Una delle strategie per il rilancio delle vendite di Alfa Romeo consiste, com’è noto, nel ritorno sul mercato americano.
E in Cina?
La Cina sta per diventare il terzo mercato dell’auto nel mondo, dietro USA e Giappone e davanti alla Germania, con ritmi di crescita impressionanti: il numero di auto circolanti si pensa che crescerà del 700% entro il 2020!
E’ vero che in percentuale i potenziali acquirenti di automobili in Cina sono meno che in Europa, ma, su 1.3 miliardi di persone, in valore assoluto sono tantissimi. Basti pensare per il numero di auto di lusso la Cina sta superando gli Stati Uniti: già oggi, ad esempio, è il primo mercato per le BMW Serie 7.
E Fiat cosa fa? In accordo con l’immagine “da cartolina” – e anche un po’ razzista – che abbiamo in Italia della Cina, gli vende i modelli di serie B (Palio e Siena). Col risultato da un lato ovviamente di subire la concorrenza locale che fa modelli di fascia bassa e dall’altro di veder diminuite le proprie vendite del 20% in un mercato in forte espansione, con obiettivi di vendita ridotti ormai intorno a 40.000 vetture all’anno.
Il gruppo Volkswagen, al contrario, ha puntato sulla fascia medio-alta del mercato e vende 700.000 auto all’anno, con l’Audi che, insieme a BMW, è uno status symbol della nuova classe media cinese. Già, perché al contrario di quello che credono in Fiat, la middle class cinese – esattamente come quella europea – vuole anche un’auto che abbia una buona immagine; e ovviamente con Palio e Siena le Fiat in Cina sono già diventate sinonimo di auto da poveracci.
Comunque, recentemente forse l’hanno capita anche a Torino.
La Ferrari ha puntato molto sulla sua promozione in Cina. E per quanto riguarda il marchio di Arese, nella recente presentazione del piano di Marchionne per il 2007-2010 si è parlato della possibilità di introdurre l’Alfa in Cina. Anche perché già un annetto fa Montezemolo aveva annunciato un nuovo stabilimento Alfa Romeo in Cina.
Vedremo, ma secondo me se ci saranno o non ci saranno i soldi per i nuovi modelli Alfa Romeo molto dipenderà da quello che combinano dalle parti di Pechino.
E in Cina?
La Cina sta per diventare il terzo mercato dell’auto nel mondo, dietro USA e Giappone e davanti alla Germania, con ritmi di crescita impressionanti: il numero di auto circolanti si pensa che crescerà del 700% entro il 2020!
E’ vero che in percentuale i potenziali acquirenti di automobili in Cina sono meno che in Europa, ma, su 1.3 miliardi di persone, in valore assoluto sono tantissimi. Basti pensare per il numero di auto di lusso la Cina sta superando gli Stati Uniti: già oggi, ad esempio, è il primo mercato per le BMW Serie 7.
E Fiat cosa fa? In accordo con l’immagine “da cartolina” – e anche un po’ razzista – che abbiamo in Italia della Cina, gli vende i modelli di serie B (Palio e Siena). Col risultato da un lato ovviamente di subire la concorrenza locale che fa modelli di fascia bassa e dall’altro di veder diminuite le proprie vendite del 20% in un mercato in forte espansione, con obiettivi di vendita ridotti ormai intorno a 40.000 vetture all’anno.
Il gruppo Volkswagen, al contrario, ha puntato sulla fascia medio-alta del mercato e vende 700.000 auto all’anno, con l’Audi che, insieme a BMW, è uno status symbol della nuova classe media cinese. Già, perché al contrario di quello che credono in Fiat, la middle class cinese – esattamente come quella europea – vuole anche un’auto che abbia una buona immagine; e ovviamente con Palio e Siena le Fiat in Cina sono già diventate sinonimo di auto da poveracci.
Comunque, recentemente forse l’hanno capita anche a Torino.
La Ferrari ha puntato molto sulla sua promozione in Cina. E per quanto riguarda il marchio di Arese, nella recente presentazione del piano di Marchionne per il 2007-2010 si è parlato della possibilità di introdurre l’Alfa in Cina. Anche perché già un annetto fa Montezemolo aveva annunciato un nuovo stabilimento Alfa Romeo in Cina.
Vedremo, ma secondo me se ci saranno o non ci saranno i soldi per i nuovi modelli Alfa Romeo molto dipenderà da quello che combinano dalle parti di Pechino.