Contestare l'autovelox? Si può
Ecco come: basta dichiarare lo "Stato di necessità"
di dallapartedichiguida
Autovelox e Tutor si stanno estendendo a macchia d’olio sulle strade italiane: rilevano gli eccessi di velocità e spediscono le multe a casa dei proprietari del veicolo.
Nel farlo, non tengono conto dello stato di necessità, ossia del fatto che un guidatore sia stato costretto a superare i limiti di velocità: il caso classico è quello del dottore che corre a 150 km/h verso l’abitazione di un paziente gravemente malato.
Ma è solo un esempio. Ce ne possono essere tanti altri. Di recente, per citarne uno, il pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella è stato multato per eccesso di velocità (andava a 148 km/h in un tratto con limite a 60 km/h): aveva l’assoluta esigenza di tornare a casa dal figlioletto malato. Dopo il ricorso motivato da stato di necessità, la multa gli è stata annullata.
La legge che regola lo stato di necessità è piuttosto complessa. Ne ho discusso con l’avvocato Sabina Mantovani (dell’omonimo Studio di Milano), che da un decennio si occupa, fra l’altro, di ricorsi contro le multe prese da automobilisti e motociclisti.
Avvocato Mantovani, quando scatta lo stato di necessità?
“In materia di esclusione della responsabilità per violazioni amministrative, le esimenti dell'adempimento di un dovere sono invocabili solo nei casi in cui gli interessi fatti valere dalla violazione siano di rango superiore rispetto a quelli protetti dalla norma violata. In parole povere, se io corro a 150 km/h violando il limite di 130 km/h, devo aver un motivo così valido che sia ‘superiore’ alla norma del Codice della strada infranta. In questo caso, si può fare ricorso al Giudice di pace”.
Quali precedenti esistono di persone che hanno fatto ricorso invocando lo stato di necessità?
“Secondo una sentenza del Giudice di pace di Fano del 25.7.2002, il superamento del limite di velocità è consentito se dovuto alla necessità di salvare una persona dal pericolo attuale di un danno grave. La giurisprudenza è vasta anche riguardo all'esigenza di far fronte a occorrenza connessa col servizio sanitario: c’è una sentenza che ‘scagiona’ un tecnico di radiologia convocato in ospedale per l'esecuzione di urgente esame radiografico e costretto a correre oltre i limiti di velocità".
Che cosa si deve fare per ricorrere al Giudice di pace?
“Primo: il ricorso va depositato nella cancelleria del Giudice di pace della città dov’è stata commessa l’infrazione entro 60 giorni dalla notifica della multa. Secondo: occorrono le prove. Per esempio, bisogna allegare al ricorso referti, prescrizioni mediche, documenti che attestino di essere nell'esercizio delle proprie funzioni sanitarie. Sono utili anche le testimonianze. Terzo: va citata la norma di riferimento (l’articolo 4 della Legge 689/1981)”.
Allegando al ricorso tutte le prove necessarie, quante probabilità si hanno di vincere?
“Un Giudice di pace emette sentenze in base a equità, cioè buon senso. Comunque, se si hanno prove a sufficienza, 8 volte su 10 il ricorso viene accolto. A patto di essere tutelati da un avvocato. Infatti, va ricordato che col ricorso al Giudice di pace si mette in piedi una vera e propria causa. E la controparte ha, spesso, un ufficio legale che la difende”.
tratto da: http://dallapartedichiguida.blogosfere.it/
Ecco come: basta dichiarare lo "Stato di necessità"
di dallapartedichiguida
Autovelox e Tutor si stanno estendendo a macchia d’olio sulle strade italiane: rilevano gli eccessi di velocità e spediscono le multe a casa dei proprietari del veicolo.
Nel farlo, non tengono conto dello stato di necessità, ossia del fatto che un guidatore sia stato costretto a superare i limiti di velocità: il caso classico è quello del dottore che corre a 150 km/h verso l’abitazione di un paziente gravemente malato.
Ma è solo un esempio. Ce ne possono essere tanti altri. Di recente, per citarne uno, il pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella è stato multato per eccesso di velocità (andava a 148 km/h in un tratto con limite a 60 km/h): aveva l’assoluta esigenza di tornare a casa dal figlioletto malato. Dopo il ricorso motivato da stato di necessità, la multa gli è stata annullata.
La legge che regola lo stato di necessità è piuttosto complessa. Ne ho discusso con l’avvocato Sabina Mantovani (dell’omonimo Studio di Milano), che da un decennio si occupa, fra l’altro, di ricorsi contro le multe prese da automobilisti e motociclisti.
Avvocato Mantovani, quando scatta lo stato di necessità?
“In materia di esclusione della responsabilità per violazioni amministrative, le esimenti dell'adempimento di un dovere sono invocabili solo nei casi in cui gli interessi fatti valere dalla violazione siano di rango superiore rispetto a quelli protetti dalla norma violata. In parole povere, se io corro a 150 km/h violando il limite di 130 km/h, devo aver un motivo così valido che sia ‘superiore’ alla norma del Codice della strada infranta. In questo caso, si può fare ricorso al Giudice di pace”.
Quali precedenti esistono di persone che hanno fatto ricorso invocando lo stato di necessità?
“Secondo una sentenza del Giudice di pace di Fano del 25.7.2002, il superamento del limite di velocità è consentito se dovuto alla necessità di salvare una persona dal pericolo attuale di un danno grave. La giurisprudenza è vasta anche riguardo all'esigenza di far fronte a occorrenza connessa col servizio sanitario: c’è una sentenza che ‘scagiona’ un tecnico di radiologia convocato in ospedale per l'esecuzione di urgente esame radiografico e costretto a correre oltre i limiti di velocità".
Che cosa si deve fare per ricorrere al Giudice di pace?
“Primo: il ricorso va depositato nella cancelleria del Giudice di pace della città dov’è stata commessa l’infrazione entro 60 giorni dalla notifica della multa. Secondo: occorrono le prove. Per esempio, bisogna allegare al ricorso referti, prescrizioni mediche, documenti che attestino di essere nell'esercizio delle proprie funzioni sanitarie. Sono utili anche le testimonianze. Terzo: va citata la norma di riferimento (l’articolo 4 della Legge 689/1981)”.
Allegando al ricorso tutte le prove necessarie, quante probabilità si hanno di vincere?
“Un Giudice di pace emette sentenze in base a equità, cioè buon senso. Comunque, se si hanno prove a sufficienza, 8 volte su 10 il ricorso viene accolto. A patto di essere tutelati da un avvocato. Infatti, va ricordato che col ricorso al Giudice di pace si mette in piedi una vera e propria causa. E la controparte ha, spesso, un ufficio legale che la difende”.
tratto da: http://dallapartedichiguida.blogosfere.it/