Ho trovato un interessante articolo su repubblica.it che disegna la situazione attuale del Gruppo Fiat e in qualche modo lo confronta a quello degli altri competitors. ( http://www.repubblica.it/supplementi/af ... ssina.html )
Molti di noi potranno dire che quello che dice il pezzo non è nulla di nuovo e che sul forum se ne è parlato molte volte di queste cose, ma comunque ho trovato l'articolo piuttosto interessante e quindi volevo postarvelo. P.S.: la data dell'articolo è di oggi, 13 febbraio 2013.
'Nel calendario del Lingotto si allontanano i nuovi modelli
Nel 2009 nella classifica dei dieci modelli più venduti in Europa, due erano della Fiat, la Punto al quinto posto e la Panda all’ottavo. L’anno successivo restava solo la Punto che scivolava, però al decimo posto. Nel 2011 non compariva nessuna delle due. Un fatto clamoroso. Primo perché non accadeva da decenni, secondo perché nella top ten è entrata addirittura la Volkswagen Passat, modello di segmento D, il cui prezzo di vendita è quasi il triplo di quello della Panda.
Benvenuti nell’emisfero buio del gruppo Fiat, un tempo al vertice delle classifiche europee e oggi protagonistavittima della crisi di un mercato maturo e sempre più difficile. Dall’altra parte del mondo, però, c’è molta più luce. In America va tutto (o quasi) a gonfie vele con la Chrysler in crescita continua, l’interminabile luna di miele con il presidente Obama e il prestigioso "Time" che dedica a Marchionne addirittura la copertina (L’uomo che ha salvato l’industria dell’auto). Lo stesso accade in Brasile dove la Fiat, seppur insidiata sempre più da vicino da Volkswagen, continua a marciare spedita sul mercato e a raccogliere utili.
C’è l’Europa, però, e qui le luci secondo alcuni si attenuano, secondo altri, sindacati in testa, si spengono. Lo scorso anno, il gruppo guidato da Sergio Marchionne, nel Vecchio Continente ha lasciato sul campo circa 130 mila auto rispetto al 2010. E nonostante il balzo in avanti delle vendite Alfa di quasi il 19%, ha incassato una perdita complessiva del 12%. Leggermente peggio è andata in Italia dove il Lingotto è sceso del 13,8% con una quota di mercato precipitata sotto il 30% (29,5).
Questi i numeri. La domanda, però, che molti si pongono riguarda i prodotti. Cosa ha nel cassetto per i prossimi due, tre anni il gruppo torinese? Con quali modelli pensa di affrontare un mercato dove le più importanti case sfornano novità a getto continuo?
L’ultimo piano prodotto, ufficialmente presentato agli investitori, risale ad aprile 2010. Piano che secondo Marchionne «Permetterà a Fiat e Chrysler insieme di produrre 6 milioni di veicoli entro il 2014» ma che, almeno dal punto di vista dei modelli, in meno di due anni, si è fortemente ridimensionato. Cominciamo dal marchio Fiat, il più importante. Venivano annunciate 10 novità e sei aggiornamenti, compresa un nuova citycar nel 2012. La realtà è diversa. C’è la nuova Panda prodotta a Pomigliano in vendita da questi giorni cui seguirà la versione 4x4 con tutta la linea Cross e i modelli Gpl e metano. C’è la 500 L ma slitta al 2013 la versione a sette posti. Quasi certo anche il rinvio della nuova Punto, prevista sempre nel 2013: lo stile è ben lontano dall’essere definito ed è ancora in corso una "gara" promossa fra designer esterni. Incertezze sulla data della nuova Bravo (2013?) che nascerà dalla piattaforma della Giulietta. Destinata a cambiare anche la Freemont quando nel 2013 entrerà in produzione la nuova Dodge Journey, modello da cui deriva in maniera diretta. Nessun modello nuovo è previsto per il 2014 ma soltanto 3 facelift, tra cui quasi certamente la 500.
Passiamo all’Alfa. E partiamo anche stavolta dal piano del 2010 che prevedeva 7 nuovi modelli e 2 restyling. Quest’anno avrebbero dovuto debuttare le Giulia berlina e station wagon per essere subito vendute in Canada, Usa e Messico. Quindi due modelli Suv prodotti da Chrysler e commercializzati anche in America, infine una nuova spider su base Chrysler. In realtà la situazione, almeno ad oggi, è abbastanza ferma. Modelli come la 147 e la 159 sono stati definiti "estremi" e quindi non più proponibili. La Giulia "made in Usa" sul pianale Dart è sostanzialmente sospesa e non si parla più di Suv. È allo studio, però, una versione SW della Giulietta, mentre la Mito 5 porte è stata cancellata per i costi troppo alti e il progetto della 4C è passato all'Abarth dove devono ancora risolvere i problemi legati alle audaci specifiche annunciate (ridurre i pesi ad 800 kg e tenere il prezzo fermo a 40 mila euro. Nel 2012 la sola novità prevista è una serie speciale della Mito.
