InterNik":3eue9tny ha detto:
Purtroppo non vedo come possa farlo. Con lo stock di debito accumulato, la spesa corrente (=pubblica) è semplicemente impossibile. Quindi se lo "stato" non può far qualcosa... bisogna che la faccia il non-stato (cioè le aziende)
Siamo obiettivi: i quattrini non ci sono. Non prenderne atto è impossibile.
E infatti ne prendo atto, non ci sono, o meglio sono pochi e quei pochi sono usati malissimo. Dico che bisogna distribuire meglio quelli che ci sono, anche se questo comporta una politica anti popolare.
InterNik":3eue9tny ha detto:
Ed allora chi deve rischiare? Lo stato? In periodo di crisi gli imprenditori (pure io, nel mio piccolo) o rischiano o "muoiono".
Non c'è nessuna ancora di salvataggio.
Lo stato siamo noi, e se non capiamo che è adesso il momento di stringere la corda per ridare ossigeno all'economia siamo fottuti.
In questo senso non parlerei di rischio, ma di consapevolezza che se non si limitano gli sprechi in favore di incentivi alla ricerca (pubblica o privata che sia) i pochi soldi disponibili saranno sempre di meno
InterNik":3eue9tny ha detto:
Continuo a non capire come. Dando dei soldi a fondo perduto per la ricerca?
Non ci sono i $$$
Dando degli sgravi fiscali? Non ci sono i $$$
Sostenendo le aziende in crisi (vedi alitalia, fiat)? Non ci sono i $$$
I soldi, ripeto si prendono dagli sprechi assurdi cui assistiamo ogni giorno, quelli che hai elencato però sono paliativi che in un paese come l'Italia non sono attuabili. Il denaro impiegato per tappare le falle che si creano non è un investimento, è un ulteriore spreco. Andrebbe piùttosto ridistribuito con una logica meritocratica.
Mi sto avventurando in un campo minato, ma a mio avviso in Italia i problemi ci sono e ci saranno perché si ragiona in un ottica di meglio l'uovo oggi che la gallina domani.
Tutti cercano di guardare a quello che hanno davanti al naso ma non oltre. E sto parlando di tutti, proprio tutti. Governo, sindacati, imprenditori e perfino i lavoratori che però hanno il loro bel dafare per arrivare a fine mese e sono pertanto più giustificati degli altri. I miglioramenti per il domani passano attraverso scelte impopolari che devono essere fatte soprattutto dai GOVERNANTI. Eliminare un ente pubblico (uno a caso, tanto sono tutti baracconi) significa scatenare l'ira del 90% degli italiani, e giù scioperi e mobilitazioni generali. Purtroppo oggi paghiamo lo scotto di anni di inefficienze e legislazioni fatte col voto di scambio.
Nella mia regione, negli anni 70, venne data l'opportunità ad artigiani e contadini di entrare nell'amministrazione pubblica per la nascente Regione Abruzzo. Il risultato fu che i mestieri di base vennero continuati ad essere eseguiti in nero e lo stato si caricò di un esercito di colletti bianchi con bassa scolarizzazione e senza alcun ruolo preciso.
Chi adesso si prenderebbe carico di eliminare questa categoria che ormai ha acquisito diritti sindacali inviolabili?
InterNik":3eue9tny ha detto:
I motivi sono 2
- la sclerotizzazione/sindacalizzazione universale della SKUOLA italiana (compreso università)
- l'idea che "tutti" debbano avere una laurea -> adesso le sovvenzioni sono calcolate sul numero degli studenti in corso -> non bocciano più nessuno -> i laureati sono poco più che diplomati -> tutti-laureati-ma-tutti-somari
Hai ragione in pieno, e anche qui andrebbe fatto un rovesciamento di tendenza radicale. Puntare sulla qualità dei laureati e non sulla quantità. Ai miei tempi ci si laureava in ingegneria in un tempo medio di 8 anni. Alla mia sessione di laurea eravamo in 2.
Per qualcuno però questo sembrava una cosa inaccettabile, le aziende hanno bisogno di laureati si diceva.
I miei compagni di studi si trovano quasi tutti in posizioni di rilievo in aziende sparse in tutta europa.
Oggi gli ingegneri ingrossano le file dei disoccupati perché, oltre ad essere ormai veramente tanti, quando escono dall'università, sono poco pratici (problema atavico del sistema italiano) e anche poco ferrati come cognizioni di base ed hanno possibilità pressoché nulle di venire fuori alla lunga.
Intendiamoci. le persone brillanti continueranno ad emergere indipendentemente dal pezzo di carta. Ma la popolazione dei laureati non è esclusivamente fatta da persone brillanti e senza un bagaglio culturale adeguato finirà che le aziende (come del resto stà già succedendo) non faranno più distinzione tra diplomati e laureati perché effettivamente questa differenza va affievolendosi, e in questo modo crollerà anche quell'ultimo barlume di capacità di sviluppo e flessibilità che contraddistingueva i laureati italiani da quelli del resto del mondo.
InterNik":3eue9tny ha detto:
Lo so benissimo, mi avevano offerto un dottorato DEIS (il dipartimento informatica di Bologna), ma ho calcolato che con la borsa ci avrei pagato 0.8 segretarie...
Lo so anch'io ma la cosa triste è che molti accettano perché non c'è di meglio in vista.
InterNik":3eue9tny ha detto:
Investe chi? Stato o privato? Perchè c'è la ricerca "di base" e quella "industriale".
Lo stato ovviamente, se parlo di PIL parlo del bilancio dello stato
InterNik":3eue9tny ha detto:
Ahahahaha (risata omerica).
E chi lo fa? Se si sposta anche una sola virgola iniziano gli scioperi, uno dopo l'altro, paralisi, contestazioni, etc.etc.
C'è poco da ridere, vedi sopra e capirai che in questo ti do ragione.
InterNik":3eue9tny ha detto:
L'Italia (ed in buona parte l'Europa) è marcia, ma nessuno ha il potere / volere di curarla.
:mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2)