ESCLUSIVO/FIAT KA-PUT - In Borsa il polo del lusso con Alfa, Maserati&Ferrari

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fiffi66

Nuovo Alfista
29 Gennaio 2005
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Isontino e Conegliano.
Riporto come trovo da Panorama:
La decisione è soltanto rinviata: ma ricordatevelo, appena si firma la pace con Gm, Luca va via da Torino”. La previsione – perentoria a dispetto della caoticità del momento – è di un “vecchio saggio” dell’industria torinese, che conosce l’interessato da trent’anni, e riguarda i destini personali del pluripresidente della Confindustria - e della Fiat, della Ferrari, della Fiera di Bologna e del fondo Charme – Luca di Montezemolo.

Montezemolo avrebbe confidato a pochissimi amici la sua determinazione a dimettersi dalla presidenza Fiat appena risolto il contenzioso con gli americani: avrebbe potuto essere questione di ore, se l’altro ieri, la General Motors, avesse accettato di pagare i 2 miliardi di euro chiesti da Marchionne per rinunciare alla “put option”, ovvero al diritto di vendere la Fiat Auto agli americani. Poiché invece Detroit, per tirare ancora sul prezzo, ha fatto sapere di voler andare in giudizio, Montezemolo resterà per ora al suo posto. Ma salvo cambiamenti di rotta, la sua strategia l’ha ormai varata.

“Quando avremo incassato quel che ci spetta – raccontano che abbia spiegato un mese fa agli Agnelli – potremo varare finalmente quel polo dell’auto di lusso, guidato dalla Ferrari e arricchito da Maserati e Alfa Romeo, che Mediobanca ci quoterebbe in Borsa in tre mesi.

Infine potremmo cedere quel che resterebbe della Fiat Auto e della Lancia, irrobustito da una buona dote finanziaria che costituiremmo col ricavato della quotazione e con i soldi degli americani, alla Finmeccanica, che ha in fondo la vocazione istituzionale di salvare l’industria metalmeccanica strategica italiana”.

Era stato Carlo Mario Guerci – forse l’economista italiano più competente sul settore automobilistico – a lanciare più di due anni fa l’idea di un “polo dell’auto di lusso italiana” che raggruppasse sotto un’unica bandiera – societaria ma anche tecnologica e stilistica – la “Rossa” di Maranello, con la sua impareggiabile immagine mondiale, e le sue sorelle minori, dalla Maserati all’Alfa Romeo e alla vecchia, cara Abarth.

Montezemolo, presidente-icona della super-iridata Ferrari non ha mai smesso di pensarci, e di parlarne pubblicamente con accenti astratti ma appassionati. Risanare le utilitarie della Fiat, con buona pace delle eccellenti Panda, Ypsilon e Punto, è invece impresa più miracolistica che titanica.

Ma ora, con quella scottante presidenza del gruppo appuntata come una medaglia di piombo sul bavero della giacca, come farebbe Montezemolo a trattare la cessione della sua creatura essendone contemporaneamente venditore e uomo-chiave?

E ancora: in quanto presidente di Confindustria, e quindi rappresentante di tutti gli industriali davanti al governo, come potrebbe negoziare il minimo interesse collettivo se fosse frattanto impegnato a trattare per la Fiat quella che quasi certamente sarà la più grossa operazione di “welfare” degli ultimi 50 anni?

Per questo, in fondo, per Montezemolo le dimissioni dal vertice Fiat sono un passo obbligato. Se non l’ha già compiuto è solo per due ragioni: la prima, che gli occorre cogliere un’occasione appropriata; la seconda, che deve proporre agli azionisti una sostituzione adeguata.

Jacki Elkann? Bravissimo, ma ancora troppo giovane. Gianluigi Gabetti? Bravissimo, ma ormai troppo anziano. Tiberio Brandolini D’Adda, il nipote «anziano» nipote di Gianni? C’è chi lo accredita come outsider.

Certo, servirebbe un altro Montezemolo. O un grande Cincinnato: come quel Renato Ruggiero che nel ’93 aveva sfiorato la vicepresidenza e che oggi, in fondo, una non lunga presidenza-reggenza negoziale col Palazzo saprebbe sostenerla con rare capacità.
 
Ieri 5 febbraio:

...continua la telenovela... :mecry) :mecry) :mecry)
Qualcosa è cambiato. Ieri, sabato 5 febbraio, è arrivata a Torino l’ultima offerta di Detroit sull’opzione put. Secondo fonti ben autorevoli della General Motors, intercettate da Dagospia, Rick Wagoner vuole chiudere in questi termini l’estenuante contenzioso: sul piatto della bilancia Fiat, un miliardo e 300 milioni di dollari. E’ l’ultima offerta. Prendere o lasciare.

