..non voglio creare nessuna polemica, sia inteso, ma forse la tv vuole farci vedere solo ciò che gli è comodo.
Tratto dalla Stampa
Istat: "Solo il 10% degli stupri è attribuibile agli immigrati"
Crolla uno stereotipo. L'Istituto:«Fare i conti con le statistiche per
attivare le politiche adeguate»
ROMA
Non più del 10% degli stupri commessi in Italia sono attribuibili a stranieri. Lo stima, sfatando così un luogo comune al centro delle cronache soprattutto nelle ultime settimane, l'Istat.
Lo stereotipo dell’immigrato estraneo che compie violenza sulla donna italiana è quindi falso e può portare ad orientare in modo sbagliato le priorità e il tipo di politiche. Ne è convinta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale per le indagini su condizione e qualità della vita dell’Istat che, nel suo intervento al «Global Forum on gender statistics», organizzato dall’Istituto di statistica in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità, il ministero degli Esteri e della Banca Mondiale, ha ribadito come la violenza contro le donne sia «invisibile nella maggior parte dei Paesi».
«Le statistiche giudiziarie -ha spiegato Sabbadini- ne registrano solo una porzione piccolissima, perchè le donne non la denunciano. Ciò porta a forti distorsioni nell’immaginario collettivo su cosa è oggi la violenza contro le donne. In Italia per esempio -ha ribadito Sabbadini- lo stereotipo dell’immigrato, estraneo, non conosciuto che violenta la donna italiana impera, ma non è questa la violenza maggioritaria contro le donne italiane».
«Se si considerano gli stupri avvenuti in Italia -ha ricordato, cifre alla mano, Sabbadini- il 69% sono opera dei partner, mariti o fidanzati, solo il 6% di estranei. Se anche considerassimo che di questi autori estranei il 50% sono immigrati, ciò vorrebbe dire che si arriverebbe al 3% degli stupri, se anche ci aggiungessimo il 50% dei conoscenti al massimo si arriverebbe al 10% del totale degli stupri opera di stranieri. E invece l’immagine è di stupri per le strade ad opera di immigrati. Non fare i conti con le statistiche esistenti nel Paese può portare ad orientare in modo errato le priorità e il tipo di politiche».
Tratto dalla Stampa
Istat: "Solo il 10% degli stupri è attribuibile agli immigrati"
Crolla uno stereotipo. L'Istituto:«Fare i conti con le statistiche per
attivare le politiche adeguate»
ROMA
Non più del 10% degli stupri commessi in Italia sono attribuibili a stranieri. Lo stima, sfatando così un luogo comune al centro delle cronache soprattutto nelle ultime settimane, l'Istat.
Lo stereotipo dell’immigrato estraneo che compie violenza sulla donna italiana è quindi falso e può portare ad orientare in modo sbagliato le priorità e il tipo di politiche. Ne è convinta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale per le indagini su condizione e qualità della vita dell’Istat che, nel suo intervento al «Global Forum on gender statistics», organizzato dall’Istituto di statistica in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità, il ministero degli Esteri e della Banca Mondiale, ha ribadito come la violenza contro le donne sia «invisibile nella maggior parte dei Paesi».
«Le statistiche giudiziarie -ha spiegato Sabbadini- ne registrano solo una porzione piccolissima, perchè le donne non la denunciano. Ciò porta a forti distorsioni nell’immaginario collettivo su cosa è oggi la violenza contro le donne. In Italia per esempio -ha ribadito Sabbadini- lo stereotipo dell’immigrato, estraneo, non conosciuto che violenta la donna italiana impera, ma non è questa la violenza maggioritaria contro le donne italiane».
«Se si considerano gli stupri avvenuti in Italia -ha ricordato, cifre alla mano, Sabbadini- il 69% sono opera dei partner, mariti o fidanzati, solo il 6% di estranei. Se anche considerassimo che di questi autori estranei il 50% sono immigrati, ciò vorrebbe dire che si arriverebbe al 3% degli stupri, se anche ci aggiungessimo il 50% dei conoscenti al massimo si arriverebbe al 10% del totale degli stupri opera di stranieri. E invece l’immagine è di stupri per le strade ad opera di immigrati. Non fare i conti con le statistiche esistenti nel Paese può portare ad orientare in modo errato le priorità e il tipo di politiche».