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© APCOM
Roma, 11 nov. (Apcom) - "Non siamo nell'ambito di una attività mafiosa, ma c'è una similarità di comportamenti". Così il pm Luca Palamara, della Procura di Roma, ha motivato le richieste di condanna per gli imputati nel processo Gea. In particolare il rappresentante dell'ufficio dell'accusa ha chiesto: 6 anni di pena per l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi; 5 anni per il figlio Alessandro Paolo; tre anni e 6 mesi per Francesco Zavaglia; 1 anno e 4 mesi per Davide Lippi; 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo (oggi ds del Livorno, all'epoca dei fatti responsabile degli osservatori della Juve) e 8 mesi per Pasquale Gallo. Quello costituito "è un contesto in cui si fanno avvertimenti, dove più volte si spiega che senza aderire ad un progetto si resta esclusi dal grande giro delle squadre influenti, della nazionale", ha continuato il pm Palamara.
Apa
Riporto un altra fonte.
ROMA (Reuters) - La procura di Roma ha chiesto di condannare a 6 anni di reclusione l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, e a 5 anni suo figlio, Alessandro, nel processo sui presunti illeciti attribuiti alla Gea World, la società che ha gestito le procure sportive di numerosi calciatori.
Il pm romano Luca Palamara ha chiesto anche una condanna a 1 anno e 4 mesi per Davide Lippi il figlio del ct della nazionale che nel 2006 ha vinto i Mondiali di calcio.
Palamara ha chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi per Franco Zavaglia, a 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo e a 8 mesi per Pasquale Gallo, tutti e tre agenti all'epoca dei fatti.
I magistrati ipotizzano che la Gea abbia alterato illegalmente la concorrenza nel mercato del calcio, facendosi forte della sua presenza nel settore per condizionare le scelte professionali dei propri clienti, ad esempio minacciando di non far lavorare più giocatori, allenatori e dirigenti delle società.
L'accusa iniziale per tutti gli imputati era di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti e di illecita concorrenza con violenza e minaccia. La richiesta di condanna per Lippi e Gallo però non riguarda l'associazione per delinquere ma singoli episodi di illecita concorrenza.
Il pm inoltre per Luciano Moggi ha chiesto di negare le attenuanti generiche, da riconoscere invece agli altri
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Roma, 11 nov. (Apcom) - "Non siamo nell'ambito di una attività mafiosa, ma c'è una similarità di comportamenti". Così il pm Luca Palamara, della Procura di Roma, ha motivato le richieste di condanna per gli imputati nel processo Gea. In particolare il rappresentante dell'ufficio dell'accusa ha chiesto: 6 anni di pena per l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi; 5 anni per il figlio Alessandro Paolo; tre anni e 6 mesi per Francesco Zavaglia; 1 anno e 4 mesi per Davide Lippi; 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo (oggi ds del Livorno, all'epoca dei fatti responsabile degli osservatori della Juve) e 8 mesi per Pasquale Gallo. Quello costituito "è un contesto in cui si fanno avvertimenti, dove più volte si spiega che senza aderire ad un progetto si resta esclusi dal grande giro delle squadre influenti, della nazionale", ha continuato il pm Palamara.
Apa
Riporto un altra fonte.
ROMA (Reuters) - La procura di Roma ha chiesto di condannare a 6 anni di reclusione l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, e a 5 anni suo figlio, Alessandro, nel processo sui presunti illeciti attribuiti alla Gea World, la società che ha gestito le procure sportive di numerosi calciatori.
Il pm romano Luca Palamara ha chiesto anche una condanna a 1 anno e 4 mesi per Davide Lippi il figlio del ct della nazionale che nel 2006 ha vinto i Mondiali di calcio.
Palamara ha chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi per Franco Zavaglia, a 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo e a 8 mesi per Pasquale Gallo, tutti e tre agenti all'epoca dei fatti.
I magistrati ipotizzano che la Gea abbia alterato illegalmente la concorrenza nel mercato del calcio, facendosi forte della sua presenza nel settore per condizionare le scelte professionali dei propri clienti, ad esempio minacciando di non far lavorare più giocatori, allenatori e dirigenti delle società.
L'accusa iniziale per tutti gli imputati era di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti e di illecita concorrenza con violenza e minaccia. La richiesta di condanna per Lippi e Gallo però non riguarda l'associazione per delinquere ma singoli episodi di illecita concorrenza.
Il pm inoltre per Luciano Moggi ha chiesto di negare le attenuanti generiche, da riconoscere invece agli altri