Manettini, sospensioni elettroniche, sterzi autodirezionali, non avevo niente di tutto questo, avevo solo un sacco di tedesche e qualche suv che mi piombavano in continuazione ben oltre il limite di velocità, una strada dritta e la notte.
Sfrecciavano e lampeggiavano arroganti, la notte non rallentava la loro corsa. Avevano fretta, avevano il piede pesante molto più delle loro vetture, avevano disprezzo della distanza di sicurezza e delle leggi della fisica.
Io invece avevo solo una GT e mi facevo sfilare dignitosamente da loro. Ma quando l’ora delle streghe era ormai passata da molto, le tenebre regnavano sovrane su tutto e le aree di sosta brillavano con le loro fredde luci accadde qualcosa di inaspettato, le corsie diminuirono e comparvero le curve. Nel buio più denso la mia GT planò allora silenziosa come un Gufo sulle sue prede, i punti di corda. Una guida facile e ritmata, ingressi in curva precisi, repentini e calibrati ed uscite fluide, come in una danza a ritmo di walzer, e pensare che non vado nemmeno matto per il ballo. Con ritmo incessante raggiunsi tutti quelli che prima mi avevano sfilato lampeggiandomi già a distanza di anni luce. Erano lì, alcuni avevano dignitosamente ripiegato sulla corsia di destra, dietro qualche utilitaria guidata con scioltezza dal loro abitudinario pilota. I più irriducibili invece arrancavano sulla corsia di sorpasso con curve affrontate in modalità “Spezzatino” alla disperata ricerca di un punto di appoggio che sembrava non arrivasse mai, ed io e la mia GT stavomo lì in agguato, pronti ad acciuffare il nostro punto di corda non appena il pachiderma si fosse accorto di noi.
Non occorreva nemmeno lampeggiare, ci cedevano la strada quasi immediatamente, provavano però a starci dietro, 1, al massimo due curve e poi negli specchietti i loro fari allo xenon cedevano il posto nuovamente al buio.
Avevo solo una GT, dotata di una guida pura. Avevo solo una strada con 300 km di curve.
Avevo solo questo e non avrei voluto nient’altro.
Scusate il lungo racconto che non parla ne di problemi comuni e ne di soluzioni utili a molti, ma il ricordo di quella notte, che definirei semplicemente perfetta, a distanza di un mese non mi vuole ancora abbandonare ed ogni volta che apro il garage, io e lei ci guardiamo un po’ negli occhi, come due complici che si capiscono al volo. :celebrate)
Sfrecciavano e lampeggiavano arroganti, la notte non rallentava la loro corsa. Avevano fretta, avevano il piede pesante molto più delle loro vetture, avevano disprezzo della distanza di sicurezza e delle leggi della fisica.
Io invece avevo solo una GT e mi facevo sfilare dignitosamente da loro. Ma quando l’ora delle streghe era ormai passata da molto, le tenebre regnavano sovrane su tutto e le aree di sosta brillavano con le loro fredde luci accadde qualcosa di inaspettato, le corsie diminuirono e comparvero le curve. Nel buio più denso la mia GT planò allora silenziosa come un Gufo sulle sue prede, i punti di corda. Una guida facile e ritmata, ingressi in curva precisi, repentini e calibrati ed uscite fluide, come in una danza a ritmo di walzer, e pensare che non vado nemmeno matto per il ballo. Con ritmo incessante raggiunsi tutti quelli che prima mi avevano sfilato lampeggiandomi già a distanza di anni luce. Erano lì, alcuni avevano dignitosamente ripiegato sulla corsia di destra, dietro qualche utilitaria guidata con scioltezza dal loro abitudinario pilota. I più irriducibili invece arrancavano sulla corsia di sorpasso con curve affrontate in modalità “Spezzatino” alla disperata ricerca di un punto di appoggio che sembrava non arrivasse mai, ed io e la mia GT stavomo lì in agguato, pronti ad acciuffare il nostro punto di corda non appena il pachiderma si fosse accorto di noi.
Non occorreva nemmeno lampeggiare, ci cedevano la strada quasi immediatamente, provavano però a starci dietro, 1, al massimo due curve e poi negli specchietti i loro fari allo xenon cedevano il posto nuovamente al buio.
Avevo solo una GT, dotata di una guida pura. Avevo solo una strada con 300 km di curve.
Avevo solo questo e non avrei voluto nient’altro.
Scusate il lungo racconto che non parla ne di problemi comuni e ne di soluzioni utili a molti, ma il ricordo di quella notte, che definirei semplicemente perfetta, a distanza di un mese non mi vuole ancora abbandonare ed ogni volta che apro il garage, io e lei ci guardiamo un po’ negli occhi, come due complici che si capiscono al volo. :celebrate)