perdeva il segnale si rifiutava di ricalcolare un qualsiasi percorso alternativo. E così, fermamente convinto nel non voler farmi cogliere dal buio della sera in quel posto sperduto, misi da parte telefono e pessimismo cosmico della moglie ed ho invertito la direzione di marcia. Ho sfrecciato per i pendii della statale sognando le gesta eroiche dei piloti di rally e una volta giunto al bivio iniziale ho seguito l’indicazione di quella che sembrava una strada principale. Dopo circa 5 Km trovai addirittura l’indicazione per l’autostrada con tanto di dicitura “Praha”. Ovviamente una volta immessomi sul tanto agognato tracciato, il navigatore del cellulare mi ha prontamente esortato a continuare lungo quella strada….e tante grazie !
Guidare dentro Praha non è stato per niente complicato (per fortuna il navigatore del cellulare ha saputo farsi perdonare portandoci diritti alla meta) e dopo due passaggi a vuoto davanti al numero civico dell’albergo, ci siamo fatti coraggio, fermato la macchina e siamo entrati nella magnifica hall. L’indecisione era dovuta alla bellezza dell’albergo ed alla targa “Rotary Club” collocata sulla colonna a sinistra dell’atrio che stonavano con i nostri standard abituali.
Si trattava di un favoloso quattro stelle in zona centrale, tanto che con la GT abbiamo fatto lo slalom tra i pedoni che il sabato affollano le vie del centro per arrivarci, ad un prezzo pari a quelli dei più insignificanti alberghi che avevamo scartato.
Raccomandazione importante, ci sono tantissimi hotel a Praga, molti senza parcheggio, alcuni con parcheggio “nelle vicinanze” (parcheggi pubblici vicini) e in pochi con garage annesso nel vero senso della parola. Occhio quindi, perché nelle schede sui vari siti di prenotazione la differenza tra “nelle vicinanze” e “parcheggio disponibile in loco” risulta poco evidente.
La GT è rimasta in garage per tutto il tempo della vacanza fino al momento della ripartenza.
In tale occasione, memore della neve ai bordi del passo di San Bernardino, ho preferito allungare un pochino attraversando l’Austria al posto della Svizzera per rientrare in Italia dalla Brennero - Modena lungo la quale ho viaggiato per qualche kilometro in compagnia di una bellissima Maserati Quattroporte verde bottiglia risalente alla gestione precedente a quella Ferrari, un vero mito della mia adolescenza.
Totale di Km percorsi tra andata e ritorno 1925 km.
Problemi incontrati con la lingua nessuno, parlano sia inglese che italiano (quasi tutti).
Rifornimento: tutto self-service e si paga alla cassa dopo aver rifornito
Totale vignette (o bollini) attaccati al parabrezza 3. Annuale quella svizzera (si compra lungo il tratto italiano dell’autostrada all’ultima area di rifornimento). Settimanale quella austriaca (si compra in svizzera dopo il passo di San Bernardino lungo la strada statale che immette in autostrada, direttamente alla cassa di un’area di servizio gestita da una bellissima ragazza, e si può pagare in euro). Settimanale anche quella ceca (si compra lungo l’autostrada tedesca vicino al confine in alcune casupole ben segnalate e collocate negli spiazzali delle aree di servizio e si può pagare in euro), gratis almeno per ora la Germania.
Cibarie: stick house, zuppe, birra, grappe, prosciutto cotto sulla brace e tagliato spesso e un dolce cotto arrotolato su una specie di spiedo (assaggiate quello cotto sul carbone/legna e senza nutella). Nei locali è uso lasciare la mancia, va bene anche se la lasciate in euro.
Sicurezza: nei week end la città è tranquillissima anche la sera, in settimana girano molti senzatetto, sembra quasi che vengano tenuti lontani dal centro nei giorni di festa. Ma nel complesso è un posto tranquillo.
Modalità di vacanza: girare a piedi per la città in maniera scanzonata gustandosi le bellezze e la musica jazz che si diffonde ovunque, dai negozi e locali agli artisti di strada. Fa ovviamente eccezione a questa allegria il quartiere ebraico, lì è impossibile non farsi prendere dallo sconforto del nazismo (se volete fare il tour delle sinagoghe, scegliete pure il circuito più breve, senza guida vista una viste tutte).
Moneta: la città è piena di sportelli di cambio, io personalmente ho preferito prelevare direttamente dal bancomat (la fa da padrone Unicredit con la controllata Zivno Bank), la moneta elettronica è ben accetta così come i pagamenti in euro.