Va meglio la Lancia grazie soprattutto alla piena integrazione con Chrysler e a un vero e proprio scambio di modelli tutto a favore del marchio torinese (delle 8 novità previste 6 sono su base Chrysler). Dopo la nuova Ypsilon a cinque porte arrivata lo scorso anno, nel 2012 è prevista la Thema All Wheel Drive (4x4) e la Flavia Cabrio (entrambe presenti al salone di Ginevra di inizio marzo). Nei due anni successivi altri tre modelli tra cui una nuova berlina per gli Usa e un crossover per l’Europa.
Basterà tutto questo per essere competitivi in Europa con grandi gruppi come Volkswagen, Psa e Renault? Marchionne continua a spostare la barra sui mercati internazionali dove ha annunciato lo scorso primo febbraio un obiettivo di vendite globale compreso tra 4,1 e 4,4 milioni di unità, ben lontano dai 6 previsti per il 2014. In sostanza la strategia del gruppo viene condotta in una prospettiva essenzialmente finanziaria e quindi dipende più dall'economia che dal mercato. Il che significa "gestione dell'esistente", in pratica quello che si può fare con il minimo degli investimenti (Marchionne: «non vendiamo la 200C in Europa perché non possiamo metterci il diesel senza spendere»).
Comportamenti e programmi distanti da quelli degli altri gruppi. A cominciare dalla Volkswagen che mette in campo tra i 22 e 24 nuovi modelli l’anno mentre Walter De Silva, capo del design della multinazionale di Wolfsburg, sta lavorando attualmente su 130140 modelli, inclusi i restyling, per tutti i marchi. La Renault ha appena presentato il piano industriale quinquennale che prevede, tra l’altro un rinnovo completo della gamma e ulteriori investimenti sui modelli elettrici. A ritmi simili si muovono anche Peugeot e Citroen. Tutti, naturalmente, alle prese con la crisi di vendita in Europa ma ognuno con un piano preciso per affrontarla. Una strategia che mette al primo posto sempre i modelli, piccoli e grandi, economici e "premium", ibridi ed elettrici. Perché, in fondo, di questo si tratta'.
Molti di noi potranno dire che quello che dice il pezzo non è nulla di nuovo e che sul forum se ne è parlato molte volte di queste cose, ma comunque ho trovato l'articolo piuttosto interessante e quindi volevo postarvelo. P.S.: la data dell'articolo è di oggi, 13 febbraio 2013.
'Nel calendario del Lingotto si allontanano i nuovi modelli
Nel 2009 nella classifica dei dieci modelli più venduti in Europa, due erano della Fiat, la Punto al quinto posto e la Panda all’ottavo. L’anno successivo restava solo la Punto che scivolava, però al decimo posto. Nel 2011 non compariva nessuna delle due. Un fatto clamoroso. Primo perché non accadeva da decenni, secondo perché nella top ten è entrata addirittura la Volkswagen Passat, modello di segmento D, il cui prezzo di vendita è quasi il triplo di quello della Panda.
Benvenuti nell’emisfero buio del gruppo Fiat, un tempo al vertice delle classifiche europee e oggi protagonistavittima della crisi di un mercato maturo e sempre più difficile. Dall’altra parte del mondo, però, c’è molta più luce. In America va tutto (o quasi) a gonfie vele con la Chrysler in crescita continua, l’interminabile luna di miele con il presidente Obama e il prestigioso "Time" che dedica a Marchionne addirittura la copertina (L’uomo che ha salvato l’industria dell’auto). Lo stesso accade in Brasile dove la Fiat, seppur insidiata sempre più da vicino da Volkswagen, continua a marciare spedita sul mercato e a raccogliere utili.
C’è l’Europa, però, e qui le luci secondo alcuni si attenuano, secondo altri, sindacati in testa, si spengono. Lo scorso anno, il gruppo guidato da Sergio Marchionne, nel Vecchio Continente ha lasciato sul campo circa 130 mila auto rispetto al 2010. E nonostante il balzo in avanti delle vendite Alfa di quasi il 19%, ha incassato una perdita complessiva del 12%. Leggermente peggio è andata in Italia dove il Lingotto è sceso del 13,8% con una quota di mercato precipitata sotto il 30% (29,5).