Attenzione, però. Perché il “risarcimento” per rinunciare al diritto di vendere la Fiat Aut agli americani, è così suddiviso: 800 milioni di dollari cash, gli altri 500 milioni invece “coprirebbero” il 50 per cento dello stabilimento Powertrain di Termoli – uno delle due aziende in joint-venture Fiat-Gm. Così il Lingotto avrebbe la piena proprietà di questa società che costruisce motori.

Una cifra - un miliardo e 300 milioni di dollari, suddivisa in quel modo poi - che è lontana dai 2 miliardi di euro chiesti da Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat Spa. D’altra parte, qual è l’alternativa per il Lingotto? Litigare, di brutto, in un tribunale di New York. Una litigation di queste dimensioni giocata fuori casa, che potrebbe anche durare 5/6 anni, davanti a una giuria che senza dubbi tiferà Gm, rischia di far felici solo un centinaio di avvocati americani (la tombola della battaglia legale è stata conteggiata in 50 milioni di dollari).

E adesso cosa deciderà Torino davanti al “prendere o lasciare” di Detroit? Se fosse per il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, che ha terribili guai finanziari a Maranello, la firma sarebbe già stata apposta. Secondo il sacro principio: pochi, maledetti e subito. E amici come prima.

Ma Marchionne, e dietro di lui la famiglia Agnelli, fino a ieri, ha tenuto un atteggiamento negoziale improntato alla più dura intransigenza. Scucite 2 miliardi di euro oppure compratevi il ferrovecchio. Ma, c’è un ma. Potrebbero scendere in campo le banche del convertendo – il quartetto del buco: Capitalia, SanPaolo-Imi, Intesa e Unicredit - ad ammorbidire la “finta” intransigenza di Marchionne e C..
 
Davvero molto interessante e veritiero il tuo secondo post!!! :OK)

Quello che dice Panorama (il primo post) mi pare più che altro fantaeconomia... il polo del lusso Ferrari, Maserati, Alfa Romeo si potrà anche fare, ma che la Fiat e la lancia venga abbandonata dalla Famiglia Agnelli mi sa che sarà durissima...


Vorrei anche precisare che il polo del lusso non è stato possibile farlo fino adesso perche si avrebbero avuti problemi con GM (pensate tutte le storie che hanno fatto perche Fiat ha venduto Fidis... se avesse venduto Alfa Romeo a Ferrari la GM con il put ci si sarebbe soffiata solo che il naso...)
 
la cessione a finmeccanica significa statalizzazione della fiat. Ed è una opzione più che possibile. E in fondo non mi dispiacerebbe, soprattutto se associata alla quotazione del polo del lusso a guida ferrari.
 
fiffi66":brlwyey3 ha detto:
lucadev":brlwyey3 ha detto:
l'idea sarebbe di cedere a finmeccanica solo fiat e lancia...


Esatto, il che significa morte sicura :mecry2) !!!

Si, finchè lo scrive il sole 24 ore va bene.

Quando lo scrive Panorama, il pezzo di carta su cui è stato scritto quell'articolo lo uso per scopi più produttivi come accendere il fuoco, visto che siamo in inverno.
 
e se il polo del lusso fosse formato da maserati, alfa e lancia?

la ferrari nel polo di lusso non ce la vedo molto, mentre lancia si :nod)


Inoltre anche doctorAR mi sembra che non abbia smentito le voci sull'ipotesi di una cessione di maserati alla fiat da parte della ferrari.
 
Grazie fiffi66 delle info, davvero interessanti!

L'alfa alla Ferrari? magari! (a pensarci bene in effetti la 157 e la brera sono le prime alfa da anni a non condividere la base di partenza con fiat/lancia.. sarà un caso??)

Fiat/Lancia alla Finmeccanica? magari, così mi faccio trasferire!!

:asd) :asd)
 
il polo del lusso sarebbe una gran cosa che permetterebbe di valorizzare i 3 marchi in tutto il mondo (l'alfa ritornerebbe negli stati uniti sfruttando gli show room ferrari-maserati) l'unico problema è che allo stato attuale Alfa=Fiat dalla progettazione alla produzione e scindere le due cose sarebbe assai complicato e soprattutto costoso.
se si farà ci vorranno un bel pò di anni a mio avviso
 
Fiat-Gm: accordo vicino

Fiat e Gm potrebbero trovare una soluzione alla controversia sul put in questo fine settimana. Da Detroit sarebbe già arrivato il via libera, mentre domani pomeriggio al Lingotto si dà per scontato un cda della società torinese, al termine del quale verrebbe dato un annuncio. A rafforzare la possibilità, che però non trova conferme in Fiat, è il fatto che Montezemolo arriverà in India per la missione di Confindustria lunedì.

