Da Sicurauto.it, riporto l'intervista al Dr. Enrico Becchio, direttore del Centro Sicurezza Fiat:
1) D. Gentile direttore, in un sondaggio ACI il 73% degli intervistati dichiara di mettere al primo posto la sicurezza nella scelta della propria vettura (prima di prezzo, moda, etc.), tuttavia vari modelli di auto con risultati deludenti ai crash test continuano a vendere, secondo lei perché?
R. Penso che il problema stia nella velocità di ricambio della flotta circolante sia in senso stretto sia attraverso il mercato dell'usato. Inoltre le persone, essendo poco informate, continuano a pensare molto al prezzo.
2) D. Spesso e volentieri i telegiornali sono “farciti” di notizie inutili (gossip, cucina, etc.), mentre quando Euro NCAP rende pubblici i risultati dei suoi test nessuno ne parla. Eppure questi risultati escono solo 3-4 volte l’anno. Non le sembra sbagliato? Inoltre, ritiene che la diffusione dei risultati dei test di Euro NCAP possa servire a (in)formare i cittadini come guidatori (rendendo note le conseguenze degli urti anche a bassa velocità) e come acquirenti per scegliere un’auto più sicura?
R. Sono pienamente d'accordo con la sua osservazione. In alcuni paesi europei mi è infatti capitato di essere stato contattato o di aver visto servizi a telegiornali sugli eventi organizzati da Euro NCAP. Per lo specifico tema della diffusione dei risultati di ogni singola vettura penso però che ci siano limiti legali imposti dal rispetto delle leggi di concorrenza: nello specifico il confronto fra una vettura 3 stelle e una 5 stelle su un telegiornale pubblico ad alta diffusione potrebbe essere passibile di denunce da parte del costruttore sfavorito nel confronto. Tuttavia questo è lo scopo principale del rating NCAP: mettere a confronto per una data categoria di veicoli le prestazioni di sicurezza misurate oltre quanto richiesto dalla legge.
3) D. In questi mesi stiamo assistendo ad una vera e propria invasione di auto low cost cinesi, vendute persino nei supermercati. Eppure tutti i crash test circolanti sul web mettono in evidenza una scarsissima sicurezza passiva di queste auto. Possibile che la normativa europea permetta tutto ciò?
R. Le prove necessarie per commercializzare una vettura in Europa (ovvero le prove di omologazione) sono meno severe di quelle pubblicate dai media, per cui tali risultati non necessariamente provano una non conformità rispetto ai requisiti di omologazione. Il livello di protezione offerto da vetture che rispettano i soli vincoli di omologazione è equivalente ad un 50% di rischio che un occupante cinturato di corporatura media (per es. in un urto frontale a 56 km/h con un altro veicolo di pari massa) subisca delle lesioni di una certa gravità per ogni singolo segmento corporale. Viceversa una vettura che ha un rating Euro NCAP di 4 o 5 stelle (come ormai quasi tutte le vetture commercializzare in Europa) garantisce un rischio inferiore rispettivamente al 10% o al 5% in un urto nelle stesse condizioni ma a 64 km/h. Per questo motivo e per via dello sforzo che la società intera sta facendo per ridurre il numero di fatalità da incidenti stradali, l'introduzione sul mercato di vetture che offrono uno standard di protezione significativamente inferiore alla media costituisce un notevole impedimento nel raggiungimento dell'obiettivo che si è posta la comunità europea di ridurre entro il 2010 del 50% il numero di fatalità da incidenti stradali rispetto al 2000.
4) D. La paura più grande degli italiani sembra essere quella di subire un incidente stradale. Più di furti, scippi, rapine e stupri. Eppure investono ancora poco in sicurezza attiva e passiva, spesso accontentandosi di ciò che la casa automobilistica offre di serie. Non lo ritiene un contro senso?
R. Sono d'accordo e penso che sia principalmente dovuto alla scarsa informazione che si da sui media tradizionali più seguiti.
