La settimana scorsa, per motivi di lavoro, mi sono recato in trasferta con una nuova C3 a noleggio.
Quando lascio la mia GT in garage, mi accade sempre la stessa cosa, non faccio altro che incrociare GT ad ogni angolo, dovrei forse portarmi in queste occasioni un adesivo con la dicitura “La mia GT è in garage” ?
Comunque ragionando sulle caratteristiche di questa nuova macchinetta, l’esemplare che ho guidato aveva solo 7.000 Km, puzzava ancora di nuovo e gli avevano già fregato l’antenna, sono arrivato ad una conclusione, la progettazione delle moderne city car è influenzata dalla lobby dei parcheggiatori.
Come sono arrivato a tale conclusione ? Semplice, cominciamo dalle sospensioni, morbide, l’ideale per aggredire le rampe di accesso dei garage o i marciapiedi dei parcheggi abusivi.
Per non parlare del volante poi, così leggero che persino un neonato sarebbe in grado di far manovra con una sola mano, l’altra per ovvi motivi reggerebbe il biberon o un sonaglio.
Le levette del cruise control e dei comandi dello stereo, sono sempre nascosti dietro alle razze del volante, così ben nascosti che mi sono accorto solo alla fine del 4° giorno che la C3 ne era dotata, ad un parcheggiatore non servono tali strumenti.
Il freno a mano, anche se tirato al massimo la vettura riesce a muoversi, per consentire al parcheggiatore di scattare sgommando anche tutte le volte che il cliente tira la leva prima di scendere.
E la seduta ? Alta, a tal punto che quando si mettono i piedi a terra per scendere dall’auto ci si trova gia all’in piedi (non sono basso).
Per non parlare poi dei sensori di parcheggio e telecamerine di retromarcia (anche se la mia C3 non era dotata di nessuna di queste soluzioni).
Insomma è proprio vero, le situazioni più critiche con l’abbassarsi delle velocità medie non sono più le manovre di emergenza ma riuscire a parcheggiare la propria vettura tra una striscia blu ed una striscia gialla.
P.S.: Se non ne avete avuto abbastanza di leggere le mie idiozie e volete proseguire con la prova della vettura, proseguite pure la lettura a vostro rischio e pericolo.
Giornata nuvolosa ed un’auto a noleggio da ritirare. Dopo un primo tentativo con la solita Punto EVO diesel alla quale non funziona la presa a 9v per il navigatore, mi viene proposta una C3 con soli 7 mila Km. L’impiegato dell’autonoleggio mi chiede se poteva andare bene al posto dell’italica vettura diesel anche una motorizzazione a benzina. Un rapido scorrere del mio cervello ai motori a benzina che ho avuto modo di guidare ….1.8 doppio corpo della 75 (poesia allo stato puro, sound e potenza), 1.4 T.S. 16v della 146 (eroico come Davide contro Golia), 1.4 8v della Ford Ka (uno scattante frullino con una gran coppia in basso), 600 bicilindrico 30 cv della Panda (una rumorosa aspirapolvere), 1.0 3 cilindri 68 cv della Yaris (fa quel che può in maniera dignitosa)…e rispondo di si dato che è un po’ che non guido un motore alimentato dal nobile carburante e non si fa altro che osannare i loro allunghi rispetto ai motori turbo diesel.
La macchinina è di un elegante grigio scuro, e profuma di nuovo. Nella penombra del parcheggio dell’AVIS cerco il pulsante di apertura delle portiere e già che ci sono ispeziono anche il bagagliaio che sembra abbastanza capiente per la categoria di vettura. Mi accomodo sul piatto sedile del guidatore, inserisco la chiave nel blocco di accensione e cerco di stivare il telefonino ed il navigatore accorgendomi che fa veramente un buio pesto dentro sta macchina.