Montezemolo era atteso per oggi, e ha spiegato il rinvio con un "impegno improrogabile". Secondo indiscrezioni, l'accordo potrebbe essere ratificato nel cda della Fiat di domenica. "Per ora Gm non ha annunci da fare", ha dichiarato un portavoce della Casa automobilistica americana. Secondo indiscrezioni non confermate, la General Motors, attraverso il suo board, avrebbe già deciso la posizione, pare di conciliazione, da tenere nei confronti della Fiat e lo avrebbe comunicato alla Casa torinese. E' probabile che questa decisione venga quindi ratificata domenica dal cda Fiat.

Bocche chiuse in Fiat. Nel quartier generale dell'azienda, al Lingotto, non si hanno "notizie" di una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione che preluderebbe ad un imminente accordo con la General Motors sulla questione del put. Ad alimentare la voce di un Cda "forse già entro questo week-end", la notizia del rinvio della partenza per l'India del Presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo.

Voci di "intesa imminente" tra Torino e Detroit erano state riportate dal quotidiano "La Repubblica" che cita fonti in tal senso provenienti da ambienti finanziari ed industriali americani e lo stesso giornale, attribuendole ai "soliti rumors newyorkesi", parla di ipotesi di accordo sul put sulla base del versamento da parte della Gm di una cifra intorno a 1,5 miliardi di dollari, oltre a qualche reciproca concessione legata alle attività delle joint venture. Quello che appare, certo, è che anche dopo la fine della "mediation", le trattative tra i due numeri uno di Fiat e Gm, Sergio Marchionne e Richard Wagoner, non si sono mai interrotte. Lo stesso Montezemolo non più di 48 ore fa a Torino per il gran gala' di "Menouno", riferendosi, appunto, al negoziato tra Fiat e General Motors, si era detto ottimista, ricordando che "ci stanno lavorando tutti".

Torino 12 febbraio 2005
 
A TORINO UNA DOMENICA DA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIO

Luca Cordero di Montezemolo esce dalla libreria La Strada di via Veneto, davanti alla foresteria di Confindustria. "L'elogio della globalizzazione" di Bhagwati? "Intervista ai capitalisti" dell'amico Antonio Calabrò? No, libri per bambini. Passerà questo week end in famiglia e non vuole presentarsi alle figlie piccole a mani vuote...

Intanto Luchino non si è aggregato alla missione italiana in India, segno che sul fronte Fiat-Gm potrebbe arrivare a ore qualche novità. I boatos dei quotidiani, questa mattina, danno per sicuro un accordo da mille e 500 miliardi di dollari, fra cash e joint-venture – quella dello stabilimento Powertrain di Termini Imprese. Ma la somma offerta da Rick Wagoner è di 800 milioni di dollari cash. Più 300 come contropartita del 50 per cento di Powertrain. Come già anticipato lunedì scorso.

Dopo l’ultima rottura, i due amministratori (con le ruote sgonfie) si erano dati quindici giorni di tempo. Che scadono appunto domani, domenica. In queste ore di sabato 12 febbraio Giuseppe Marchionne è nella tana della GM, a Detroit, dove sta trattando: rottura o accordo. Tornerà domani mattina a Torino dove lo attende, nel pomeriggio, un consiglio di amministrazione straordinario. Presente anche Luca di Monteprezzemolo, che invece di fare l’indiano a Bombay, lo farà a Torino.
 
Già, domani ci sarà il consiglio di amministrazione straordinario Fiat che ratificherà le decisioni prese. Le strade saranno due:
- la Fiat accetta i soldi offerti da General Motors, secondo il vecchio detto "pochi, maledetti e subito"
- la Fiat esercita ufficialmete la Put Option in modo da uscire da questa situazione di stallo e mettere GM di fronte ad una minaccia concreta di azione legale. Ciò non significa che Fiat venda il suo comparto auto ma serve per convincere GM che Fiat vuole i soldi che vale (il put, no l'azienda che non è, ne sarà in vendita) a costo di andare davanti ai tribunali (evento che non succederà visto che nessuno dei due partner ha intenzione di sostenere un lungo e costoso processo che oltretutto incrinerebbe i rapporti di partnership industriale)

A mio avviso la seconda opzione è quella che si verificherà con maggior probabilità, e domani vedremo i giornali con i vari interessati che si strapperanno i capelli perchè Fiat ha deciso di vendere a GM mentre sappiamo che è solo una semplice minaccia... sinceramente sarei leggermente più contento nella prima soluzione anche perchè GM sembra abbastanza accondiscendente nei confronti di Fiat.

Staremo a vedere domani verso le 17/18 cosa diranno...
 
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