Non sono daccordo con nessun innalzamento dell'età in cui si inizia a parlare di "storicità".
Sono consapevole che in questa kaiser di nazione non vi sia molto raziocinio, ma....... il purgatorio verso le vecchie vetture con blocchi di circolazione, tassa di possesso a livelli inauditi e via discorrendo ha sicuramente creato uno stato di cose per cui chi ha una vecchia vettura può essere ricondotto a grandi linee a uno dei seguenti due gruppi:
1. chi non può permettersi una vettura nuova
2. chi vuol tenersi la propria vettura vecchia.
Al netto delle segate che vengono cianciate di inquinamento etc. (che segate erano, e segate rimangono, nel senso che se tieni all'inquinamento non fai tassazioni tali da "far comprare al cittadino la patente ecologista a caro prezzo") neppure è vero che si faccia una vera "selezione" di chi è appassioanto (quindi accede ai bonus) e chi no. Per stessa volontà dell'ASI, che evidentemente sente una certa aria di dissapori che speriamo distrugga il suo monopolio, creato per l'ignavia dei vari legislatori succedutisi, i club federati son stati invitati a "iscrivere di tutto". Laddove club meno potenti, meno rappresentati, meno visibili, meno dispensati di un potere inaudito dal legislatore, rompono le balle al povero aspirante socio perchè esso presenti e mantenga vetture DI QUALITA' e sia egli stesso un collezionista, od appassionato, di qualità.
Se la volontà ci fosse, si potrebbe risolvere in un modo che, se non tutela al millimetro sia l'appassionato che il legislatore, però di sicuro rende miglior servizio al cittadino di quanto il monopolista ASI non faccia.
La tangente che deve venir pagata all'ente PRIVATO torinese, criticato da più parti ed anche all'interno dello stesso, ma che è stato capace di creare un consenso su favori e politicume vario, ha da finire.
Han da finire le regioni le quali non vedono l'ora di mettere il cavillo per l'accesso alla tassazione agevolata, BEN CONSCIE e quindi COLPEVOLI del fatto che DI CERTO e di incontrovertibile in materia non esiste una cippa di niente.
Il legislatore NON SCRIVE che per accedere ai benefici si debba essere iscritti all'ASI, l'agenzia delle entrare si pronuncia sul fatto che NON esista obbligo di iscrizione a chicchessia, ma essendoci sotto una fetta di denaro cospicua (la tanto munta automobile, dalla notte dei tempi di questa vetusta e scalcinata repubblica) le regioni si pongono quasi al livello (a loro NON CONCESSO) di legiferare su importi, e chi paga quanto.
La questione umbra, se è quella che so, altro non è che una corretta interpretazione dello spirito della legge. Ricordiamo che l'ASI, nel 2000, venne incaricata di identificare i modelli da ella ritenuti "di interesse storico collezionistico". Fu una forzatura il voler interpretare "pro domo sua" la legge, dicendo "per me di interesse storico son solo quelle che iscrivo io e che ogni anno ho iscritte".
Indi per cui, realisticamente, con il grave peso erariale che hanno le vetture, venti anni, nel mondo di oggi in cui esistono fortissime limitazioni al traffico e tasse di possesso in crescendo, sono tanti.
E' anche vero che il limite si potrebbe elevare, prevedendo una AUTOMATICITA' del riconoscimento sulla base meramente anagrafica, ma si dovrebbe dare un peso erariale sull'auto ALLEGGERITO, e neppure di poco.....
Chiudo dicendo che in merito al "merito" del singolo esemplare...... la normativa non prevedeva nulla, perchè voleva tutelare ANCHE i veicoli in fase od in attesa di restauro.
Sarebbe quindi molto + idoneo dire che i veicoli certificati da club o associazioni storiche hanno accesso alle agevolazioni, salvo essere (le associazioni) passibili di controlli, verifiche e responsabili di quello che fanno in sede civile e penale cosicchè chi iscrive "tutto tanto per fare cassa" (e so di per certo che esistono) lo possono pur continuare a fare, rischiando però per bene il proprio culo ed il proprio portafogli.
Il club medesimo, RESPONSABILIZZATO (e cmq non solo, come attualmente UN club ovvero l'ASI), può anche decidere di iscrivere un veicolo decisamente malmesso ma di cui si assume la responsabilità di dire che è "di interesse storico e collezionistico" salvo poi dover dimostrarlo in sede di eventuale contestazione.