Cerco istintivamente il pulsante di accensione della plafoniera sopra la mia testa, vi ricordo che è lunedì mattina e tutto il mio cervello va un po’ a rilento, ma la plafoniera non c’è, o meglio si trova nella zona posteriore dell’abitacolo, la zona anteriore può far affidamento su due punti luce in corrispondenza degli sportelli anteriori che sommati alla plafoniera posteriore illuminano così bene il tutto che ho preferito rimandare l’attività di stivaggio fuori dal parcheggio. Il navigatore però volevo collegarlo subito ed allora a tentoni cerco la presa, che non si trova comodamente sul cruscotto nella zona del cambio ma sotto il bracciolo vicino al freno a mano. L’ho trovata solamente grazie al tatto e mentre srotolo il cavo di alimentazione mi accorgo che le prese collocate in quelle posizioni rischiano di risultare troppo lontane dal parabrezza, io preferisco attaccare il navigatore nell’angolo in basso a sinistra del parabrezza e sulla C3 non avanza molto filo alla fine dell’operazione.
Quasi pronto alla partenza, schiaccio la frizione, che bello non doversi approcciare a lei con reverenza come invece si fa con quella della GT. Il pedale è morbidissimo e se non ricalibro il mio piede sinistro rischio di fare un buco sul pavimento, giro la chiave, avvio il motore ed il quadro si illumina in modo piacevole, tiro la maniglia per regolare il sedile e zac….in una frazione di secondo scivolo tutto dietro come lanciato da una catapulta, meno male che avevo messo in folle il cambio!
Mi riprendo un attimo dallo sgomento, che leggerezza esagerata per questo sedile, lo regolo per bene e finalmente si parte.
Alle basse velocità, a giudicare dalla leggerezza del volante, mi sembra di sedere sul lato destro di un risciò a pedali, il lato con il volante finto che gira a vuoto, lo sterzo è infatti così inconsistente che sembra di guidare un’overcraft. Per fortuna poi si indurisce con l’aumentare della velocità ma risulta comunque artificiale passare da una taratura più sostanziosa a quella leggerissima appena si rallenta al casello dell’autostrada.
Ero un po’ al limite con l’orario, dovevo percorrere 50 km e così non ho avuto tempo di verificare la cilindrata della francesina sulla sua documentazione.
In accelerazione la spinta è pari a zero, cerco un allungo che non arriva mai, mia moglie si ammazza dalle risate quando mi vede oscillare in avanti sul sedile per cercare di spingere l’auto. Dopo i 3000 giri si impiega un’eternità a raggiungere i 4000, ed alla fine ci si accontenta dei 3500 che in 5 assestano la vettura ai canonici 130 orari (p.s. per chi non sopportasse la vista dei benzinai, il miglior modo per consumare meno è piazzarsi a 90 km/h in 5° marcia, il BC segna meno di 5 litri di verde per 100 Km).
Ricordo con piacere l’esuberanza con la quale il mio vecchio 1.4 16v Twin Spark del ‘99 si lanciava in zona 6000 giri, quelli erano allunghi ! Attribuisco subito la colpa alle normative euro 5 ma poi in ufficio guardando bene la targhetta del portachiavi (anche le chiavi delle auto a noleggio finiscono nelle tasche dei pantaloni, perché fanno le targhette così grandi ?) noto che le scarse performance sono anche colpa della cubatura del motore, si tratta infatti di un piccolo 1.1 da 60 cv. Mi riprometto al ritorno di avere compassione di lui.
Mentre mi muovo per strada noto la bruttezza delle alette parsole, sono sottilissime, di plastica rigida (tipo i coperchi dei contenitori di plastica per conservare le lasagne o i cannelloni avanzati la domenica, senza tasche, specchietti e luci di cortesia per le signore) e convesse.
