Il nostro presidente (Alfa Romeo) LUNGO

cuorerosso

Nuovo Alfista
7 Febbraio 2005
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Marigliano (NAPOLI)
Ecco cosa pensa colui che decide: Karl-Heinz Kalbfell - sarà per quel suo profilo da pugile - è un uomo a cui piacciono le sfide. Aveva una brillante carriera in BMW alle spalle e un'altrettanto brillante carriera davanti a sé: Helmut Panke. il numero uno della Casa bavarese, lo aveva pregato di restare. Lui ha ringraziato per la stima, ma ha fatto i bagagli ed e venuto a Torino, a lavorare in un'azienda gravata da sei miliardi di debiti.
"Mi sento ancora troppo giovane per fare il top manager, riverito e fatto sentire importante. Preferisco sporcarmi le mani" confessa a «Quattroruote», il primo giornale con cui ha accettato di parlare da quando è diventato - lo scorso gennaio - capo dell'Alfa Romeo. Se vi chiedete chi gliel'ha fatto fare, la risposta è soltanto una: passione. Passione per il mondo dell'automobile, ma anche per un marchio che, secondo lui, ha enormi potenzialità, tanto più ora che potrà contare su un partner d'eccezione come la Maserati, dopo che la Casa del Tridente è stata ceduta dalla Ferrari alla Fiat. "Il 2005 per l'Alfa è un anno cruciale, ci avviamo a rinnovare e ampliare buona parte della nostra gamma di prodotti. Con l'erede dell'ancora bellissima "156". che si chiama "159" ed è un'auto dirompente, e con la "Brera" - quale altro costruttore può vantare un modello simile? - possiamo davvero competere con i marchi di prestigio» dice Kalbfell, col sorriso negli occhi.
Questo auspicio è il viatico che accompagna i due modelli che vedremo in dettaglio in queste pagine e che davvero sembrano avere i numeri per vedersela testa a testa con le concorrenti tedesche - a cominciare da una gamma di motori più moderni e potenti e dalla trazione integrale disponibile anche sulla berlina, come sottolinea ripetutamente Luca di Montezemolo, presidente del gruppo Fiat. Ma questo manager tedesco, che di marchi di prestigio se ne intende, avendo speso una vita in BMW, non è tipo da castelli in aria. E quando parla di un obiettivo - per la produzione complessiva Alfa - di 300 mila macchine entro il 2008, ha ben presente la realtà di oggi, con volumi annui che non arrivano a 200 mila.

«Sì, c'è una relazione inversa fra il fascino che le Alfa Romeo esercitano e i risultati di mercato. E questo è qualcosa che va assolutamente cambiato» dice con franchezza, Kalbfell (che forse in Italia diventerà «Kalle» per gli amici, come un altro Karl-Heinz di calcistica memoria), e aggiunge: «Ho trovato in Alfa grande competenza e capacità nel progettare e costruire automobili, ma nel contempo mi sembra che l'aspetto commerciale sia un po' sottovalutato. Per esempio, una delle cose che non vanno è l'eccessiva con-centrazione sul mercato domestico: l'Italia è sì un grande mercato, però è uno fra tanti altri - e anche più grandi - mercati in Europa e nel mondo. Noi ora dobbiamo, nell'ordine, rafforzarci sui principali mercati europei e poi espanderci in diversi mercati asiatici». Con la «Brera» l'obiettivo («ideale», precisa Kalbfell) è di esportare più della metà della produzione.

A questo punto, sull'onda dell'entusiasmo, viene la curiosità di sapere qualcosa del futuro, di quello che aspetta gli appassionati alfisti dopo la "Brera» e la "159", magari la Suv «Kamal». o una spiderina compatta che risusciti il mito della «Duetto-...
«Qui mi trovo nell'imbarazzante posizione di raffreddare gli animi. Quando vado ad Arese al Centro stile vedo idee e opportunità infinite, ma poi devo fare i conti con le risorse di cui disponiamo. E devo fissare delle priorità. Adesso ci concentriamo su "Brera" e "159", poi sulla "Brera Spider" o semplicemente "Spider" come la chiameremo; bisogna alzare i volumi di vendita su ciascun singolo mercato nel quale siamo presenti, per finanziare l'ingegneria e la ricer¬ca, che sono i beni più preziosi per una marca di prestigio. Altri modelli potranno venire quando avremo sviluppato basi più solide. La "Kamal"? La faremo, ma prima dobbiamo preparare la rete a sostenere volumi di vendita significativi, perché la "Kamal" entra in un segmento di alti volumi».
“Bisogna fare» aggiunge Kalle, e qui viene fuori l'anima tedesca (e pure l'esperienza maturata in BMW), -quel che Alfa Romeo non ha fatto negli ultimi anni, stabilire precise priorità, fare un passo alla volta e poi verificare periodicamente i risultati. Ci vuole disciplina!".
 
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E' un intervista di quattroruote di marzo/aprile che mi sembra fosse stata già postata...
 
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