5) D. Il 79% degli italiani si è dichiarato disposto a pagare un supplemento per dotare di ESC la propria vettura eppure l'Italia è al penultimo posto per "tasso di installazione" del sistema ESC con il 41% di automobili dotate di ESC: ai primi posti svettano Svezia (93%), Germania (77%) e Spagna (55%). Qual è la causa secondo lei?
R. Si ricollega al punto di cui sopra: se non sono opportunamente informato sui contenuti di sicurezza, non ho la possibilità di capire che cosa è efficace. Viceversa mi sembra che sui media italiani si dia molto più spazio alla spettacolarità dell'informazione (cfr. servizi "moralistici" sulle stragi del sabato sera, sui controlli alle uscite delle discoteche, sui pirati immigrati) piuttosto che spiegare come utilizzare al meglio le vetture, che cosa sono i vari contenuti di sicurezza, fare pressione sugli enti locali affinché si risolvano situazioni problematiche sulle infrastrutture, sia applicato in modo rigoroso il codice della strada, ecc. Questo tipo di informazione inoltre concorre a mantenere un atteggiamento verso la sicurezza "emozionale" invece che "razionale".
6) D. Sicurauto.it ha sempre ritenuto che la colpa di questa scarsa (in)formazione dei cittadini sia dovuta anche alle concessionarie, che a volte sono disinformate o fanno disinformazione tendendo a vendere il “pronto consegna”. Effettivamente un recente sondaggio di Euro-TEST ci da ragione. Lei che ne pensa?
R. Sono d'accordo sul fatto che la cultura tecnica del venditore medio vada incrementata.
7) D. Possibile che non si faccia nulla per formare al meglio la rete di vendita europea e più in particolare quella italiana, visto che è all’ultimo posto in Europa?
R. Come Fiat Group Automobiles negli ultimi anni è stato fatto un grosso sforzo sia nel mettere sul mercato vetture più sicure sia nel comunicarlo. Ovviamente questo può essere fatto solo per i concessionari direttamente affiliati. Tuttavia ritengo che sia la bassa cultura generale sulla sicurezza a non favorire il ciclo virtuoso per cui un cliente informato forza a far crescere la cultura del venditore e viceversa.
8) D. Euro-TEST ritiene che un forte elemento frenante alla reale diffusione dell’ESP sia rappresentato anche dalla forbice del prezzo di questo dispositivo in Europa: le case automobilistiche chiedono in media un prezzo estremamente più basso nel proprio Paese piuttosto che nel resto d’Europa. E’ d’accordo con questa affermazione? Si può fare qualcosa sul prezzo?
R. Oggettivamente il costo tecnico dell'ESP è ancora abbastanza rilevante in percentuale al costo dell'intero veicolo, inoltre non va dimenticato che oggi sul mercato ci sono vari tipi di ESP che hanno prestazioni a volte molto differenti tra loro. Sul discorso della differenziazione per Paesi, l'origine dell'eventuale squilibrio non penso abbia un origine "campanilistica" quanto il fatto che i paesi costruttori (ad eccezione dell'Italia) sono anche quelli dove è maggiormente diffusa la cultura della sicurezza e quindi dove è più alta la domanda per questo tipo di dispositivi. Per averne una conferma si potrebbe valutare la percentuale di assorbimento in paesi senza costruttori ma con una forte cultura della sicurezza (cfr. Danimarca, Svizzera, ecc.). Sono pero sicuro che molto a breve l'ESP avrà una penetrazione nel mercato pari a quella che ha avuto il bag guidatore.
9) D. Abbiamo visto che Fiat ha di recente promosso la campagna “Bimbisicuramente”. Ottima iniziativa. Tuttavia, vista questa grande attenzione verso i bambini, non sarebbe più corretto inserire nei listini ufficiali anche i costi dei seggiolini, invece di ritenerli ancora un prodotto da “Linea Accessori”. Linea che, spesso e volentieri, i clienti nemmeno conoscono e i concessionari nemmeno propongono?
R. Non ho le competenza per capire che cosa questa proposta comporti in pratica, ma mi prendo cura di farlo presente all'ente commerciale.