Eccomi tornato (da un pezzo ma solo oggi ho il tempo di scrivere), ed eccovi il racconto di viaggio. Tranquilli non mi metterò certo a parlare di Sissi e dei suoi palazzi, ma solo dell'esperienza di guida.
"Dopo aver stivato nel bagagliaio un enorme trolley dal peso semplicemente “osceno” per soli 5 giorni di vacanza e messa mia moglie di fronte alla sua consolle da dj pazzo (i pulsanti di comando dello stereo sulla plancia) comincia il viaggio. Partenza Milano e destinazione Austria. Passando per il Brennero (la prima tappa era Salisburgo) l’autostrada non si presenta proprio come una delle più divertenti e mentre con il calare della sera mi lascia un po’ basito la scarsa illuminazione delle strade austriache, una 156 battente barriera austriaca, mi affianca sulla corsia di sorpasso ed i suoi occupanti come degli invasati si esibiscono tra mille sorrisi nel classico saluto tra “Alfisti”. La cosa mi riempie di felicità e sebbene mi verrebbe di adeguarmi alle usanze locali mettendomi in scia alla 156 e proseguire alla loro andatura, dato che sembro l’unico a rispettare il limite di velocità, lo spauracchio di dover eventualmente giustificare la mia andatura ad una pattuglia senza nemmeno conoscere una parola di tedesco, mi fa subito passare la voglia, tanto l’ammirazione come appena dimostrato non manca lo stesso.
La strada che da Salisburgo porta a Vienna gode dello stesso monotono tracciato ma arrivati all’albergo trovo una sorpresa, del ricovero dell’auto se ne occupa direttamente il personale dell’albergo, quindi lascio le chiavi al fattorino e rifletto sul fatto che a parte me ed il meccanico del tagliando è la terza persona in assoluto che ha l’onore di guidare la mia GT. Lui con fare molto professionale prende le chiavi come niente fosse, ma quando vado a riprendermele dopo (molto poco dopo) alla reception come mi avevano detto di fare, incrocio nuovamente il fattorino che mi sorride in maniera meno sobria. Gli si leggeva in faccia che dopo le solite berline e 2 volumi, mettere le sue chiappe su una GT deve essere stato qualcosa di più piacevole.
Sulla strada di ritorno incontro la neve, tanta neve. Per buona parte della strada riesco a procedere con le mie Pzero Rosso, anche se ogni volta che dovevo cambiare corsia sudavo freddo dovendo passare sui cumuli di neve che si erano accumulati lungo i bordi delle due corsie. Lo sterzo riusciva a comunicarmi tutte le variazioni di aderenza e trazione, al punto che la spia dell’ASR si è accesa solo due volte (che piedino vellutato), e la seconda è stata quella definitiva. Su un tratto leggermente in salita, non riuscivo più ad avanzare. Decido quindi di fermarmi nell’adiacente piazzetta di sosta, tutta ricoperta di neve. Indosso il giubbotto catarifrangente e mi accingo ad applicare alle mie gomme le nuove e fiammanti K-Summit comprate l’anno scorso e mai montate, se escludiamo una simulazione fatta nel garage. E mentre seguo le istruzioni benedico quella simulazione fatta l’anno scorso durante la quale mi ero accorto che il dado montato di “default” sulle catene per i mie 16’’, che avrebbe dovuto assicurare tutta la struttura al cerchione, era troppo grande perché non riuscivo mai a serrarlo completamente. Sembravo un meccanico di F1 che non riusciva a montare la gomma durante un Pit-Stop. Decisi quindi all’epoca di premontare la misura più piccola e questa sembrò subito serrarsi al cerchione.
Quindi sotto la neve ecco che, partendo dalla ruota destra, serro il dado e mi accingo ad utilizzare la levetta di plastica che dovrebbe mandare in tensione la struttura, che tuttavia già alla terza mandata mi rimane in mano! Panico, non potevo più assicurare la struttura. In contemporanea vedo passare uno spazzaneve, allora prendo una decisione drastica, quella di avanzare con una sola catena seguendo lo spazzaneve (la neve era molta ed un suo primo passaggio non riusciva a pulire completamente il manto). L’avevo già fatto una volta con la mia ex 146 e me l’ero cavata degnamente. Allora aggancio la catena rimanente alla ruota sinistra, sta volta agisco più delicatamente sulla levetta, forse troppo delicatamente. I primi Km procedono bene, avanzo dietro allo spazzaneve. Bene allora avanti così. Una lunga galleria però comincia a farmi riflettere su quanto siano inappropriate le catene in autostrada, stavo avanzando con le catene, anzi una, su asfalto pulito, ma non potevo smontare e rimontare il tutto ad ogni galleria. Però non riuscivo ad avvertire differenza di rotolamento tra le due ruote motrici. Sui tratti innevati le sollecitazioni alle sospensioni erano molto simili, si erano creati molti solchi sulla strada.
La cosa mi stranizza, procedo comunque a non più di 50 Km/h per sicurezza anche nelle gallerie ed appena la situazione del manto stradale migliora anche nei tratti esterni ai tunnel, accosto per levare la catena superstite. Rimetto il mio giubbino di emergenza, scendo dalla GT e sorpresa, avevo perso anche la catena sinistra, e se ero riuscito a levarmi da quel pantano era solo grazie alla motricità residua della GT e delle Pzero Rosso. Più di 300 euro buttati letteralmente per strada. Quel dannato dado allora risultava troppo grosso in una misura e troppo piccolo nell’altra? Con questo interrogativo l’Italia ci accoglie con una fitta pioggerellina che rallegra i nostri animi, emergenza neve superata! Per festeggiare ci fermiamo in un autogrill per un panino ristoratore. Mentre vi scrivo la mia GT adesso riposa al caldo in garage con un treno di gomme invernali Run-Flat, le Dunlop M3 per meno di 500 euro (le monto sugli stessi cerchioni da 16’’ delle estive), non ho più intenzione di trovarmi più in quella fantozziana situazione".