Questa mattina niente treno, si va a lavoro in macchina.
Mi reco in garage giocherellando con le poche funzioni del mio nuovo e super economico telefonino dual sim chiedendomi se tra un anno potrò ancora considerarlo un affare oppure una m….ata (comporre i puntini di sospensione con una delle espressioni tipiche dei racconti di Cammilleri).
Appena la porta del box si schiude facendo filtrare la luce che illumina l’argenteo dardo, il mio cervello mi suggerisce un buon modo per consumare qualche neurone: inserire lo spinotto dell’auricolare, posare l’oscuro aggeggio nel vano bibite sotto il bracciolo e godermi il viaggio in Gran Turismo.
Risveglio allora i ronzini ed accendo la radio. Alla notizia, trasmessa con molta ironia, che la Zanicchi a fine legislatura lascerà la politica per dedicarsi nuovamente alla TV, in coro con lo spiritoso Deejay, esclamo un bel romanesco “…e sti c…i non c’ho metti” ed ingrano la prima.
L’aria ancora fresca ed il ritmo ancora lento della città mi infonde la voglia di un po’ di musica più in sintonia con quella fugace atmosfera. Saluto allora la voce ruvida ed i ritmi impetuosi dei Metallica e mi tuffo nella dolcezza del canto di Norah Jones .
Oltrepasso la sbarra automatica del cortile, imbocco la via e dal mio finestrino laterale le 4 frecce di un’altra GT, nera come il “Black Album” appena riposto, lampeggiano veloci. Un neo quarantenne (così mi suggerisce quel che resta della sua capigliatura) in giacca e cravatta prima di cominciare la sua giornata lavorativa osserva le prime luci del girono che si riflettono sulla livrea della mia GatTona. Un sorriso di compiacimento abbozzato da due alfisti che cominciano l’ultimo giorno di lavoro della settimana nel loro modo preferito, due colori che prendono il nome da due vulcani che si riversano sulle strade, il più scuro vira verso il centro della città mentre il più chiaro accende luci di posizione e anabbaglianti per puntare dritto verso l’autostrada. L’inizio di un giorno come un altro, l’inizio di un giorno da Alfisti.
Mi reco in garage giocherellando con le poche funzioni del mio nuovo e super economico telefonino dual sim chiedendomi se tra un anno potrò ancora considerarlo un affare oppure una m….ata (comporre i puntini di sospensione con una delle espressioni tipiche dei racconti di Cammilleri).
Appena la porta del box si schiude facendo filtrare la luce che illumina l’argenteo dardo, il mio cervello mi suggerisce un buon modo per consumare qualche neurone: inserire lo spinotto dell’auricolare, posare l’oscuro aggeggio nel vano bibite sotto il bracciolo e godermi il viaggio in Gran Turismo.
Risveglio allora i ronzini ed accendo la radio. Alla notizia, trasmessa con molta ironia, che la Zanicchi a fine legislatura lascerà la politica per dedicarsi nuovamente alla TV, in coro con lo spiritoso Deejay, esclamo un bel romanesco “…e sti c…i non c’ho metti” ed ingrano la prima.
L’aria ancora fresca ed il ritmo ancora lento della città mi infonde la voglia di un po’ di musica più in sintonia con quella fugace atmosfera. Saluto allora la voce ruvida ed i ritmi impetuosi dei Metallica e mi tuffo nella dolcezza del canto di Norah Jones .
Oltrepasso la sbarra automatica del cortile, imbocco la via e dal mio finestrino laterale le 4 frecce di un’altra GT, nera come il “Black Album” appena riposto, lampeggiano veloci. Un neo quarantenne (così mi suggerisce quel che resta della sua capigliatura) in giacca e cravatta prima di cominciare la sua giornata lavorativa osserva le prime luci del girono che si riflettono sulla livrea della mia GatTona. Un sorriso di compiacimento abbozzato da due alfisti che cominciano l’ultimo giorno di lavoro della settimana nel loro modo preferito, due colori che prendono il nome da due vulcani che si riversano sulle strade, il più scuro vira verso il centro della città mentre il più chiaro accende luci di posizione e anabbaglianti per puntare dritto verso l’autostrada. L’inizio di un giorno come un altro, l’inizio di un giorno da Alfisti.