Rifletto sulla loro forma, sulla mancanza della plafoniera e mi accorgo, alla luce delle sole (se così si può dire dato il cielo grigio carico di nubi) che al posto della lampada ci sta una maniglia, la tiro pensando che si trattasse del tettuccio e invece con lo scorrere all’indietro dell’imperiale si scopre una buona porzione di parabrezza, il famoso tetto “Ciel”. Una vera novità per me, voglio subito godermelo ma…nonostante il cielo nuvoloso, qualche raggio di luce riesce a filtrare e finire dritto nei miei occhi a quell’ora del mattino, ma anche al tramonto, e le alette parasole si muovono all’unisono con l’imperiale risultando così inutilizzabili. Opto allora per la sua chiusura, fine del divertimento, ma almeno ho capito che con quel tetto ci si ritrova con una scarsa illuminazione notturna dell’abitacolo e con delle alette parasole che ti ricordano che sta sera a cena puoi tirare fuori dal freezer il pasticcio.
Alla guida sono alle prese con un motore spompato, uno sterzo con un minimo di angolo morto sulla verticale (ottima cosa in caso di attacco di rinite allergica ma il mio sistema immunitario, toccando ferro, sta benissimo) e con degli ammortizzatori e delle molle votate al confort come si può notare dal persistere più del dovuto di qualche movimento verticale che rischia di scaricare troppo il retrotreno o dal grado di rollio nelle curve.
Si è parlato molto dei fruscii aerodinamici della GT, con la C3 sono più elevati.
Ripenso a quella GT parcheggiata appena fuori l’aeroporto, tutta pulita e lucida, blu con gli interni in cuoio, ripenso anche alla mia che riposa in garage mentre guido sta simpatica, comoda e spaziosa ciofeca.
Ah dimenticavo lo schienale del sedile guidatore è morbido ma sovente si sente l’azione delle molle al variare dei punti di pressione su di esso (in poche parole di morbido è morbido, ma a cena ogni tanto mangiate pure un po’ di insalata che è meglio).
E quando imboccate l’autostrada, non fate gli sborni, spostatevi subito nella corsia di destra per prendervi tutto il tempo che vi serve per completare l’accelerazione dai 100 ai 130 Km/h.
La macchina era una C3 1.1 da 60 cv alimentata a benzina in allestimento seduction (i cerchi in lega da 16’’ non erano niente male). I pneumatici dei Michelin di 195/non ricordo/R16.
Con un pieno di benzina ho percorso 600 km di percorso al 90% autostradale.
Quando lascio la mia GT in garage, mi accade sempre la stessa cosa, non faccio altro che incrociare GT ad ogni angolo, dovrei forse portarmi in queste occasioni un adesivo con la dicitura “La mia GT è in garage” ?
Comunque ragionando sulle caratteristiche di questa nuova macchinetta, l’esemplare che ho guidato aveva solo 7.000 Km, puzzava ancora di nuovo e gli avevano già fregato l’antenna, sono arrivato ad una conclusione, la progettazione delle moderne city car è influenzata dalla lobby dei parcheggiatori.
Come sono arrivato a tale conclusione ? Semplice, cominciamo dalle sospensioni, morbide, l’ideale per aggredire le rampe di accesso dei garage o i marciapiedi dei parcheggi abusivi.
Per non parlare del volante poi, così leggero che persino un neonato sarebbe in grado di far manovra con una sola mano, l’altra per ovvi motivi reggerebbe il biberon o un sonaglio.
Le levette del cruise control e dei comandi dello stereo, sono sempre nascosti dietro alle razze del volante, così ben nascosti che mi sono accorto solo alla fine del 4° giorno che la C3 ne era dotata, ad un parcheggiatore non servono tali strumenti.
Il freno a mano, anche se tirato al massimo la vettura riesce a muoversi, per consentire al parcheggiatore di scattare sgommando anche tutte le volte che il cliente tira la leva prima di scendere.
E la seduta ? Alta, a tal punto che quando si mettono i piedi a terra per scendere dall’auto ci si trova gia all’in piedi (non sono basso).
Per non parlare poi dei sensori di parcheggio e telecamerine di retromarcia (anche se la mia C3 non era dotata di nessuna di queste soluzioni).
Insomma è proprio vero, le situazioni più critiche con l’abbassarsi delle velocità medie non sono più le manovre di emergenza ma riuscire a parcheggiare la propria vettura tra una striscia blu ed una striscia gialla.
