Ore 9:00 di sabato mattina, il trillo di un uccellino mi segnala l’arrivo di un sms, è un mio amico che scrive per propormi una gita domenicale in montagna. Il mio cervello collega immediatamente l’appuntamento della mattina dal gommista per montare il nuovo treno di Michelin Pilot Sport 3 e la possibilità di rodare le gomme sui tornanti ed accetto senza pensarci due volte. La gita fuori porta comincia con una galoppata veloce sul solito nastro autostradale tutto dritto, lungo il quale le gomme hanno mostrato la loro attitudine anche ai viaggi lunghi, infatti seppur dotate di un fianco rigido, non hanno influenzato negativamente l’assetto originale dell’auto già studiato per questo tipo di gommatura. Anche a livello di rumorosità la situazione non sembra peggiorata rispetto alle Pzero Rosso di primo equipaggiamento che non sono più disponibili nella misura 205/55 R16.
Lasciata l’autostrada ci siamo arrampicati verso le cime montante ad andatura turistica, ma complice una fitto programma “escursionistico” ed un navigatore satellitare affetto da labirintite, per recuperare il tempo perduto percorrendo la strada nella direzione sbagliata, i miei passeggeri mi hanno “autorizzato” ad aumentare il ritmo e la GT ha cominciato a danzare tra le curve come solo lei sa fare. Le gomme sono riuscite a trasmettere le necessarie informazioni sulla superficie del manto stradale al punto che si è in grado di valutarne addirittura la rugosità attraverso le sensazioni trasmesse al volante e, cosa fondamentale, anche con il peso dell’auto scaricato sull’avantreno in fase di frenata, l’inserimento in curva è sempre risultato immediato (nessun segnale di deriva) e zero sottosterzo (si lo so che i più smaliziati staranno pensando che ad un comportamento così perfetto delle gomme corrisponde un andatura troppo lenta, ma a giudicare dai sorrisi “elettrizzati” sui volti dei miei compagni di viaggio, l’andatura non doveva essere tanto lenta).
Ovviamente appena recuperato il ritardo accumulato ho posto fine a quella specie di “prova speciale” ma una volta sceso dall’auto se avessi potuto avrei “dato il 5” al Bibendum stampato sul fianco della gomma. Il prossimo test da effettuare sarà quello su un tratto veloce, ma date le sensazioni ricevute tra i tornanti, credo che sul misto veloce non dovrei trovare brutte sorprese.
Per quanto riguarda la durata delle gomme, il mio gommista che monta lo stesso modello sulla sua auto, una Golf IV con a detta sua assetto irrigidito, ci ha percorso già 30.000 Km, il dato fa ben sperare ! Per adesso il fatto che fin dai primi metri fuori dall’officina il volante non è mai risultato leggero e vago, ma pesante come con le gomme di primo equipaggiamento, me le ha fatte subito risultare simpatiche.
P.s.: la doppia anima della GT non finirà mai di affascinarmi, riesce a trasformarsi da cruiser autostradale ad auto emozionante con una facilità e naturalezza da costituire forse l’unica volta in cui i retorici complimenti per l’acquisto stampati sul libretto di istruzioni risultano veramente veritieri.
Quattro anni, settantamila Km e l’adoro ancora come il primo giorno, e poi dicono che l’amore eterno non esiste !

Lasciata l’autostrada ci siamo arrampicati verso le cime montante ad andatura turistica, ma complice una fitto programma “escursionistico” ed un navigatore satellitare affetto da labirintite, per recuperare il tempo perduto percorrendo la strada nella direzione sbagliata, i miei passeggeri mi hanno “autorizzato” ad aumentare il ritmo e la GT ha cominciato a danzare tra le curve come solo lei sa fare. Le gomme sono riuscite a trasmettere le necessarie informazioni sulla superficie del manto stradale al punto che si è in grado di valutarne addirittura la rugosità attraverso le sensazioni trasmesse al volante e, cosa fondamentale, anche con il peso dell’auto scaricato sull’avantreno in fase di frenata, l’inserimento in curva è sempre risultato immediato (nessun segnale di deriva) e zero sottosterzo (si lo so che i più smaliziati staranno pensando che ad un comportamento così perfetto delle gomme corrisponde un andatura troppo lenta, ma a giudicare dai sorrisi “elettrizzati” sui volti dei miei compagni di viaggio, l’andatura non doveva essere tanto lenta).
Ovviamente appena recuperato il ritardo accumulato ho posto fine a quella specie di “prova speciale” ma una volta sceso dall’auto se avessi potuto avrei “dato il 5” al Bibendum stampato sul fianco della gomma. Il prossimo test da effettuare sarà quello su un tratto veloce, ma date le sensazioni ricevute tra i tornanti, credo che sul misto veloce non dovrei trovare brutte sorprese.
Per quanto riguarda la durata delle gomme, il mio gommista che monta lo stesso modello sulla sua auto, una Golf IV con a detta sua assetto irrigidito, ci ha percorso già 30.000 Km, il dato fa ben sperare ! Per adesso il fatto che fin dai primi metri fuori dall’officina il volante non è mai risultato leggero e vago, ma pesante come con le gomme di primo equipaggiamento, me le ha fatte subito risultare simpatiche.
P.s.: la doppia anima della GT non finirà mai di affascinarmi, riesce a trasformarsi da cruiser autostradale ad auto emozionante con una facilità e naturalezza da costituire forse l’unica volta in cui i retorici complimenti per l’acquisto stampati sul libretto di istruzioni risultano veramente veritieri.
Quattro anni, settantamila Km e l’adoro ancora come il primo giorno, e poi dicono che l’amore eterno non esiste !