MILANO - Forse fra breve finiranno gli equivoci come quello di Whitehouse.com, il sito che per anni anni (fino al 2004) ha accolto con ragazze discinte migliaia di ignari navigatori in cerca della Casa Bianca. I siti porno avranno un loro dominio, a prova di imbarazzi, contraddistinto dal suffisso «.xxx». Una decisione che arriva dall'Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l'ente che sovraintende ai domini Internet: il «board», la dirigenza dell'associazione ha approvato un piano per creare un nuovo gruppo di indirizzi Internet.
BUSINESS - Così, accanto ai siti educativi (.edu), a quelli istituzionali (.gov), alle organizzazioni (.org) e ai siti commerciali (.com), anche il porno avrà una sua «regione» in rete. Un sistema che, in teoria, dovrebbe evitare ai bambini e, in generale, a chi vuole evitare i siti a luci rosse di finire in quartieri dell'Internet poco graditi. I siti porno generano al momento ben il 10% dell'intero traffico web mondiale, oltre a raggiungere il 25% delle ricerche effettuate sui motori di ricerca.
C'E' CHI DICE NO - L'uso del dominio .xxx permetterà ai software di filtrare agevolmente tutti i siti vietati ai minori. Anche se è difficile, anzi impossibile, pensare che chi ha lucrosi domini .com o .net li abbandoni per passare al nuovo .xxx. Ed è d'altronde impossibile pensare a una migrazione forzata, in un mondo per tradizione liberale come la rete. Un esperto del settore, Jonathan Robertson di NetNames, ricorda che in molti si erano opposti ai domini .xxx, «convinti che i nomi dei domini non debbano di per sé costituire un filtro sui contenuti» del web, considerato ancora uno dei (pochi) spazi di libertà veramente globale. Robertson considera che tutto sommato «si tratta di una soluzione piuttosto elegante, ma se siete il gestore di un sito porno di successo, non avrete voglia di cambiare indirizzo». Il prezzo previsto per un dominio .xxx sarà di circa 60 dollari. L'Icann aveva da poco dato il via libera a nuovi domini quali .travel, .jobs, .cat, .post e .mobi, con altri suffissi (come .asia, .mail e .tel) in lista d'attesa.
L'ITER - Ora la palla passa all'Icm Registry, una società britannica di gestione informatica (nessun legame con il cyberporno), che dovrà mettere a punti i dettagli tecnici della questione. Il dibattito sui domini .xxx sarà ancora al centro del dibattito dell'Icann, che si riunirà in assemblea dall'11 al 15 luglio a Lussemburgo.
corriere 03 giugno 2005
BUSINESS - Così, accanto ai siti educativi (.edu), a quelli istituzionali (.gov), alle organizzazioni (.org) e ai siti commerciali (.com), anche il porno avrà una sua «regione» in rete. Un sistema che, in teoria, dovrebbe evitare ai bambini e, in generale, a chi vuole evitare i siti a luci rosse di finire in quartieri dell'Internet poco graditi. I siti porno generano al momento ben il 10% dell'intero traffico web mondiale, oltre a raggiungere il 25% delle ricerche effettuate sui motori di ricerca.
C'E' CHI DICE NO - L'uso del dominio .xxx permetterà ai software di filtrare agevolmente tutti i siti vietati ai minori. Anche se è difficile, anzi impossibile, pensare che chi ha lucrosi domini .com o .net li abbandoni per passare al nuovo .xxx. Ed è d'altronde impossibile pensare a una migrazione forzata, in un mondo per tradizione liberale come la rete. Un esperto del settore, Jonathan Robertson di NetNames, ricorda che in molti si erano opposti ai domini .xxx, «convinti che i nomi dei domini non debbano di per sé costituire un filtro sui contenuti» del web, considerato ancora uno dei (pochi) spazi di libertà veramente globale. Robertson considera che tutto sommato «si tratta di una soluzione piuttosto elegante, ma se siete il gestore di un sito porno di successo, non avrete voglia di cambiare indirizzo». Il prezzo previsto per un dominio .xxx sarà di circa 60 dollari. L'Icann aveva da poco dato il via libera a nuovi domini quali .travel, .jobs, .cat, .post e .mobi, con altri suffissi (come .asia, .mail e .tel) in lista d'attesa.
L'ITER - Ora la palla passa all'Icm Registry, una società britannica di gestione informatica (nessun legame con il cyberporno), che dovrà mettere a punti i dettagli tecnici della questione. Il dibattito sui domini .xxx sarà ancora al centro del dibattito dell'Icann, che si riunirà in assemblea dall'11 al 15 luglio a Lussemburgo.
corriere 03 giugno 2005