P.S.: Se non ne avete avuto abbastanza di leggere le mie idiozie e volete proseguire con la prova della vettura, proseguite pure la lettura a vostro rischio e pericolo.
Giornata nuvolosa ed un’auto a noleggio da ritirare. Dopo un primo tentativo con la solita Punto EVO diesel alla quale non funziona la presa a 9v per il navigatore, mi viene proposta una C3 con soli 7 mila Km. L’impiegato dell’autonoleggio mi chiede se poteva andare bene al posto dell’italica vettura diesel anche una motorizzazione a benzina. Un rapido scorrere del mio cervello ai motori a benzina che ho avuto modo di guidare ….1.8 doppio corpo della 75 (poesia allo stato puro, sound e potenza), 1.4 T.S. 16v della 146 (eroico come Davide contro Golia), 1.4 8v della Ford Ka (uno scattante frullino con una gran coppia in basso), 600 bicilindrico 30 cv della Panda (una rumorosa aspirapolvere), 1.0 3 cilindri 68 cv della Yaris (fa quel che può in maniera dignitosa)…e rispondo di si dato che è un po’ che non guido un motore alimentato dal nobile carburante e non si fa altro che osannare i loro allunghi rispetto ai motori turbo diesel.
La macchinina è di un elegante grigio scuro, e profuma di nuovo. Nella penombra del parcheggio dell’AVIS cerco il pulsante di apertura delle portiere e già che ci sono ispeziono anche il bagagliaio che sembra abbastanza capiente per la categoria di vettura. Mi accomodo sul piatto sedile del guidatore, inserisco la chiave nel blocco di accensione e cerco di stivare il telefonino ed il navigatore accorgendomi che fa veramente un buio pesto dentro sta macchina.
Cerco istintivamente il pulsante di accensione della plafoniera sopra la mia testa, vi ricordo che è lunedì mattina e tutto il mio cervello va un po’ a rilento, ma la plafoniera non c’è, o meglio si trova nella zona posteriore dell’abitacolo, la zona anteriore può far affidamento su due punti luce in corrispondenza degli sportelli anteriori che sommati alla plafoniera posteriore illuminano così bene il tutto che ho preferito rimandare l’attività di stivaggio fuori dal parcheggio. Il navigatore però volevo collegarlo subito ed allora a tentoni cerco la presa, che non si trova comodamente sul cruscotto nella zona del cambio ma sotto il bracciolo vicino al freno a mano. L’ho trovata solamente grazie al tatto e mentre srotolo il cavo di alimentazione mi accorgo che le prese collocate in quelle posizioni rischiano di risultare troppo lontane dal parabrezza, io preferisco attaccare il navigatore nell’angolo in basso a sinistra del parabrezza e sulla C3 non avanza molto filo alla fine dell’operazione.
Quasi pronto alla partenza, schiaccio la frizione, che bello non doversi approcciare a lei con reverenza come invece si fa con quella della GT. Il pedale è morbidissimo e se non ricalibro il mio piede sinistro rischio di fare un buco sul pavimento, giro la chiave, avvio il motore ed il quadro si illumina in modo piacevole, tiro la maniglia per regolare il sedile e zac….in una frazione di secondo scivolo tutto dietro come lanciato da una catapulta, meno male che avevo messo in folle il cambio!
Mi riprendo un attimo dallo sgomento, che leggerezza esagerata per questo sedile, lo regolo per bene e finalmente si parte.
Alle basse velocità, a giudicare dalla leggerezza del volante, mi sembra di sedere sul lato destro di un risciò a pedali, il lato con il volante finto che gira a vuoto, lo sterzo è infatti così inconsistente che sembra di guidare un’overcraft. Per fortuna poi si indurisce con l’aumentare della velocità ma risulta comunque artificiale passare da una taratura più sostanziosa a quella leggerissima appena si rallenta al casello dell’autostrada.
Ero un po’ al limite con l’orario, dovevo percorrere 50 km e così non ho avuto tempo di verificare la cilindrata della francesina sulla sua documentazione.
