A volte ti svegli la mattina pensando che sarà la solita giornata.
Sono le 6.45 e sono già in metropolitana, accanto a me facce anonime, una signora si cimenta nella soluzione di un rebus ed io le scrocco la lettura di una vignetta che non si dimostrerà una delle più memorabili.
Sulla fila di sedili davanti ho la fortuna di apprezzare uno dei più rappresentativi esemplari di “homo scialbo”, un signore sulla cinquantina con un brutto orologio acquistato forse assieme alla sua compianta “Super 8”, pantaloni dal taglio classico ma in tessuto di jeans, una polo dello stesso colore, una specie di borsello/borsa a tracolla, mocassini che hanno visto tempi migliori e l’unica botta di modernità, fantasmini ! Ha risparmiato all’umanità i calzini bianchi, sicuramente grazie all’intervento della moglie, portava infatti al dito una fede, la sua vita per fortuna non doveva essere proprio monotona allora dai.
Sommo le monetine necessaria all’acquisto del quotidiano all’edicola della stazione, quando mi accorgo che la fermata della metro non solo non è stata foriera di ragazze carine, ma si protrae anche più del solito. I forzati dello stress cominciano già ad emettere sbuffi, più o meno freschi, dalle loro bocche rabbiose, quando un cenno di vita con un cenno di vita il conducente ci comunica via radio che a causa di un “piccolo” inconveniente alla rete, ripartiremo appena possibile.
Poveraccio, chi glie lo ha fatto fare a sbilanciarsi così tanto ? L’aggettivo “piccolo” poi non faceva alcuna differenza, il treno stava comunque bloccato ma in compenso ha dato spunto a tanti inutili ragionamenti da parte di alcuni passeggeri “tuttologi”.
In breve tempo, le ragazze carine continuano a non salire ed il problema tecnico da “piccolo” diventa “definitivo”, a tutti non resta che scendere dal treno e proseguire con i mezzi di superficie. Così lascio la mattiniera risolutrice ai suoi enigmi e decido di dare un senso a questa mattinata, mi dirigo verso casa a prendere le chiavi della GT che sonnecchia in garage da domenica pomeriggio, fresca di autolavaggio dopo un viaggio tra andata e ritorno di 2.800 Km.
Dopo quasi 4 anni ed un totale di 60.000 km è ancora un piacere accomodarsi alla sua guida, e le note del primo CD di musica jazz della mia vita, acquistato in occasione delle ferie appena concluse, mi cullano in pieno relax lungo il percorso, suscitando in me il sospetto che l’impianto Bose sia stato tarato proprio per questo genere di musica. Dovreste infatti sentire come suona il motivo della Pantera Rosa, non si può fare altro che sorridere come un ebete a quelli accanto incolonnate che ascoltano i notiziari radio.
Dopo aver recuperato un minino di contegno, avvisto sulla corsia centrale dell’autostrada una Ibiza (modello nuovo) di un bel colore arancione con una scritta sul baule. Procede a meno di 120 Km/h ed in breve la raggiungo, e mentre mi interrogo inutilmente su cosa spinga il suo guidatore a non occupare la corsia di destra, mi accorgo che il suo baule non reca il nome di una ditta di climatizzatori, bensì la seguente frase: “Follow me…if you can”. Ora considerando l’irrisoria velocità con cui procede, è da considerarsi come una frase ironica, oppure è stata una scelta infelice come quelli che si tatuano il nome della persona amata pensando che sia quella giusta per loro?
Ma le sorprese non finiscono, affiancando l’Ibiza arancione noto che lo sbarbatello alla guida, dagli immancabili occhiali da sole bianchi, sugli sportelli laterali ha attaccato la numerazione “01” con caratteri neri, così come sul tettuccio. Forse assieme alla sua Daisy con la quale sicuramente condivide il gusto per gli occhiali, Bo si stava recando dallo zio Jesse che abita nella contea di “Palazzolo” ! Avrei voluto seguire il Generale Lee “de noi altri” per vedere se all’autogrill i suoi occupanti sarebbero usciti dai finestrini, ma andava troppo piano e avevo bisogno di fare colazione. In effetti, stando a quella scritta, anche se per sfinimento, non sono comunque riuscito a seguirlo.
Alla fine il tragitto termina con me che divoro una treccia al cioccolato mentre ammiro la GT splendere sotto i gentili raggi solari di questa mattina di fine estate.
