"Bridgestone lascia la Formula 1 a causa della crisi economica: la società nipponica, fondata dal nonno dell'attuale premier Yukio Hatoyama, ha annunciato che non rinnoverà il contratto di fornitura di pneumatici in scadenza a fine stagione 2010. «Bridgestone - si legge in una nota del gruppo - annuncia che non firmerà la nuova fornitura di pneumatici per il campionato del mondo di Formula 1 della Fia. Il contratto è in scadenza alla fine della stagione 2010». La decisione, in particolare, è stata presa a seguito «dell'evoluzione del contesto aziendale» e della necessità «di reindirizzare le proprie risorse» alla ricerca e allo sviluppo.
La collaborazione con il mondo della F1 ha contribuito a rafforzare la notorietà del marchio del produttore di pneumatici, che ha esordito nel mondiale nel 1997 con la McLaren e ha vinto il campionato costruttori sia con la casa anglo-tedesca che, soprattutto, con la Ferrari, con la quale ha collaborato per molti anni. La Bridgestone è stata per due stagioni fornitore unico dei pneumatici per la F1 fino all'avvento della Michelin, nel 2001. Dal 2007 era tornata a fornire in maniera esclusiva le gomme per tutte le scuderie, sia di F1 che del Motomondiale.
La crisi in atto ha però colpito duramente anche l'industria nipponica dei pneumatici: la Bridgestone ha riportato una perdita di oltre 425 milioni di dollari (circa 300 milioni di euro) nei primi sei mesi dell'anno e si appresta a chiudere le fabbriche in Australia e Nuova Zelanda, lasciando a casa circa 900 dipendenti. Quello della Bridgestone non è il primo abbandono eccellente di una azienda nipponica impegnata nel mondiale di F1: anzi, la ritirata del Sol Levante dal mondo delle quattro e due ruote prosegue. La Honda è uscita dal circus a dicembre 2008 (mantenendo però il suo circuito di Suzuka a disposizione del Gp del Giappone) allo scopo di ridurre i costi, mentre la Subaru e la Suzuki hanno lasciato i rally e la Kawasaki ha rinunciato alla MotoGp. Toyota, che pure continua a schierare le monoposto, ha deciso che il Fuji International Speedway, il circuito di sua proprietà, non ospiterà più il Gp del Giappone dal prossimo anno. La Bridgestone ha chiarito che continuerà invece nel suo ruolo di partner e fornitore di pneumatici per la GP2 Series e la GP2 Asia Series e come fornitore unico della MotoGP almeno fino al 2011. (M. Do.)"
Fonte: Il Sole 24 Ore
La collaborazione con il mondo della F1 ha contribuito a rafforzare la notorietà del marchio del produttore di pneumatici, che ha esordito nel mondiale nel 1997 con la McLaren e ha vinto il campionato costruttori sia con la casa anglo-tedesca che, soprattutto, con la Ferrari, con la quale ha collaborato per molti anni. La Bridgestone è stata per due stagioni fornitore unico dei pneumatici per la F1 fino all'avvento della Michelin, nel 2001. Dal 2007 era tornata a fornire in maniera esclusiva le gomme per tutte le scuderie, sia di F1 che del Motomondiale.
La crisi in atto ha però colpito duramente anche l'industria nipponica dei pneumatici: la Bridgestone ha riportato una perdita di oltre 425 milioni di dollari (circa 300 milioni di euro) nei primi sei mesi dell'anno e si appresta a chiudere le fabbriche in Australia e Nuova Zelanda, lasciando a casa circa 900 dipendenti. Quello della Bridgestone non è il primo abbandono eccellente di una azienda nipponica impegnata nel mondiale di F1: anzi, la ritirata del Sol Levante dal mondo delle quattro e due ruote prosegue. La Honda è uscita dal circus a dicembre 2008 (mantenendo però il suo circuito di Suzuka a disposizione del Gp del Giappone) allo scopo di ridurre i costi, mentre la Subaru e la Suzuki hanno lasciato i rally e la Kawasaki ha rinunciato alla MotoGp. Toyota, che pure continua a schierare le monoposto, ha deciso che il Fuji International Speedway, il circuito di sua proprietà, non ospiterà più il Gp del Giappone dal prossimo anno. La Bridgestone ha chiarito che continuerà invece nel suo ruolo di partner e fornitore di pneumatici per la GP2 Series e la GP2 Asia Series e come fornitore unico della MotoGP almeno fino al 2011. (M. Do.)"
Fonte: Il Sole 24 Ore