Questi i numeri. La domanda, però, che molti si pongono riguarda i prodotti. Cosa ha nel cassetto per i prossimi due, tre anni il gruppo torinese? Con quali modelli pensa di affrontare un mercato dove le più importanti case sfornano novità a getto continuo?
L’ultimo piano prodotto, ufficialmente presentato agli investitori, risale ad aprile 2010. Piano che secondo Marchionne «Permetterà a Fiat e Chrysler insieme di produrre 6 milioni di veicoli entro il 2014» ma che, almeno dal punto di vista dei modelli, in meno di due anni, si è fortemente ridimensionato. Cominciamo dal marchio Fiat, il più importante. Venivano annunciate 10 novità e sei aggiornamenti, compresa un nuova citycar nel 2012. La realtà è diversa. C’è la nuova Panda prodotta a Pomigliano in vendita da questi giorni cui seguirà la versione 4x4 con tutta la linea Cross e i modelli Gpl e metano. C’è la 500 L ma slitta al 2013 la versione a sette posti. Quasi certo anche il rinvio della nuova Punto, prevista sempre nel 2013: lo stile è ben lontano dall’essere definito ed è ancora in corso una "gara" promossa fra designer esterni. Incertezze sulla data della nuova Bravo (2013?) che nascerà dalla piattaforma della Giulietta. Destinata a cambiare anche la Freemont quando nel 2013 entrerà in produzione la nuova Dodge Journey, modello da cui deriva in maniera diretta. Nessun modello nuovo è previsto per il 2014 ma soltanto 3 facelift, tra cui quasi certamente la 500.
Passiamo all’Alfa. E partiamo anche stavolta dal piano del 2010 che prevedeva 7 nuovi modelli e 2 restyling. Quest’anno avrebbero dovuto debuttare le Giulia berlina e station wagon per essere subito vendute in Canada, Usa e Messico. Quindi due modelli Suv prodotti da Chrysler e commercializzati anche in America, infine una nuova spider su base Chrysler. In realtà la situazione, almeno ad oggi, è abbastanza ferma. Modelli come la 147 e la 159 sono stati definiti "estremi" e quindi non più proponibili. La Giulia "made in Usa" sul pianale Dart è sostanzialmente sospesa e non si parla più di Suv. È allo studio, però, una versione SW della Giulietta, mentre la Mito 5 porte è stata cancellata per i costi troppo alti e il progetto della 4C è passato all'Abarth dove devono ancora risolvere i problemi legati alle audaci specifiche annunciate (ridurre i pesi ad 800 kg e tenere il prezzo fermo a 40 mila euro. Nel 2012 la sola novità prevista è una serie speciale della Mito.
Va meglio la Lancia grazie soprattutto alla piena integrazione con Chrysler e a un vero e proprio scambio di modelli tutto a favore del marchio torinese (delle 8 novità previste 6 sono su base Chrysler). Dopo la nuova Ypsilon a cinque porte arrivata lo scorso anno, nel 2012 è prevista la Thema All Wheel Drive (4x4) e la Flavia Cabrio (entrambe presenti al salone di Ginevra di inizio marzo). Nei due anni successivi altri tre modelli tra cui una nuova berlina per gli Usa e un crossover per l’Europa.
Basterà tutto questo per essere competitivi in Europa con grandi gruppi come Volkswagen, Psa e Renault? Marchionne continua a spostare la barra sui mercati internazionali dove ha annunciato lo scorso primo febbraio un obiettivo di vendite globale compreso tra 4,1 e 4,4 milioni di unità, ben lontano dai 6 previsti per il 2014. In sostanza la strategia del gruppo viene condotta in una prospettiva essenzialmente finanziaria e quindi dipende più dall'economia che dal mercato. Il che significa "gestione dell'esistente", in pratica quello che si può fare con il minimo degli investimenti (Marchionne: «non vendiamo la 200C in Europa perché non possiamo metterci il diesel senza spendere»).
Comportamenti e programmi distanti da quelli degli altri gruppi. A cominciare dalla Volkswagen che mette in campo tra i 22 e 24 nuovi modelli l’anno mentre Walter De Silva, capo del design della multinazionale di Wolfsburg, sta lavorando attualmente su 130140 modelli, inclusi i restyling, per tutti i marchi. La Renault ha appena presentato il piano industriale quinquennale che prevede, tra l’altro un rinnovo completo della gamma e ulteriori investimenti sui modelli elettrici. A ritmi simili si muovono anche Peugeot e Citroen. Tutti, naturalmente, alle prese con la crisi di vendita in Europa ma ognuno con un piano preciso per affrontarla. Una strategia che mette al primo posto sempre i modelli, piccoli e grandi, economici e "premium", ibridi ed elettrici. Perché, in fondo, di questo si tratta'.