15 miliardi di Dollari. Un supervisore dai temutissimi poteri. Una data limite. Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il piano di aiuto per risollevare Chrysler, Ford e General Motors dalla profonda crisi ponendo, però, alcuni paletti. Gli aiuti verranno si concessi, ma il radicale processo di ristrutturazione dovrà essere intrapreso entro il 31 marzo.
In caso opposto, il supercommissario (non ancora nominato) potrà addirittura condurre al patibolo il poco oculato costruttore decretandone il fallimento immediato. Ma non solo: sarà lo stesso “zar”, come viene definito da Repubblica, ad avallare tutte le spese superiori ai 25 milioni di Dollari. Non si conoscono ancora i dettagli di questo epocale accordo, se non le modalità di finanziamento: 5% per i primi cinque anni, 9% per i rimanenti due.
Ghosn al timone di GM: CNN rafforza l'ipotesi, ma tira in ballo anche Marchionne!
Il Governo americano avrà pure concesso il prestito (in forma ridotta, 15 miliardi contro i 34 richiesti) alle Big Three, ma in cambio del fiume di danaro, ha ottenuto di poter mettere bocca negli affari interni delle case di Detroit. In particolare, a Washington, non va proprio giù il management attuale delle Tre Sorelle, ritenuto responsabile degli sconquassi attuali. Al centro del mirino c’è soprattutto Rick Wagoner, CEO GM, sempre meno ben visto dal Governo americano, che preme per la sua sostituzione. Ma con chi?
Sorprendentemente (ma nemmeno troppo, visto che lo avevamo già anticipato), pare che gli americani siano sulle tracce di Carlos Ghosn, manager di grande successo internazionale, da quasi un decennio al timone di Renault-Nissan, che -guarda caso- è l’ultimo dei grandi matrimoni d’interesse siglati a fine anni ‘90 a essere rimasto in piedi. Colui che ha resuscitato Nissan potrebbe dunque essere l’uomo giusto anche a Detroit.
Ma la CNN non si concentra su un solo nome e amplia la rosa dei “papabili” a Robert Lane, presidente Deere & Co., John Rice, vice presidente General Electric e -udite udite- Sergio Marchionne, il cui operato in Fiat Automobiles è evidentemente tenuto in grossa considerazione dagli addetti ai lavori d’Oltreoceano. Chi conquisterà il Regno del Michigan?
In caso opposto, il supercommissario (non ancora nominato) potrà addirittura condurre al patibolo il poco oculato costruttore decretandone il fallimento immediato. Ma non solo: sarà lo stesso “zar”, come viene definito da Repubblica, ad avallare tutte le spese superiori ai 25 milioni di Dollari. Non si conoscono ancora i dettagli di questo epocale accordo, se non le modalità di finanziamento: 5% per i primi cinque anni, 9% per i rimanenti due.
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Il Governo americano avrà pure concesso il prestito (in forma ridotta, 15 miliardi contro i 34 richiesti) alle Big Three, ma in cambio del fiume di danaro, ha ottenuto di poter mettere bocca negli affari interni delle case di Detroit. In particolare, a Washington, non va proprio giù il management attuale delle Tre Sorelle, ritenuto responsabile degli sconquassi attuali. Al centro del mirino c’è soprattutto Rick Wagoner, CEO GM, sempre meno ben visto dal Governo americano, che preme per la sua sostituzione. Ma con chi?
Sorprendentemente (ma nemmeno troppo, visto che lo avevamo già anticipato), pare che gli americani siano sulle tracce di Carlos Ghosn, manager di grande successo internazionale, da quasi un decennio al timone di Renault-Nissan, che -guarda caso- è l’ultimo dei grandi matrimoni d’interesse siglati a fine anni ‘90 a essere rimasto in piedi. Colui che ha resuscitato Nissan potrebbe dunque essere l’uomo giusto anche a Detroit.
Ma la CNN non si concentra su un solo nome e amplia la rosa dei “papabili” a Robert Lane, presidente Deere & Co., John Rice, vice presidente General Electric e -udite udite- Sergio Marchionne, il cui operato in Fiat Automobiles è evidentemente tenuto in grossa considerazione dagli addetti ai lavori d’Oltreoceano. Chi conquisterà il Regno del Michigan?