In accelerazione la spinta è pari a zero, cerco un allungo che non arriva mai, mia moglie si ammazza dalle risate quando mi vede oscillare in avanti sul sedile per cercare di spingere l’auto. Dopo i 3000 giri si impiega un’eternità a raggiungere i 4000, ed alla fine ci si accontenta dei 3500 che in 5 assestano la vettura ai canonici 130 orari (p.s. per chi non sopportasse la vista dei benzinai, il miglior modo per consumare meno è piazzarsi a 90 km/h in 5° marcia, il BC segna meno di 5 litri di verde per 100 Km).
Ricordo con piacere l’esuberanza con la quale il mio vecchio 1.4 16v Twin Spark del ‘99 si lanciava in zona 6000 giri, quelli erano allunghi ! Attribuisco subito la colpa alle normative euro 5 ma poi in ufficio guardando bene la targhetta del portachiavi (anche le chiavi delle auto a noleggio finiscono nelle tasche dei pantaloni, perché fanno le targhette così grandi ?) noto che le scarse performance sono anche colpa della cubatura del motore, si tratta infatti di un piccolo 1.1 da 60 cv. Mi riprometto al ritorno di avere compassione di lui.
Mentre mi muovo per strada noto la bruttezza delle alette parsole, sono sottilissime, di plastica rigida (tipo i coperchi dei contenitori di plastica per conservare le lasagne o i cannelloni avanzati la domenica, senza tasche, specchietti e luci di cortesia per le signore) e convesse.
Rifletto sulla loro forma, sulla mancanza della plafoniera e mi accorgo, alla luce delle sole (se così si può dire dato il cielo grigio carico di nubi) che al posto della lampada ci sta una maniglia, la tiro pensando che si trattasse del tettuccio e invece con lo scorrere all’indietro dell’imperiale si scopre una buona porzione di parabrezza, il famoso tetto “Ciel”. Una vera novità per me, voglio subito godermelo ma…nonostante il cielo nuvoloso, qualche raggio di luce riesce a filtrare e finire dritto nei miei occhi a quell’ora del mattino, ma anche al tramonto, e le alette parasole si muovono all’unisono con l’imperiale risultando così inutilizzabili. Opto allora per la sua chiusura, fine del divertimento, ma almeno ho capito che con quel tetto ci si ritrova con una scarsa illuminazione notturna dell’abitacolo e con delle alette parasole che ti ricordano che sta sera a cena puoi tirare fuori dal freezer il pasticcio.
Alla guida sono alle prese con un motore spompato, uno sterzo con un minimo di angolo morto sulla verticale (ottima cosa in caso di attacco di rinite allergica ma il mio sistema immunitario, toccando ferro, sta benissimo) e con degli ammortizzatori e delle molle votate al confort come si può notare dal persistere più del dovuto di qualche movimento verticale che rischia di scaricare troppo il retrotreno o dal grado di rollio nelle curve.
Si è parlato molto dei fruscii aerodinamici della GT, con la C3 sono più elevati.
Ripenso a quella GT parcheggiata appena fuori l’aeroporto, tutta pulita e lucida, blu con gli interni in cuoio, ripenso anche alla mia che riposa in garage mentre guido sta simpatica, comoda e spaziosa ciofeca.
Ah dimenticavo lo schienale del sedile guidatore è morbido ma sovente si sente l’azione delle molle al variare dei punti di pressione su di esso (in poche parole di morbido è morbido, ma a cena ogni tanto mangiate pure un po’ di insalata che è meglio).
E quando imboccate l’autostrada, non fate gli sborni, spostatevi subito nella corsia di destra per prendervi tutto il tempo che vi serve per completare l’accelerazione dai 100 ai 130 Km/h.
La macchina era una C3 1.1 da 60 cv alimentata a benzina in allestimento seduction (i cerchi in lega da 16’’ non erano niente male). I pneumatici dei Michelin di 195/non ricordo/R16.
Con un pieno di benzina ho percorso 600 km di percorso al 90% autostradale.