Non ho potuto possederla :mecry) ma ha acceso la mia ppassione alfista.
La mia prima volta con un’alfa romeo storica è stata in età avanzata. Lei aveva precisamente 20 anni più di me (abbastanza per doverle rispetto) e mi conquistò immediatamente con il fascino di chi è sicuro di ciò che fa. Era il 2002 e un amico di famiglia passò a casa mia con la sua alfetta 2.0 del 1982. negli anni passati avrei voluto chiedergli spesso di farmi guidare quell’auto ma non avevo trovato mai il coraggio. Quel pomeriggio, dalla finestra della mia camera, ho sentito che il proprietario e mio padre parlavano di auto ed il signore stava dicendo: “ho visto sul giornale la pubblicità della punto a 9000 euro e credo che cambierò l’alfetta che ormai ha i suoi anni”. Salto dalla sedia e mi precipito in giardino per non perdere l’ultima opportunità che avevo per guidarla e gli chiedo di farmela guidare prima di rottamarla. Mi rispose: “ci mancherebbe, per così poco” e mi consegna le chiavi. Entro e vedo la lunghissima leva del cambio con l’asta cromata ed il pomello in legno, che mi spiazza non poco. Metto in folle e giro la chiave; il rumore prodotto dai due carburatori doppio corpo causa un brivido che mi scuote fino quasi a commuovermi. Metto la prima e vado tranquillo… fino al momento di mettere la seconda, inserimento della quale è accompagnato da una tremenda grattata del cambio. Penso: “come sono stupido, bisogna fare la doppietta”, già, la doppietta, al solo pensiero sudo, cerco di applicare quello che conosco solo in teoria ma non ci riesco subito e infatti la terza gratta. Un paio di chilometri e la situazione migliora, sono su una strada statale, tiro la terza e scopro la potenza del motore (circa 120 cavalli tutti in basso erogati con una grinta sconosciuta a molti). Nelle curve strette, in cui accelero prima di riallineare completamente le ruote, l’auto sovrasterza leggermente in modo del tutto naturale e prevedibile. Ogni cambiata mi fa sudare a causa della doppietta e in ogni curva ho paura di andare in testacoda perché rischio sempre di più aprendo l’acceleratore sempre prima. Ai semafori accelero a vuoto per sentire il rumore pieno del motore e dopo una decina di chilometri riporto l’auto al proprietario. Sono sudato e affaticato a causa della guida impegnativa ma entusiasta per aver scoperto una vera alfa del passato.
La vera sorpresa la ho 20 giorni dopo questa esperienza visto che il proprietario mi dice che la punto è tutta plastica e non ha motore (voleva prendere una 1.2 16valvole) e secondo lui non vale la pena di cambiare l’alfetta. Gli confesso che quando l’avevo provata mi ero divertito molto e a questo punto lui inizia a raccontarmi la sua esperienza. Mi ha detto che l’ha comprata quando aveva 30 anni e che grazie a lei causava le ire degli altri ragazzi del paese che lo sfidavano con le varie 124 coupè, bmw serie 3, ecc. e che non riusciva mai a stargli davanti nelle gare che si organizzavano sulle strade di campagna, ha aggiunto che le ragazze subivano il fascino di una carrozzeria dalla linea slanciata e che grazie alla stabilità della macchina (dovuta anche al cambio sull’asse posteriore) raggiungeva velocità sconosciute alle altre vetture dell’epoca che in curva imponevano al guidatore di alzare il piede dall’acceleratore. A distanza di tre anni da quell’esperienza il proprietario non ha ancora cambiato auto.
Modello: alfetta 2000
Anno: 1982
Km: circa 200000
Stato attuale: perfetta, usata dal proprietario come auto di tutti i giorni, in 23 anni mai parcheggiata al sole o alla pioggia.