Interessante articolo su Auto & Design

ataru007

Nuovo Alfista
23 Ottobre 2004
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Roma
Riporto un articolo della rivista bimestrale Auto & Design dove si ripercorre la storia della Brera tra luci ed ombre. Secondo me molto interessante. A voi i commenti.

Realtà
di un sogno
Una storia tutta italiana quella della Alfa Romeo Brera. Nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro dapprima come concept, diventata vettura di serie per volere del manage­ment della casa di Arese, quindi industrializzata e prodotta da Pininfarina, che ne ha inoltre curato il design interno. Il tutto in collaborazione con il Centro Stile Alfa Romeo, come racconta il suo direttore Wolfgang Egger. «Anche quando un progetto è condiviso con dei consulenti esterni, lavo­riamo comunque all'analisi di design, per assorbirne la creatività nel nostro centro stile. E' inoltre il modo migliore per coordinare le attività di progettazione tra l'in­terno e la carrozzeria».
La storia della Brera, in effetti, è piuttosto complessa e articolata. Come già ricordato nella Design story dell'Alfa 159 (vedi A&D n° 154), il coupé-concept presentato dall'ltaldesign Giugiaro a Ginevra nel marzo 2002 è diventato il capostipite di una famiglia di quattro vetture, tutte costruite sulla piattaforma specifica "Premium platform" e articolati in due sigle di progetto: 939 per le 159 berlina e Sportvvagon, 946 per il coupé Brera e la sua variante Spider. «Da tempo la nostra gamma non offriva nello stesso segmento una famiglia di vetture così variegata», prosegue Egger. «Si tratta di modelli con assetti e proporzioni differenti, di cui due più sportivi rispetto agli altri. Nel caso della Brera, si voleva ottenereun coupé che non fosse un deri­vato della berlina, ma una vettura a sé, una "2+2" con sufficiente spazio per i bagagli del week-end, come sulla Sprint di una volta».
Per Giorgetto Giugiaro, «la Brera è stata concepita come auto di élite, con un design trasferito poi su un pianale specifico». /I passaggio dalla concept car alla vettura di serie, con la declina­zione in quattro modelli, ha inevi­tabilmente comportato delle modifiche a quel design tanto apprezzato. Le più evidenti sono l'incremento delle prese d'aria sul frontale e le diverse proporzioni,
in altezza così come della fiancata. «E' stato mantenuto il disegno complessivo d'origine, ma appli­candolo su un'architettura diversa, perché differente è l'impostazione meccanica La Brera di serie ha il motore anteriore, mentre sul pro­totipo (basato su meccanica Masera ti, N.d.R.) era in posizione anteriore centrale. Lo sbalzo fron­tale risulta allungato, con uno spostamento della ruota, e del passo, più indietro. L'impianto del parabrezza risulta invece posizio­nato più avanti. Inoltre, tutta la vettura si è alzata da terra: le sospensioni sono differenti, la posizione di guida è più alta, l'an­golo di rampa è maggiormente elevato».
Questo "sollevamento" comples­sivo, che rende il coupé forse più funzionale ma ne diluisce un po' l'aspetto da supercar decisamente sportiva, spiega in parte anche la presenza di una coda più massic­cia. I suoi cinquant'anni di attività nella progettazione automobili­stica lo hanno abituato ai compro­messi, ma un po' di rammarico, specie per le prese d'aria a lato dello scudetto, in Giugiaro si per­cepisce: «Abbiamo guidato il nostro prototipo anche su lunghi percorsi e in ambienti caldi senza problemi di surriscaldamento, ma le normative aziendali prevede­vano degli ingressi aria maggiori. Modifiche di ordine tecnico a cui si è dovuti sottostare per la produ­zione industriale». Anche le nor­mative per l'urto pedone hanno avuto il loro influsso. «Si è cercato comunque di ottenere il paraurti come pezzo unico, come una scul­tura, indipendentemente dalla scomposizione della scocca Però abbiamo dovuto spostare i tagli del cofano, che ora entra dentro
la calandra», spiega ancora Giugiaro.
Inoltre, la carrozzeria della Brera è di fatto un abito che ha dovuto adattarsi a vestire un abitacolo già definito, in parte condiviso con la berlina 759, da cui deriva la strut­tura della plancia. Lo sanno bene anche in Pininfarina, come rac­conta il loro chief designer Guglielmo Cartia: «All'inizio del 2003 ci è stato chiesto di fare delle proposte per l'interno, con il vincolo della plancia d'origine. Abbiamo quindi pensato di inse­rirvi degli elementi da riportare di lato sui panelli porta, per un effetto di continuità e di avvol­genza. Per questo le molure risul­tano molto allungate rispetto a quelle sulla berlina. Sulle porte abbiamo definito dei "meda­glioni", organizzati su due piani. uno più scavato, per accogliere il braccio, l'altro più sporgente, che contiene vari element/~ come l'al­toparlante».
I concetti seguiti per interpretare il carattere Alfa Romeo, spiega Cartia, sono tre: «L'andamento delle linee, mai parallele ma sem­pre curve, per ricreare il senso della velocità, la percezione senso­riale dell'ambiente, data dal gusto italiano e dalle forme sinuose, ric­che di sfumature, mai troppo tec­niche; infine, la scelta e l'accosta­mento dei materiali, per leggervi una ricchezza dell'interno unita alla sportività». La ricerca per il "colour & trim" è stata condotta
in collaborazione con l'Area
Colore del Centro Stile Alfa Romeo. «Sono stati rispettati gli stilemi del marchio, come indica ad esempio la lavorazione a canenlloni dei sedili e dei fian­chetti sulle porte».
Dal momento del congelamento dello stile, tutto il progetto è stato quindi condotto dalla Pininfarina per lo sviluppo dell'ingeneering, sino alla produzione, avviata negli stabilimenti della stessa Pininfarina, dove sarà affiancata nei prossimi mesi dall'Alfa Romeo Spider, debuttante a Ginevra insieme alla 759 Sportwagon .•••
 
eh....purtroppo la Brera non mi esalta...

le proporzioni nn mi convincono: si tratta di un disegno CAB BACK, tipicamente all'americana (comprensibile vista la voglia di USA delle nuove ALFA) che ricorda le prime 'vette.

Io personalmente preferisco lo stile cab-forward, dove l'abitacolo è sbilanciato in avanti.

Esiste naturalmente una eccezione, che è la nostra Nasona 147!
 
grazie!!!! me l'ero perso!!
molto interessante!
sullo stile della brera io non ho nulla da ridire, ovviamente non poteva essere proposta così come l'aveva immaginata giugiaro, e dobbiamo ringraziare che l'abbiano fatta così!
ha un pregio enorme: è diversa da tutto il resto delle coupé che circolano oggi. ha una sua personalità forte, le linee sono da sogno, i volumi insoliti ma ben piazzati...
come filosofia mi ricorda la alfetta gtv, ovvero strana.
ma bella...irresistibilmente bella!
 
Se fosse stata prodotta al posto della 8C probabilmente non avrebbe avuto compromessi per la produzione...
 
riepiloghiamo: 8C e brera concept hanno entrambe la stessa base meccanica vero? il telaio maserati per la precisione.
beh, sinceramente son contento che abbiano fatto la 8C come supercar e la brera come auto ''per tutti''.
anche se il massimo sarebbe stato avere anche la brera TP e con il prezzo dell'attuale....
ma son contento che abbiano fatto così alla fine!
 
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