Sono le 6.45 e sono già in metropolitana, accanto a me facce anonime, una signora si cimenta nella soluzione di un rebus ed io le scrocco la lettura di una vignetta che non si dimostrerà una delle più memorabili.
Sulla fila di sedili davanti ho la fortuna di apprezzare uno dei più rappresentativi esemplari di “homo scialbo”, un signore sulla cinquantina con un brutto orologio acquistato forse assieme alla sua compianta “Super 8”, pantaloni dal taglio classico ma in tessuto di jeans, una polo dello stesso colore, una specie di borsello/borsa a tracolla, mocassini che hanno visto tempi migliori e l’unica botta di modernità, fantasmini ! Ha risparmiato all’umanità i calzini bianchi, sicuramente grazie all’intervento della moglie, portava infatti al dito una fede, la sua vita per fortuna non doveva essere proprio monotona allora dai.
Sommo le monetine necessaria all’acquisto del quotidiano all’edicola della stazione, quando mi accorgo che la fermata della metro non solo non è stata foriera di ragazze carine, ma si protrae anche più del solito. I forzati dello stress cominciano già ad emettere sbuffi, più o meno freschi, dalle loro bocche rabbiose, quando un cenno di vita con un cenno di vita il conducente ci comunica via radio che a causa di un “piccolo” inconveniente alla rete, ripartiremo appena possibile.
Poveraccio, chi glie lo ha fatto fare a sbilanciarsi così tanto ? L’aggettivo “piccolo” poi non faceva alcuna differenza, il treno stava comunque bloccato ma in compenso ha dato spunto a tanti inutili ragionamenti da parte di alcuni passeggeri “tuttologi”.
In breve tempo, le ragazze carine continuano a non salire ed il problema tecnico da “piccolo” diventa “definitivo”, a tutti non resta che scendere dal treno e proseguire con i mezzi di superficie. Così lascio la mattiniera risolutrice ai suoi enigmi e decido di dare un senso a questa mattinata, mi dirigo verso casa a prendere le chiavi della GT che sonnecchia in garage da domenica pomeriggio, fresca di autolavaggio dopo un viaggio tra andata e ritorno di 2.800 Km.
Dopo quasi 4 anni ed un totale di 60.000 km è ancora un piacere accomodarsi alla sua guida, e le note del primo CD di musica jazz della mia vita, acquistato in occasione delle ferie appena concluse, mi cullano in pieno relax lungo il percorso, suscitando in me il sospetto che l’impianto Bose sia stato tarato proprio per questo genere di musica. Dovreste infatti sentire come suona il motivo della Pantera Rosa, non si può fare altro che sorridere come un ebete a quelli accanto incolonnate che ascoltano i notiziari radio.
Dopo aver recuperato un minino di contegno, avvisto sulla corsia centrale dell’autostrada una Ibiza (modello nuovo) di un bel colore arancione con una scritta sul baule. Procede a meno di 120 Km/h ed in breve la raggiungo, e mentre mi interrogo inutilmente su cosa spinga il suo guidatore a non occupare la corsia di destra, mi accorgo che il suo baule non reca il nome di una ditta di climatizzatori, bensì la seguente frase: “Follow me…if you can”. Ora considerando l’irrisoria velocità con cui procede, è da considerarsi come una frase ironica, oppure è stata una scelta infelice come quelli che si tatuano il nome della persona amata pensando che sia quella giusta per loro?
Ma le sorprese non finiscono, affiancando l’Ibiza arancione noto che lo sbarbatello alla guida, dagli immancabili occhiali da sole bianchi, sugli sportelli laterali ha attaccato la numerazione “01” con caratteri neri, così come sul tettuccio. Forse assieme alla sua Daisy con la quale sicuramente condivide il gusto per gli occhiali, Bo si stava recando dallo zio Jesse che abita nella contea di “Palazzolo” ! Avrei voluto seguire il Generale Lee “de noi altri” per vedere se all’autogrill i suoi occupanti sarebbero usciti dai finestrini, ma andava troppo piano e avevo bisogno di fare colazione. In effetti, stando a quella scritta, anche se per sfinimento, non sono comunque riuscito a seguirlo.
Alla fine il tragitto termina con me che divoro una treccia al cioccolato mentre ammiro la GT splendere sotto i gentili raggi solari di questa mattina di fine estate.